Le pesche originano dalla Cina giungendo in Europa tramite la Persia , ciò spiega
il nome volgare, le "persiche."
Ricordo con un pizzico di nostalgia come al mercato
tanti anni fa le fruttivendole urlavano a squarciagola, "persicheee, dorci
all'albero, venite donne assaggiateee..." E davvero, con un coltellino tagliavano pezzi da frutti succosi e profumati per fartele assaggiare, che l'acquirente provasse quale meraviglia di polpa e sapore stavano
offrendo, sottrarsi era difficile, anche
se il succo colante ed appiccicoso suggeriva di
rifiutare.
Qualcuno si chiederà che si intendesse con la frase”dolci
all’albero”, con quelle tre semplici parole si specificava un qualcosa che solo
pochi fortunati ormai possono permettersi,
che quella era frutta maturata
sull’albero, il gusto dolce e zuccherino, derivava dalla carezza del sole, non
era stata raccolta acerba ed
immagazzinata, ma era maturata all’aria ed al sole, ricca di vitamine sapore.
L’offerta era varia, infinite le qualità di molte delle
quali si è perso il ricordo, un patrimonio buttato in nome dell’interesse della
grande distribuzione e della industria alimentare, e chi sa quali altri scempi
preparano col solito sistema , a piccoli passi ti abituano a mangiare e pagare
caro quello che vogliono, fanno in modo che il tuo gusto imbarbarisca e non
senta più il sapore di stantio, di
carta, di chimico, su frutta e verdure, mentre le qualità diminuiscono sempre
più..tutto per arricchire pochi noti potenti e l’indotto caravanserraglio che
si portano appresso volto a fare lievitare il prezzo, questi criminali per
arricchirsi fuori misura fanno buttare quintali di prodotti con i quali
potremmo salvare dalla denutrizione comunità e paesi,
invece.. buttiamo quello cvhe viene definito surplus per fare in modo che il
prezzo resti alto per tutti tranne che per il piccoli agricoltori, uno dei tanti
casi di criminalità legalizzata, su cui si spendono poche parole,, ed anche
questo la dice lunga
A questo punto come non menzionare una qualità di pesca che
nel lazio era la prediletta la
“reginelle spaccar elle”, qualità che non vedo più, il frutto era a polpa succosa, ma
al punto giusto, e stringendolo
tra le mani si riusciva a spaccarlo bene
a metà come una albicocca, il che
tornava particolarmente utile, perché le spaccar elle, qualità ottima per profumo e consistenza,
potevano però avere il difetto di essere amare all’osso se mal coltivate quindi
andavano assolutamente assaggiate prima di “azzardarsi “all’acquisto, o meglio
alla contrattazione che prevedeva l’acquisto, e poi ti potevi sbizzarrire in
dolci, marmellate, o come ottimo dessert casareccio , le coprivi di buon vino dei castelli, quello verace, che
metteva il buon umore. Ora che molte
qualità son sparite, tutto si appiattisce e si uniforma, per lo più troviamo, almeno
dalle mie parti, delle pesche grosse come meloni o noci pesche, sempre grosse
come piccoli parigini, di sapore omologato ed uniforme, frutti spesso legnosi
ed acerbi , paghiamo anche questo tributo alla industria degli alimenti perché
diventi sempre più ricca , ma rovinosa per il gusto e per la biodiversità
Fortunatamente dei volenterosi si danno da fare per evitare che alcune specie si estinguano del tutto e la
reginella spaccarella del lazio non poteva essere dimenticata, abbiamo una sagra a Moricone ogni 2 Agosto,
alla quale vale la pena di andare, e comunque
nel Parco Regionale dei Monti Lucretili
estremo sud dei Monti Sabini, si coltiva questa pesca tra le altre
specie a rischio di estinzione
Comunque nei super mercati e sui banchetti rionali qualche
varietà per ora, bontà loro ce la hanno
lasciata, anche se ho l’impressione che negli squallidi banchetti d’oggi, nei
bancali o nelle cassette di plastica, ogni anno aumenta la uniformità, finiremo
ad un tipo per ogni gruppo. I gruppi principali sono tre: che io sappia:
-
Normali a polpa bianca o gialla , duracine o spicca, se si
staccano dal nocciolo
-
Nettarine, bianche o gialle e buccia glabra
-
Percoche, dette anche pesche-cotogne
Comunque non si può fare a meno di ricordare ed annotare come certi ambientalisti politicamente
attivi possano smaniare ed appassionarsi alle sorti di un verme di fiume,
spesso arrivando a proibire la pulizia di rivi e canali, con gravi danni per la comunità, ma non sembrano commuoversi
degli scempi causati dalle industrie alimentari con la selezione ed esclusione
di specie e qualità, con uso di insetticidi e diserbanti.. due chiacchere, un
distintivo, la richiesta del voto..e
nessuna vera opposizione, né vera informazione. Quando si dice la potenza del Dio Danaro!
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