Nadine Federici Miccichè Show: Costretti a prendere una casa in comune |
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Scritto da Marista Urru
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venerdì 16 dicembre 2011 |
I parlamentari come gli studenti universitari. Speriamo non siano costretti a prostituirsi per pagare l’affitto.
Di Nadine Federici per Futuro Libero
“Pagavo 3.000 euro per affitto e cameriera, ora non me lo posso
permettere più”. A gridare per il dolore è Gianfranco Miccichè che –
dopo aver ammesso in maniera poco furba di potersi permettere
addirittura la cameriera – si dice pronto “ad andare in guerra con
questo mondo cattivo”, sfidando “la demagogia e questa folle corsa a chi
è più bravo tra Gianfranco Fini e Renato Schifani” a tagliare i costi
della politica.
Il leader del Grande sud sembra il protagonista di una gag o di un show
demenziale e parla già di un piano alternativo mentre chiagne miseria:
“Io e altri tre o quattro deputati stiamo pensando di prendere una casa
in comune. Non possiamo più andare avanti così”. I deputati prenderanno
la casa in comune: come molte persone fanno adesso nella capitale,
quindi il suo piano non sembra eclatante.
Ma Miccichè si agita e insiste: o flat sharing oppure si dovranno “prenderemo due aerei al giorno per tornare nel nostro territorio. Sarebbe tutto naturalmente a carico della Camera…”. Puzza di minaccia. Eppure Miccichè assicura: non solo non sta intimorendo nessuno (ci mancherebbe pure), ma non vorrebbe neppure fare alcuna provocazione. Ovvio, certo: ce ne eravamo accorti.
Intanto, però, il deputato siciliano insiste e si comporta come una moglie capricciosa che vuole per Natale una pelliccia dal marito operaio. “Altrimenti”, dice infatti, “facciamo come si faceva una volta. I parlamentari dormivano e bivaccavano in Parlamento sui divanetti e sulle poltrone”. E’ bellissima la proposta di Miccichè: da approvare subito.
Non pago di tante uscite infelici, l’ex membro del governo Berlusconi insiste senza il buon senso (se mai ne possa essere dotato) filtri le sue parole : “Da ministro guadagnavo 4.000 euro che naturalmente ho perso. Ora nel giro di qualche settimana ho visto il mio stipendio decurtato di altre 3.000 euro. Ne guadagno 7.500 al mese”, una vera miseria. E poi – forse prendendo spunto dalla splendida arte dialettica di Borghezio – la spara enorme: “Forse un romano può campare con quei soldi, noi deputati invece no. Dobbiamo pagare il taxi dall’aeroporto, poi l’albergo e io non ho una cuoca a casa che mi fa da mangiare. Devo andare a ristorante e ora ci toglieranno anche quello…” (potrebbe farsi preparare il panino con la frittata e risolvere come tutti).
A ogni modo, Miccichè puntualizza di non volersi lamentare –nel caso il lettore distratto possa averlo pensato – perché “noi restiamo dei privilegiati, ma le vere caste sono altre. Io non prendo tangenti e per fare quello che faccio ho lavorato una vita. Posso capire se tutti dobbiamo dare l’esempio agli italiani: ma perché solo noi? Perché, per esempio, i magistrati no?”. Qua dobbiamo farci seri e spiegare che secondo la Legge n. 1261 del 31 ottobre 1965, secondo cui l’indennità dei parlamentari sarebbe agganciata allo stipendio di un magistrato presidente di sezione di Cassazione con 35 anni di anzianità. Il che significa che chi è appena stato eletto ottiene lo stesso stipendio di un magistrato a fine carriera. Qualcuno lo spieghi a Miccichè comunque e visto che afferma che è una vita che studia per la politica, prenda davvero per una volta qualche libro diritto in mano senza infilarci dentro i fumetti di Tex Willer.
E poi la considerazione finale: “Tanti deputati la pensano come me. Non abbiamo più neanche i benefit”, cosa di cui mancano anche tanti cittadini comuni. “Questo sistema obbligherà i cittadini a scappare dalla politica. Nessuno vorrà fare più il parlamentare…”, frase –questa- che lascia intendere che gli italiani vogliono diventare parlamentari non per senso di dovere nei confronti della Patria, ma solo per far soldi… allora è meglio tagliare, tagliare e tagliare le indennità.
(16 Dicembre 2011)
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1. E' cosa vecchia. Scritto da alvaro
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' target='_blank'>, il 17-12-2011 01:19 Cara mia Nadine, e' cosa vecchia che gli italiani facciano politica solo per i soldi e non per altro solo che prima, fra i furbi, non lo diceva nessuno per ovvi motivi oggi e' arrivato Micciche'che non e' nemmeno furbo e allora tutti lo scoprono. Ma e' come scoprire l'acqua calda, e purtroppo fino a che non cambiera' questo modo di fare politica l'Italia sara' sempre in mano ai professori con tutto quello che ne deriva. Alvaro.
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