Augusto Grandi giornalista del Sole24ore
Ho trovato conferma di tutte le mie paure in questo articolo dal sito Qelsi
C’è un’Italia contro “Il Grigiocrate” al servizio dei
mercati. E’ l’Italia di Augusto Grandi, Daniele Lazzeri e Andrea
Marcigliano, autori del libro intitolato appunto “Il Grigiocrate”,
soprannome poco lusinghiero riservato al premier italiano Mario
Monti. “Un grigio tecnocrate”, ex commissario Ue al servizio dei
mercati. Tutt’altro che disposto a fare gli interessi degli
italiani.
Nelle 175 pagine del pamphlet si raccontano verità
scomode, noi di Qelsi ne abbiamo parlato con uno degli autori:
Augusto
Grandi, giornalista economico del Sole24Ore, scrittore di saggi
politico-economici e di narrativa. Vincitore del premio St. Vincent
di giornalismo, ha recentemente realizzato con reportage di viaggio
alcune mostre fotografiche sullo sfruttamento del lavoro nel
mondo.
In questa intervista esclusiva rilasciata a Qelsi, Augusto
Grandi ci parla del “Grigiocrate”.
Augusto Grandi, la tesi principale de “Il Grigiocrate”
suggerisce che l’Italia sia stata indicata come luogo giusto per
sperimentare un nuovo modello politico. In cosa consiste questo
modello? E perché l’Italia?
Il modello è quello di
un’Europa del sud trasformata in una sorta di Bangladesh per
l’europa del nord. Bassi salari, fuga dei cervelli e importazione
di braccia per lavori non qualificati. Ma un Bangladesh anche a
vocazione turistica. Il paradiso dove verranno a svernare ricchi
cinesi e tedeschi, russi e americani. Perché l’Italia? Perché la
Grecia è troppo piccola e debole per sperimentare un modello.
L’Italia è la terza economia europea, la seconda manifatturiera.
Dunque la sperimentazione ha davvero senso.
Nel libro,
Mario Monti è definito “un uomo abituato a essere nominato e non
eletto”. Chi è Mario Monti? E perché è stato scelto lui?
Un
uomo per tutte le stagioni. Commissario europeo in quota centrodestra
e pure in quota centrosinistra. Membro del cda Fiat all’epoca delle
tangenti di cui non si era accorto. E poi Goldman Sachs e agenzia di
rating che declassava l’Italia mentre lui non se ne accorgeva. Un
tipo distratto, ma silente e sobrio esecutore degli ordini dei poteri
forti. Quei poteri forti che secondo lui non esistono, per poi
sostenere che aveva perso il loro favore. L’uomo ideale per
svolgere il lavoro sporco nell’interesse dei mercati internazionali
e a danno dell’Italia.
Mario Monti si può definire un
“uomo solo al comando” oppure la sua ascesa è frutto di un
intreccio di rapporti e amicizie?
Mai solo al
comando. Sempre e soltanto all’interno della sua cerchia di potenti
e di camerieri dei potenti.
Altra figura di spicco di
questo governo è Elsa Fornero, ministro del lavoro. Una frase del
libro recita “In realtà ad Elsa interessava scardinare tutto il
sistema sociale italiano, basato su tutele a volte eccessive ma
comunque indispensabili per garantire la sopravvivenza dell’economia
nazionale”. Perché questo?
La Fornero è il braccio
armato del governo. Ha portato l’età delle pensioni ai livelli
record d’Europa. Non si è accorta, distratta anche lei, delle
decine di migliaia di persone che, grazie a lei, perdevano pensione e
reddito da lavoro. Ha dato la libertà di licenziare e di fronte a
800 mila disoccupati in più ha ricordato che in un’azienda gli
occupati erano aumentati. Grazie alle follie della Fornero i
lavoratori italiani sono costretti ad accettare condiziono indecenti
o ad emigrare. Il progetto di impoverire l’Italia non può
prescindere da lei.
Nel “Grigiocrate” si fa più volte
riferimento ai “giornali amici” del governo tecnico. Quali
sono?
