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Marcpoling: Islanda Storia di una rivoluzione censurata PDF Stampa E-mail

Scritto da Marista Urru   
venerdì 16 settembre 2011



islanda il popolo in piazza

Qualcuno crede ancora che non vi sia censura al giorno d’oggi? Allora perchè, se da un lato siamo stati informati su tutto quello che sta succedendo in Egitto, dall’altro i mass-media non hanno sprecato una sola parola su ciò che sta accadendo in Islanda?

Il popolo islandese è riuscito a far dimettere un governo al completo; sono state nazionalizzate le principali banche commerciali; i cittadini hanno deciso all’unanimità di bocciare le condizioni di pagamento del debito che le stesse banche avevano sottoscritto con la Gran Bretagna e con l’Olanda, contestando l’inadeguatezza della loro politica finanziaria; infine, è stata creata un’assemblea popolare per riscrivere l’intera Costituzione. Il tutto in maniera pacifica. Una vera e propria Rivoluzione contro il potere che aveva condotto l’Islanda verso il recente collasso economico.




Sicuramente vi starete chiedendo perchè questi eventi non siano stati resi pubblici durante gli ultimi due anni. La risposta ci conduce verso un’altra domanda, ancora più mortificante: cosa accadrebbe se il resto dei cittadini europei prendessero esempio dai “concittadini” islandesi?


Ecco brevemente la cronologia dei fatti:


* 2008 - A Settembre viene nazionalizzata la Glitnir Bank, la terza banca d’Islanda per importanza e per volumi d’affari dopo Landbankinn eKaupthing; anche a queste due tocca la stessa sorte nel giro di pochi giorni. La moneta crolla e la Borsa sospende tutte le attività: il paese viene dichiarato in bancarotta [1].

* 2009 - A Gennaio le proteste dei cittadini di fronte al Parlamento provocano le dimissioni del Primo Ministro Geir Haarde [2] e di tutto il Governo – la Alleanza Social-Democratica (Samfylkingin) – costringendo il Paese alle elezioni anticipate [3]. La situazione economica resta precaria. Il Parlamento propone una legge che prevede il risanamento del debito nei confronti di Gran Bretagna e Olanda, attraverso il pagamento di 3,5 MILIARDI di Euroche avrebbe gravato su ogni famiglia islandese, mensilmente, per la durata di 15 anni e con un tasso di interesse del 5,5% [4].

* 2010 - I cittadini ritornano a occupare le piazze e chiedono a gran voce di sottoporre a Referendum il provvedimento sopracitato [5] [6].


2011 - A Febbraio il Presidente Olafur Grimsson pone il veto alla ratifica della legge e annuncia il Referendum consultivo popolare [7]. Le votazioni si tengono ad Aprile ed i NO alle condizioni di pagamento del debito vincono con quasi il 60% dei voti (nel referendum precedente, a Marzo 2010, i NO alla “proposta di rientro” del governo britannico furono il 93%!) [8].

Nel frattempo, il Governo ha disposto le inchieste per determinare giuridicamente le responsabilità civili e penali della crisi.

Vengono emessi i primi mandati di arresto per diversi banchieri e membri dell’esecutivo [9] [10].

L’Interpol si incarica di ricercare e catturare i condannati: tutti i banchieri implicati abbandonano l’Islanda [11].

In questo contesto di crisi,viene eletta un’Assemblea per redigere una Nuova Costituzione che possa incorporare le lezioni apprese durante la crisi e che sostituisca l’attuale Costituzione (basata sul modello di quella Danese).

Per lo scopo, ci si rivolge direttamente al Popolo Sovrano: vengono eletti legalmente 25 cittadini tra i 522 che si sono presentati alle votazioni [12].

Molti di loro erano liberi da affiliazione politica dato che gli unici due vincoli per la candidatura erano quelli di essere maggiorenni e di disporre delle firme di almeno 30 sostenitori.

La nuova Assemblea Costituzionale inizia il suo lavoro in Febbraio e presenta un progetto chiamatoMagna Carta [13] nel quale confluiscono la maggiorparte delle “linee guida” prodotte in modo consensuale nel corso delle diverse assemblee popolari che hanno avuto luogo in tutto il Paese e nei principali social networks [14]. La Magna Carta dovrà essere sottoposta all’approvazione del Parlamento immediatamente dopo le prossime elezioni legislative che si terranno.


Questa è stata, in sintesi, la breve storia della Ri-evoluzione democratica islandese.


Abbiamo forse sentito parlare di tutto ciò nei mezzi di comunicazione europei?


Abbiamo ricevuto un qualsiasi commento su questi avvenimenti nei noiosissimi salotti politici televisivi o nelle tribune elettorali radiofoniche?


Abbiamo visto nella nostra beneamata Televisione anche un solo fotogramma che raccontasse qualcuno di questi momenti?

SINCERAMENTE NO.

I cittadini islandesi sono riusciti a dare una lezione di Democrazia Diretta e di Sovranità Popolare e Monetaria a tutta l’Europa, opponendosi pacificamente al Sistema ed esaltando il potere della cittadinanza di fronte agli occhi indifferenti del mondo.


Siamo davvero sicuri che non ci sia “censura” o manipolazione nei mass-media?

Il minimo che possiamo fare è prendere coscienza di questa romantica storia di piazza e farla diventare leggenda, divulgandola tra i nostri contatti. Per farlo possiamo usare i mezzi che più ci aggradano: i “nostalgici” potranno usare il telefono, gli “appassionati” potranno parlarne davanti a una birra al Bar dello Sport subito dopo un caffè al Corso. I più “tecnologicamente avanzati” potranno fare un copia/incolla e spammare questo racconto via e-mail oppure, con un semplice clicksui pulsanti di condivisione dei Social Network in fondo all’articolo, lanciare una salvifica catena di Sant’Antonio su Facebook, Twitter, Digg o GoogleBuzz. I “guru del web” si sentiranno il dovere di riportare, a modo loro, questa fantastica lezione di civiltà, montando un video su YouTube, postando un articolo ad effetto sui loroblog personali o iniziando un nuovo thread nei loro forum preferiti.


L’importante è che, finalmente, abbiamo la possibilità di bypassare la manipolazione mediatica dell’informazione ed abbattere così il castello di carte di questa politica bipartitica, sempre più servile agli interessi economici delle banche d’affari e delle corporazioni multinazionali e sempre più lontana dal nostro Bene Comune.


In fede,

il cittadino sovrano Marco Pala

(alias “marcpoling”)


«Qui da Madrid è tutto, a voi studio!»

Fonte Futurolibero

 

Note:

[1] BBC.co.uk - Iceland nationalises Glitnir bank, Settembre 2008. (ARTICOLO)

[2] BBC.co.uk - Crisis claims Icelandic cabinet, Gennaio 2009. (ARTICOLO)

[3] BBC.co.uk - Iceland announces early election, Gennaio 2009. (ARTICOLO)

[4] BBC.co.uk - Iceland approves new Icesave deal, Dicembre 2009. (ARTICOLO)

[5] Guardian.co.uk - Iceland’s bizarre Icesave referendum, Marzo 2010. (ARTICOLO)

[6] IceNews.is - Fresh wave of protests outside Icelandic parliament, Ottobre 2010. (ARTICOLO)

[7] BBC.co.uk - Iceland president calls referendum on new Icesave deal, Febbraio 2011. (ARTICOLO)


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