Foglie cadute
sul giardino che
sembra
vecchio cent'anni.
( Basho)
bato 13 novembre 2010
bato 13 novembre 2010
Marista e le piccole cose ,un altro
tempo un altro giardino
Pioggia lieve come un presagio di
autunno, le prime foglie ingiallite cadono sull'erba, sono belle, lucide,
vivono di nuova vita dopo l'arsura estiva.Esco in giardino, mi
decido,un tepore umido e profumato m'accoglie.Normalmente passo di
sfuggita in giardino, per lo meno da quando non curo più le mie piante, ora invece mi
soffermo, è finita l'afa, mi muovo quasi a mio agio, rinfrancata, e mi
appare tutto desolato, proprio come come me, mi vien da considerare
distrattamente.
Qualche vecchio albero è morto, il
prugno rosso abbracciato stretto al suo fratello minore dai frutti
dolcissimi, non ha resistito al caldo umido, e sono morti insieme,
abbracciati come sempre. Ora stanno lì, rinsecchiti e popolati da
formiche, aspettano solo di esser tagliati. So che mi dispiacerà. La
giù in fondo, nel folto dei rami del giardino inselvatichito,
spicca una festosa ghirlanda di fiori rossi, una buganvillea, nemmeno
ricordavo di averla piantata in quell'angolo,chi sa quando poi.
Coraggiosa si inerpica fin dentro il vecchio pino, su in alto, a
sfiorare i nidi delle gazze, e ,vittoriosa esce dall'intrico dei
rami per tuffarsi decisa in un enorme cespuglio di corbezzolo più
in basso. Dio mio, anche la natura qui è disordinata e ribelle !
Una specie di vecchia panchina in pietra , raffazzonata un po alla
meglio tanti anni fa, ora sta cedendo, pare voglia cadere in avanti.
No, è ancora solida, mi regge accogliendomi indifferente e ruvida
di licheni. Si sta bene qui,mi è mancato questo angolo .Un refolo
dal mare lontano mi porta il fresco profumo della cedrina, non può
essere, è viva ancora? Si,la delicata cedrina ha resistito, ha le
foglie piccole, i rami stenti, fragili,ma è ancora qui. Ne colgo un
rametto, e d'incanto Lei è qui, è venuta infine, è davanti a me.
Se ne sta seduta pigra e sorniona nella poltroncina preferita, mi
fissa silenziosa, poi mi apostrofa asciutta:“perchè hai raccolto
tanta cedrina” è un po accigliata. In effetti ho esagerato, dei
rami profumati intervallati da piccole spighe di fiori bianchi,ne ho
fatto un fascio da mettere in un grande vaso sul davanzale della
veranda, così che al mattino quando si fa la colazione, il suo
profumo arrivi sino al mio posto.
Un altro tempo, un altro giardino e
mia madre è visibilmente contrariata. La osservo e mi dico che
ha ragione papà: quando mamma si indigna ( lui usa questo
termine)..gli occhi mandano lampi verdi. Ma son tempeste brevi .
Continuo tranquilla a godermi la fragranza del piccolo arbusto e
nuovi ricordi arrivano, mamma ora ha un abito a fiori, apparecchia
per il te con la solita calma e precisione..porta dei dolcetti che
non riuscirò ma a riprodurre, il sole entra obliquo da dietro le
tende, di mussola? I raggi del tramonto le illuminano la folta massa
di capelli che spiccano castani sul viso pallido,bella. Tutti ridono, anche
la Maria, felice perchè finalmente il marito ha trovato lavoro ed il
figlio è stato promosso, quindi in autunno andra' a lavorare e
sarà in un bar vicino a Piazza di Pietra; papà credo ci abbia
messo una buona parola, lui aiuta tutti. Festeggiamo queste buone
novità . Siamo contenti ,hanno sofferto in quella famiglia molto per
la guerra,.hanno perso casa, terra..parenti,.un contadino senza la
sua terra è nulla, mi dice mamma. Per il poco che si può, li si
aiuta Ma ora Maria ride e scherzosa mi tira le trecce. Si trova
bene ad aiutare in casa nostra dice, siamo allegri e lei si sente
come fosse a casa sua, libera. Io non capisco cosa intende.. capirò
poi frequentando altre case.
La mia cedrina la ho troppo
strapazzata. Vorrei restare qui a ricordare, per sempre, deve
esser tardi Il mio barboncino nero sparisce dietro un cespuglio, ma è
solo un fantasma o quasi, inutile chiamarlo, d'improvviso mi viene da
piangere. Dal mare vengono brevi refoli freschi, il pino sussurra e
in un attimo sono di nuovo a Roma, sotto gli alti pini di
uell'altro giardino in un altro tempo, dal quale debbo distaccarmi,
ma non ci riesco..Mamma mi guarda ancora accigliata, non parla, mi sta
rimproverando credo. Si, debbo andare. Tempesta, la gatta di mia
figlia, silenziosa mi ha raggiunto, si struscia sulle mie gambe e si
lecca il naso, il messaggio è chiaro,ha fame..obbedisco. Prendo la
strada più lunga per casa ,un po mi stanco è vero, ma sono
contenta, mi dico che pian piano riuscirò a risistemare tutto. Ogni
giorno una piccola cosa, e tutto tornerà in ordine.
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