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Lettera dalla Grecia Mikis Theodorakis avverte una crisi voluta ed imposta dal FMI PDF Stampa E-mail

Scritto da Marista Urru   
mercoledì 28 aprile 2010
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Lettera dalla Grecia Mikis Theodorakis avverte una crisi voluta ed imposta dal FMI
Pagina 2
teodorakis
Dal sito fidesetforma una denuncia di Theodorakis , e se come dice Francesco  Colafemmina che la propone : "Quello che accade oggi alla Grecia è, d'altronde, ciò che potrebbe accadere domani all'Italia con i suoi 1.800 miliardi di Euro di debito pubblico..."
Anche da noi potrebbero benissimo aver  imposto la crisi economica, anche da noi sono accadute cose apparentemente inspiegabili e vedendo cosa stanno facendo alla Grecia e come, molte stranezze troverebbero una spiegazione. I fallimenti  imposti senza ragione, ditte sane   fatte  fallire, quante, e  perchè? Leggete con attenzione


DI MIKIS THEODORAKIS

Con l'intelligenza comune di cui dispongo, non posso spiegarmi e ancor più giustificare la velocità con la quale la nostra Nazione è precipitata dal livello del 2009 sino a questo punto, sì da perdere grazie al Fondo Monetario Internazionale una parte della nostra sovranità nazionale e disporci in condizione di tutela controllata.

Ed è strano che nessuno fino ad ora si sia occupato della cosa più semplice, ossia del nostro percorso attraverso numeri e dati da allora sino ad oggi, sì da comprendere anche noi ignoranti le reali ragioni di questo sviluppo improvviso e vertiginoso, che ha come risultato la distruzione della nostra autodeterminazione nazionale e al contempo l'umiliazione internazionale.








Sento parlare di un debito pubblico di 360 miliardi di euro, ma allo stesso tempo vedo che anche molte altre nazioni hanno identici e ancor maggiori debiti. Dunque non può essere questa la causa fondamentale della sciagura. Inoltre è per me problematico il dato dell'esagerazione delle aggressioni finanziarie internazionali che hanno come obiettivo la nostra Nazione, assieme ad una così ben armonizzata sintonizzazione contro una Nazione di scarsa importanza economica. Fatti che suonano sospetti.

Così sono giunto alla conclusione che qualcuno ci ha voluti svergognare e terrorizzare, sì da condurci al FMI, che costituisce il fattore basilare della politica coloniale degli USA, mentre tutte le altre storie riguardo alla solidarietà europea erano solo fumo nei nostri occhi, perché non sembrasse una chiara volontà americana quella di gettarci in una complessa crisi economica, sì da impaurire il nostro popolo, da impoverirlo, da fargli perdere le sue conquiste preziose e alfine metterlo in ginocchio, dopo aver accettato di esser governato da stranieri. Ad ogni modo perché?

Sebbene sia stato e rimanga un sostenitore dell'amicizia fra Greci e Turchi, in questo momento devo dire che mi spaventa questa improvvisa stretta nelle relazioni governative, le relazioni fra ministri ed altri protagonisti dello scenario politico, le visite a Cipro e l'arrivo di Erdogan. Sospetto che dietro tutto ciò si celi la politica statunitense con tutti i suoi sospetti progetti che riguardano la nostra posizione geografica, l'esistenza di giacimenti petroliferi sottomarini, la situazione di Cipro, l'Egeo, i nostri vicini del nord e la posizione tracotante della Turchia, che hanno l'unico impedimento nella sospettosità e nell'opposizione del popolo greco.

Tutti intorno a noi, chi più chi meno, sono legati al carro degli Stati Uniti. L'unica dissonanza siamo noi, che a partire dal regime dei Colonnelli e dalla perdita del 40% di Cipro per arrivare agli abbracci con gli abitanti di Skopia e gli ipernazionalisti albanesi, abbiamo continuamente subito colpi su colpi senza mettere giudizio.