C’è solo l’imbarazzo della scelta. A partire
dal Corriere, che ha avuto Monti come editorialista per vent’anni,
per passare a Repubblica che su Monti vuol creare il partito
“scalfariano”. E poi l’ipocrisia de La Stampa che descrive
sbavando servilmente le sobrie vacanze di Monti a St. Moritz. E
ancora Il Messaggero casiniano.
L’Italia ha già
conosciuto precedenti esperienze di governi tecnici: Amato e Ciampi.
Quali sono le analogie e quali le differenze con Monti?
Amato
era un politico. E non a caso è finito nella squadra di Monti, visto
che anche Amato era molto distratto quando non si accorgeva delle
tangenti. In fondo Monti completa il disastro di Amato e Ciampi che
hanno portato il debito italiano all’estero, creando le condizioni
per la speculazione attuale. Il Giappone, con un debito doppio
rispetto all’Italia, paga interessi pari a un terzo, perché il
debito è in mano giapponese.
Cosa impedisce all’Italia
di fare come il Giappone?
Avere governanti al servizio
degli speculatori. Il debito deve rientrare in Italia, ma se i soldi
dell’Imu e delle altre tasse servono per pagare gli interessi, non
ci sono più per ricomprare il debito. E alla speculazione fa molto
più comodo incassare il 6 per cento sui titoli italiani.
Cosa
cambierà nell’Italia del dopo Monti? E quali alternative hanno gli
italiani, soprattutto giovani?
Per cambiare servirebbe
una volontà politica di cambiamento. Invece, con l’attuale classe
politica, si rischia che il dopo Monti sia un altro Monti, o comunque
una indecente ammucchiata che mantenga lo sfruttamento degli italiani
per accontentare i mercati. Per i giovani italiani esiste un modello
alternativo, quello dell’Argentina della tostissima Kirchner.
Si
parla spesso di complotti delle banche, signoraggio primario e
secondario, piani per impoverire i Paesi dell’Europa del sud.
Eccessivo complottismo o c’è qualcosa di vero?
Nessun
complottismo. La strategia per cambiare l’assetto europeo è
dichiarata ufficialmente. Nessuna segretezza. I poteri forti non si
nascondono neppure più.
Risanare i conti pubblici e
ridurre il debito pubblico: sembrano queste le priorità del governo
tecnico. Si tratta solo di spauracchi sventolati in faccia agli
italiani o sono esigenze reali?
Risanare si deve. Ma per
ridurre il debito pubblico si deve crescere. Se si continua a
massacrare il risparmio degli italiani, si riducono i consumi e si
provoca la recessione. E in queste condizioni non si risana
l’economia e non si riduce il debito.
Quello di Monti è
stato spesso definito dai critici un “modello cinese”, nel
“Grigiocrate” si sostiene invece che il modello Monti rappresenti
una regressione rispetto a ciò che sta avvenendo in Cina. Perché?
La
Cina si è resa conto che deve migliorare le condizioni economiche
della popolazione, Monti le peggiora in nome degli speculatori. La
Cina recupera Confucio e chiede che i giovani si occupino degli
anziani, Monti e Fornero vogliono che i giovani emigrino lasciando
gli anziani a morire negli ospizi.
Il governo Monti può
essere definito una sconfitta della politica? Se sì, in cosa ha
sbagliato la classe politica italiana?
Sicuramente Monti
è una sconfitta della politica. Che ha rinunciato a governare per
asservirsi totalmente ai mercati internazionali. Politici che non
hanno avuto la capacità di realizzare le riforme, che hanno assunto
decine di migliaia di finti lavoratori per mero clientelismo. Che non
hanno avuto il coraggio di prendere esempio dal governo peronista
argentino. A Buenos Aires la popolazione vale più dei banchieri e
degli speculatori.
All’Italia converrebbe uscire
dall’euro oppure no? E’ vero che l’uscita dall’eurozona
sarebbe una catastrofe?
Sarebbe un disastro per l’Europa,
prima ancora che per l’Italia. Per noi i problemi potrebbero essere
ridotti da accordi internazionali con Paesi come la Russia, in grado
di garantire liquidità.
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