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Le Fiabe- Leggerle fa bene ai bambini ed allontana l'Alzheimer PDF Stampa E-mail

Scritto da Marista Urru   
sabato 11 ottobre 2008



Leggere favole ai bambini pare diventi esercizio sempre più sporadico: spesso non abbiamo voglia, siamo stanchi, nervosi e  ci annoiamo. Facciamo male e per più di un motivo.

L'argomento ha una sua immediata rilevanza per chi ha bambini, ma in prospettiva la ha per tutti noi, se è vero che legger fiabe ai piccoli aiuta  ad allontanare in futuro lo spettro della demenza senile, il temibile Alzheimer. Se da piccoli in questo senso siamo stati abbandonati, indietro non possiamo tornare, ma prodigarci per i nostri figli e nipoti, possiamo  e dobbiamo.




I bambini son davvero come fiori, risentono di ogni più lieve dimenticanza o errore anche involontario da parte di noi adulti. Costituiscono una enorme responsabilità oltre che una grande gioia, dobbiamo capirlo fin da prima di decidere di metterli in cantiere o cominciare a pensarci seriamente fin dal primo momento in cui sappiamo che sono in cantiere.

Il bambino piccolissimo si forma a contatto dei genitori/nonni , e tramite essi viene man mano introdotto al mondo, credo che la fiaba sia necessaria anche per questa operazione : fare da tramite al passaggio che dovrà avvenire, dal mondo ristretto familiare al mondo esterno. Il bambino che nel momento di andare a dormire o comunque in un momento di pausa e tranquillità si senta leggere una fiaba o raccontare una storia, potrà  mentre ascolta, fare correre la fantasia e nel frattempo assuefarsi a linguaggi diversi da quello familiare, il tutto mentre si sente in un certo senso “coccolato” dalle attenzioni di un adulto che interrompa le proprie faccende per rivolgere al bimbo quelle attenzioni di cui ogni bambino ha  necessità come del cibo e forse anche più.

Le  favole hanno uno schema prederteminato: un protagonista che attraverso difficoltà e peripezie, raggiunge una meta, mentre normalmente i cattivi vengono puniti ed i buoni premiati.  Servono ad esorcizzare incertezze e paure.

Il bambino comincia a percepire il concetto di bene e male di giusto ed ingiusto, ma non solo, comincia a comprendere che se si vuole ottenere  un successo, si dovrà essere disposti a lottare per quel che si vuole. In questo modo creatività, fantasia, linguaggio, coraggio, predisposizione alla azione, si svilupperanno meglio nel bambino che abbia avuto adulti disposti a leggere / raccontare fiabe. E’ evidente che si sviluppa anche la memoria oltre che il senso di affettività verso l’adulto, e vediamo bene come in questa moderna società, poiché genitori indaffarati tendono a esprimere la affettività “regalando cose”, essi in realtà, non volendo, privano i figli della affettività, con conseguenze che poi a me pare siano ormai evidenti, forse è ora di cominciare a pensarci seriamente.

 Su netlog  Rosanna Costantino, scrittrice di fiabe per bambini: “ Le fiabe, rispettando la visione magica delle cose, allontanano gli incubi inconsci, placano le inquietitudini, aiutano a superare insicurezze e crisi esistenziali, insegnano ad accettare le responsabilità e ad affrontare la vita” aggiunge poi “ ..”perciò al di la del patrimonio culturale che le fiabe rappresentano, diffondere il senso delle storie di fantasia è un impegno che dovrebbe essere sancito dalla “ Carta dei diritti del bambino”, e io concordo appieno.

Tanto importante e necessaria è questa abitudine che studiosi americani tra cui l’epidemiologo David Snowdon , avendo osservato sperimentalmente che chi fin da piccolissimo ha avuto sollecitazioni a pensieri creativi e ha potuto esprimere pensieri creativi avrà da adulto minor propensione ad ammalarsi di Alzheimer. Pare appurato che quando leggiamo favole ai nostri figli, queste contribuiamo “fisicamente” allo sviluppo di una parte creativa e di strutturazione verbale,  allontanando di molto  appunto, la demenza senile. E di questo si è occupato il dipartimento pediatrico della Boston University


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