Dobbiamo dunque essere cancellati come popolo e questo è esattamente ciò che sta avvenendo oggi. Invito gli economisti, i politici, gli analisti a smentirmi. Ma credo che non esista nessun'altra spiegazione razionale dell'attuale situazione se non che siamo dinanzi ad una congiura internazionale alla quale hanno partecipato anche gli Europei filoamericani tipo la Merkel, la Banca Centrale Europea e la stampa reazionaria internazionale. Tutti insieme hanno congiurato per "il grande colpo" della degradazione di un Popolo libero al grado di vassallo. Almeno io non posso dare alcun'altra spiegazione. Ammetto comunque di non disporre di speciali conoscenze, ma parlo basandomi sulla mia comune intelligenza. Forse anche molti altri potranno pensarla come me e forse anche questo lo vedremo nei giorni che verranno.

Ad ogni modo volevo preparare l'opinione pubblica e sottolineare che se la mia analisi è corretta, allora la crisi economica (che come ho detto ci è stata imposta) non è altro che il primo calice amaro del banchetto luculliano che seguirà e che questa volta riguarderà i nostri temi nazionali più vitali e critici, e non voglio nemmeno immaginare fino a che punto ci porteranno.



Fonte: fidesetforma.blogspot.com
Link: http://fidesetforma.blogspot.com/2010/04/un-pensiero-alla-grecia-theodorakis.html


CHI E' THEODORAKIS

Mikis Theodorakis nasce il 29 luglio 1925 nell'isola di Chio da padre di origine cretese e da madre di origine greco-anatolica.

Segue il padre, impiegato pubblico, nei trasferimenti in diversi centri delle isole egee, del Peloponneso e della terraferma.

Nel 1943, in piena occupazione italo tedesca, è ad Atene dove inizia gli studi musicali al conservatorio dell'Odeion,e prende contatto con la Resistenza, cui è già legato da quando risiedeva a Tripoli di Arcadia, e per la quale combatte, subendo arresti e torture. Partecipa poi alla guerra civile (1946/1949) nelle file dei "ribelli".

Conosce i campi di concentramento, compreso quello famigerato sull'isola di Macrònissos, e la deportazione a Icarìa. Contrae la tubercolosi. Nel 1950, messo in libertà, si diploma al Conservatorio dell'Odeion, e completa il servizio militare.

 Comincia a comporre e a farsi conoscere in patria come nuovo talento della musica greca. Nel 1953 un suo balletto sinfonico, "Carnaval", viene rappresentato all'Opera di Roma. Si trasferisce quindi a Parigi con una borsa di studio. Compone pezzi sinfonici, musiche per balletto e per film.

Fonda e dirige un'orchestra sinfonica classica. Contemporaneamente decide di misurarsi con la canzone popolare greca, la cui ricchezza musicale, accumulata attraverso una lunga e complessa tradizione, gli sembra straordinaria, ma menomata da una deludente povertà sul lato dei testi. Sceglie perciò un autentico poeta, Yannis Ritsos, suo compagno di prigionia a Macronissos, che già negli anni Trenta aveva sperimentato lingua, stili e metrica popolari e mette in musica- usando umili ritmi di ballo, otto parti di un suo poema del 1936, "Epitafios" (Venerdì Santo), dove una donna del popolo, una madre come la Madonna, piange il figlio ucciso durante una manifestazione di lavoratori. Da quel momento (1960), Theodorakis si colloca al centro del rinnovamento della vita musicale, artistica e culturale della Grecia del popolo, impegnata a sconfiggere la terribile povertà, e a sollevarsi a dignità democratica dopo la guerra civile, la sanguinosa repressione e l'arretratezza politica, sociale e culturale coltivata da una monarchia autoritaria e da una classe possidente gelosa dei suoi privilegi, nazionalista, tradizionalista e bigotta.

 I poeti convergono sulla musica popolare e, ricambiati, danno voce e dignità ai sentimenti e alla musica del popolo: si assiste a una vera febbre culturale e politica, che viene "curata" con il colpo di stato militare del 21 Aprile 1967. ...


