Finalmente circa 1,25 milioni
di famiglie ( stima ABI) potranno tirare un respiro di sollievo grazie alla convenzione tra ABI e Ministero
Economia. Le Banche offriranno ai
clienti la possibilità di rinegoziare i mutui prima casa a tasso variabile
accesi prima del 2007. Le famiglie in base ad un calcolo Abi su base di mutuo
ventennale di 80.000 euro, risparmieranno ciascuna circa 850 euro l’anno.
Spiega il Governo : «Abbiamo introdotto la possibilità,
per chi paga rate di mutuo e ha lo stipendio fermo, di ritornare alla rata del
mutuo del 2006, con un prolungamento del tempo di pagamento delle rate ma con
la possibilità, se cambieranno le condizioni, di vedersi riconosciuta la somma
pagata in più», e non è un particolare questo da sottovalutare credo.
Tremonti poi conferma che si stanno valutando misure
fiscali nei confronti delle Banche e di altri soggetti che “ hanno conseguito
profitti di congiuntura”, alludendo ad Assicurazioni e Petrolieri, ed ha precisato che si “rimodulerà la base imponibile”.
Speriamo : si sentiva forte la necessità di un minimo
di equità fiscale nel Paese, infatti si vocifera della possibilità per esempio che si agisca su uno dei privilegi delle Banche :
la totale deducibilità degli interessi passivi, che in altri tipi di impresa
hanno un tetto.
Sembra che finalmente ci si renda conto che anche i
cittadini hanno diritto di respirare,
speriamo che questo sia l’inizio di un periodo di attenzione vera e non
“parlata”, verso sti poveracci di Italiani
Nota Abi, sul Sole 24 ore del 22 maggio :
La rinegoziazione comporterà la riduzione dell'importo della rata a
cominciare da quelle che scadranno dopo 90 giorni dalla data di
rinegoziazione. La nuova rata si calcola applicando all'importo
originario del mutuo il tasso di interesse contrattuale medio del 2006.
La differenza
tra l'importo della rata dovuta secondo il piano di
ammortamento originariamente previsto e quello risultante dall'atto di
rinegoziazione è addebitata su di un conto di finanziamento accessorio
regolato al tasso Irs a dieci anni, riferito alla data di
rinegoziazione, maggiorato di uno spread dello 0,50 (dunque tasso
fisso). Il mutuo diventa a rata fissa, di importo medio analogo a
quello pagato nel 2006. Ma attenzione: l'Abi spiega che «la durata
resta inizialmente invariata e il suo eventuale allungamento dipenderà
dall'andamento dei tassi di interesse».
Se dalla rinegoziazione alla scadenza i tassi di interesse sono
mediamente saliti o non sufficientemente diminuiti, la durata del mutuo
verrà automaticamente estesa, sempre a rata fissa, per il periodo
sufficiente a rimborsare l'eventuale finanziamento accessorio. Se,
invece, durante la vita del mutuo rinegoziato i tassi di interesse
scendono in misura superiore al beneficio già acquisito con il
passaggio alla rata fissa, il beneficio legato al nuovo tasso verrà
riconosciuto attraverso il ritorno a una inferiore rata variabile come
prevista dal mutuo originario.
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