...Ma è la straordinaria tradizione musicale popolare che fornisce gli strumenti, le voci e la materia prima che, rielaborata trasformata e rivissuta, viene immessa nel circolo della musica contemporanea, senza scivolamenti folkloristici che pure sono in agguato. Ma Theodorakis non solo usa la materia prima del popolo; ma produce anche materia prima per il popolo, cioè "crea" canti popolari, che il popolo sente subito, per quanto innovativi, come suoi da sempre. L'avvento della dittatura dei colonnelli nel 1967 trova dunque Theodorakis rivestito di un ruolo indiscusso nel rinnovamento culturale e politico. È presidente del movimento giovanile LAMBRAKIS e deputato dell'EDA, il nuovo partito della sinistra Greca (Il partito comunista è fuorilegge dagli anni della guerra civile). La sua notorietà di artista è enorme e ha già largamente varcato i confini.

Si schiera, naturalmente, contro i colonnelli: dopo pochi mesi passati in clandestinità viene arrestato, condotto nel carcere Avèroff, poi detenuto nelle carceri di Korìdallos, mattatoi di molti suoi compagni di lotta, come Andreas Lentakis. La sua notorietà internazionale gli risparmia la vita: viene confinato, agli arresti domiciliari, prima a Vrachàti, dove ancora oggi Mikis ha una residenza, e poi nel villaggio di Zàtuna, sui monti dell'Arcadia. E' sottoposto a stretta sorveglianza di polizia; intimidazioni ed umiliazioni coinvolgono la sua stessa famiglia, la moglie Mirtò, il piccolo figlio Yorgos e la figlia Margarita. La sua musica è proibita, ma clandestinamente circola: è la voce della Resistenza. Una campagna di pressione internazionale, che riesce a coinvolgere il Consiglio d'Europa, reclama la sua liberazione, che però arriva solo nel 1970, e dopo un altro periodo di carcere a Oropòs, e di ricoveri in ospedali per i continui scioperi della fame ad oltranza. Da quel momento, tutta la sua musica e la sua persona sono votate, in giro per tutti i paesi del mondo, alla libertà della Grecia. Alla caduta della Giunta militare, nel1974, la festa del popolo non esprime né ferocia né vendetta, ma è una festa di musica e canto, intorno a Theodorakis e ad una generazione nuova di autori e di cantanti cresciuta nell'opposizione alla dittatura.   Per continuare vai sul sito   mondogreco

 



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  Commenti (17)
11. mercato
Scritto da Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo , il 29-04-2010 16:24
Sai Colzani che credo? Che il mercato, e non solo, i famosi analisti , molti dotti professoroni, hanno perso il senso della misura, non so se è solo avidità, comincio a pensare che una politica lassista, distratta ed ignorante che si è bevuta le peggiori stupidate del primo imbecillotto con due lauree e tre masters, e che ciecamente ha seguito le mode, anche quelle economiche, ci ha portato tutti allo sfascio. Interessi , certo. Ma come dice parpaiola, davvero non credo che l'attacco alal Europa sia attacco dal Paese America, mi viene il sospetto che la poltica ci entri solo nella misura in cui abbiamo avuto politici stupidissimi, e non solo in america , che hanno permesso che le Banche usassero le nazioni come terreno di guerra. Banche e finanza si stanno spartendo , in vista della globalizzazionela torta e la torta sono gli Stati condotti da politici - oche pasciute e tarde di comprendonio, me ne vado convincendo sempre più. I nostri stolti politicanti avrebebro divuto capire che nel risico della globalizzazion e tuttte le imprese si sarebbero fatta la guerra, come è stato ed è ( automobile), era il momento credo di controllare le Banche e la finannza , non di permettergli mano libera e peggio: visto che partecipano in un enorme conflitto di interessi al gioco, giocano sporco quando entrano nel cda della azienda o nei consigli di amministrazione e e poi ne fanno il rating o negano i prestiti ad una azienda, ma li concedono alla azienda con cui condividono i profitti. Questa cretinata è stata permessa dalla politica, che da noi è stata più brava di tutti: ha lasciato le banche totalmente libere e quelle come Unni hanno imperversato nel Paese
12. America e Banche
Scritto da Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo , il 29-04-2010 16:11
Franco ciao, certo che il governo Greco deve aver fatto i suoi erriro e credo che Cisotti sul blog di Marcello Foa, dice uuna cosa che facilmente è vera: hanno preso dei soldi per aumentare glii stipebdi ai burocrati. Da noi lo hanno fatto , non so se prendendo soldi in prestito, ma hanno aumentato a dismisura i burocrati, una rete enti e sotto enti. Stanotte ascoltando radio radiccale ho sentito il lavoro delle Commissioni, ed è saltato fuori che studiando come fare ad eliminare le Province, hanno scoperto che ci sono nel Paese 35 mila e passa sotto- enti locali , che spesso hanno come scopo il lavoro che già fanno altri enti, sotto enti di cui gli uffici ed il Ministro nemmeno sospetavano l'esistenza. ora debbono ente per ente approfondire che fa davvero, quanto costa e se serve o come pare accada spessissimo, è solo un doppione.Immagina, se ogni ente ha dirigenti e super dirigenti,, con quello che li pagano ci potremmo fare una guerra! Ci credo che le tasse non bastano mai! 
Il Ministro ha relazionato ad una aula in cui non volava una mosca. 
Criminali, potevano mettere quel personale magari a lavorare davvero per non fare aspettare ad un immigrato un rinnovo del permesso di soggiorno anche un anno ed oltre, per esempio, provocando autentiche tragedie umane.. dire gentaglia è troppo? O "gli manco di rispetto"?
13. sotur ultra crepidam
Scritto da Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo , il 29-04-2010 15:02
se dovessimo attenerci alle previsioni degli economisti e degli analisti (a parte una manciata di indipendenti) la crisi non sarebbe mai dovuta accadere. A sentire poi i dotti ed intoccabili conoscitori del mercato dovremmo già aver girato la boa. 
Brava Marista, ecco un musicista che dodecafonizza la monotonica colonna sonora delle major.
14. discutibile
Scritto da Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo website, il 29-04-2010 11:26
Salve Marista. 
Tutte le opinioni sono da prendere in considerazione, qui' pero' si formano accuse precise. 
Apparaentemente per THeodorakis, la colpa e' solo degli altri. 
A presciendere dal fatto che non e' stato il Popolo Greco inteso come Uomo della Strada a comnibare questo guaio,credo che Theodorakis veda la cosa solamente dal suo lato che da quanto leggo e' anti questo e anti quello. 
Dato che negli ultimi anni in Grecia non sono state fatte tante opere ciclopiche o si siano creati tanti posti di lavoro, sarebbe piuttosto d'uopo chiedersi per un momento dove diavolo siano finiti tutti qui soldi. 
Personalmente non credo che il Popolo greco guazzi nel benessere, e pertanto credo sia resposabilita del gorveno greco spiegare dove un somma tale sia sparita. 
Sembra che per salvare almeno per il momento il salvabile ci vogliano circa 250 millirdi di Euro (sentita ierei sera alla tv tedesca). 
Frau Merkel (Big Mamam Angeina) non he per niente contraia ad una garanzia di credito nell'ambito delle possibilita', chiede solo garanzie e in piu' chiede chiarezza e spiegazioni sulla futura politica finanziaria greca, e in questo le devo dare ragione. 
 
Penso che il Governo Greco abbia fatto molti errori, ora si trva ad un bivio non indifferente, in quanto troppi tagli potrebbero portare la Gente sulle Barricate e alla caduta del Governo. 
stesso. 
 
Non credo ad una congiura americana contra l'Europa, sarebbe ridicolo, vedo invece e questo da sempre una politica cialtrona che ha permesso alle Banche di poter fare il bello e il cattivo tempo con tutto il Monndo, pertanto in questo caso esiste solamente una soluzione politica. 
 
Fermare il tram, ridimensionare le Banche con nuove Leggi e ripartire da capo, e senza mezzi termini,costringere le Banche a dare crediti al indusrtria e all'artigiano. 
 
Se l'attuale sistema banchario he un ammazza Nazioni, bisona ammazzare le Banche e le industrie, non le Nazioni e le loro infrastrutture. 
 
Solamente con l'occuopazione ed il Lavore si combattono le crisi, non non crediti e con tagli alle infrastrutture di un Paese che ci mise tanti anni e tanto sudore per averle e che non sono altro cheun segno di civile evoluzione sociale. 
 
Le infrastrutture di una quasiasi nazione, anche quella tedesca si stanno sgretolando per il semplice fatto che il lavoro che le ha tenute fin ora in piede scarseggia e le entrate statali diminuisco, ma non perche' fatte male. 
 
IL tuo amico di Zurigo ha ragione quando dice che tanti asili infantili qui in Germanaia chiudono, ma lo fanno anche per mancanza di "clienti". Lfg 7. 
 
Siamo alle solite, tutti danno la colpa a tutti, nessuno tocca la globalizzaione che ha permesso alle industrie e alle banche di fare quello che volevano e voglino ancora fare. 
 
Guarda, questa mattina dissere che la Siemens ha sui 460 mila dipendenti, poi agginsero 128 mila sono in Germania. 
 
Bon, oggi si senti' pure che dire che di quei 128 mila, 4000 verranno licenziati a breve termine. 
Assicuraono pero che i licenziamenti avverranno in modo Umano. 
Meno male che lo fanno in modo Umano dire, sarebbe interessante sapre come sarebbe un modo bestiale, non ti pare? 
 
Insomma la situazione si puo risolvere solamenete con la politica ridimensionando le Banche e creando posti di lavoro e cosi facendo mega crediti a Nazioni in oricinto di andare Kaputt, non serviebbero proprio. 
 
Infine guarda che una caduta del GovernoGreco portebbe riportare la questione cinese sulla ribalta che sembra sia prontissima d aiutare la Grecia in cambio del Porto di Atene, e instauare la Cina nel mediterraneo per sempre. 
Ciao 
Franco 
PS. 
abbiamo ancora problemi di internet nel caseggiato, speriamo le risolvano presto.
15. Leggo e purtroppo concordo
Scritto da Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo , il 28-04-2010 21:45
Sì Marista, non ci vedo molto di politico nelle domande lecite, più che lecite, che un comune mortale si pone e sono credibili e realistiche le risposte che trova guardandosi attorno. 
Fa riflettere parecchio. 
Cordialità. 
Bea
16. dominazioni, dominatori, Finanzieri ast
Scritto da Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo , il 28-04-2010 19:12
Immagino che quella della dominazione ottomana sulla Grecia sia una "sublime battuta". 
 
Personalmente non amo le dominazioni, nessuna e di nessun tipo, non ho niente contro i greci, adoro la cultura greca. Sono stata in Turchia, toppo poco per dire di conoscerla e molto tempo fa: mi piacciono anche i Turchi e non vorrei per loro un futuro da dominatori, li vorrei vedere il pace a badare ai propri affari ed in armonia.. scemenze per lei immagino, scemenze per chi ha esigenze di guadagno, ma non per i popoli che se non sobillati sanno trovare equilibri insospettabili. Theodorakis, è uno che ha fatto la resistenza e non si è limitato a raccontarla o a saltare sul carro del vincitore all'ultimo momento, raccogliendo allori immeritati, nè mi risulta abbia sgozzato suoi connazionali per regolare conti privati o politici. 
Nell'articolo non si presenta come economista, ma si pone domande condivisibilissime sui giochi della astuta Finanza globalizzatrice che riguardano anche noi Italiani e alle quali dovrebbero rispondere quelli che in Italia probabilmente ci hanno svenduto. 
Mi spiace essere tanto in disaccordo cone Lei
17. Musica! Col putipù.
Scritto da Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo , il 28-04-2010 18:29
Interessante come musicista, insignificante come economista.  
Uomo di sinistra demagogo e populista, un antiamericanismo sciocco e suicida. Sarebbe meglio se gli Ottomani ritornassero a dominare la Grecia con la "Sublime Porta". 
CF

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