Isola di Bouvet
Qualcuno ricorderà James
Stanford banchiere accusato di super truffa da 9,8 miliardi di
dollari, è salito agli onori della cronaca nel febbraio del 2009
e anche nel bel Paese abbiamo potuto apprendere delle sue perfomances
bancarie. Proprietario della Stanford International Bank, fu
accusato dalla SEC ((Security and Exchange Commission) di aver
venduto alla clientela certificati di deposito promettendo ricavi
irrealistici. Pare abbia reagito con molta freddezza, non avrebbe
mosso ciglio alla accuse, anzi con una mail ai dipendenti, avvertì
di aver intenzione di contribuire all'inchiesta per «combattere
con tutte le sue forze per mantenere il nostro buon nome e salvare
l'eredità che abbiamo costruito assieme». Dopo di che fu uccel di
bosco fin quando l'FBI non lo fermò in Virginia..
Le isole piacciono a questo banchiere dasgli affari nebulosi, infatti risiede ad Antigua dove possiede, ovviamente, due Banche,
ma, particolare definito inquietante, spunta nella sua vicenda ricca di nomi e sussurri e sospetti, una
isola sperduta e disabitata, brulla e tetra sita in Norvegia.
Mentre Stanford soggiorna in prigione,
si indaga sui suoi colossali interessi ed il WMR è riuscito ad
entraree in possesso del documento in cui sono elencati i depositanti
della banca Stannford: provengono da 114 nazioni diverse, e questo
dà la misura , ma la differenza la fa probabilmente un unico
depositante , quello appunto che proverrebbe da isola di Bouvet
isoletta subantartica dove dovrebbe esserci una stazione
metereologica norvegese automatica.
comedonchisciotte,
"L'uso dell'isola Bouvet come
tappa nel flusso degli investimenti nella SIBL (NdT: acronimo per
Stanford International Bank Ltd.) alimenta il sospetto che la
Stanford's bank divenne la nuova Bank of Credit and Commerce
International (BCCI) per diverse agenzie di servizi segreti come la
CIA, la britannica MI-6 e il Mossad; per il riciclaggio di denaro
proveniente dal narcotrafico; per traffico di armi e versamenti
illegali a favore della Cia, di altre agenzie e anche alla
criminalità internazionale organizzata. "
un articolo
pubblicato tempo fa su Comedonchisciotte è tutto da leggere
I SOLDI DEL NARCOTRAFFICO SALVARONO
LE BANCHE DURANTE LA CRISI MONDIALE
Rajeev Syal, del The
Observer/The Guardian (13.12.09), riferisce che l'italiano
Antonio Maria Costa, capo dell' Ufficio Droghe e Crimini dell'ONU
(UNODC, nella sigla dall'inglese), rivelò che 352 miliardi di
dollari di proventi criminali, furono effettivamente (sic) riciclati
per mano di istituti bancari, permettendo così al sistema
finanziario di rimanere a galla, nel culmine della crisi mondiale.
A
quale cartello di narcotraffico in voga, verrà offerto il prossimo
Premio Nobel per l'Economia, ringraziandolo così, per la loro
filantropica efficienza nella fiscalità mondiale?
Maria
Costa ribadì altresì, di poter evidenziare (sic) il fatto che i
soldi della criminalità organizzata furono l'unico investimento di
capitale volto a salvare, l'anno scorso, certe banche sull'orlo
del crollo; fu così, che la maggior parte dei guadagni del
narcotraffico, somma che risale a 352 miliardi di dollari, furono
immessi nel sistema economico.
Perché Maria Costa sminuisce
e disprezza così tanto i guadagni del narcotraffico mondiale, quando
il Times (11.11.07) conferma che tre anni fa aumentarono di oltre 2
mila miliardi di dollari ?
Sempre secondo Syal, le esplosive
dichiarazioni di Maria Costa incoraggeranno l'intervento (sic)
della criminalità nel sistema economico nei periodi di crisi. Ma,
soltanto durante le crisi? Non è che influiscono anche prima e dopo?
Le banche sane, non aderiscono al riciclaggio di capitali?
Il
riciclaggio di capitali è o non è, il maggiore business bancario,
come ci ha insegnato la banca anglosassone già dal XIX secolo, nelle
due guerre dell'oppio contro la Cina ( vedi Afghanistan: la terza
guerra anglosassone dell'oppio; Radar geopolitico,
Controlinea,20.11.09)?
Le rivelazioni dello zar mondiale
dei narcotici dell'ONU a un giornale britannico, molto vicino a
Gordon Brown, hanno luogo soltanto quando l' impudenza e la crisi
dei banchieri oltrepassano i limiti tollerati nei due lati dell'
Atlantico e quando i riscatti verso i contribuenti, servono soltanto
a proseguire l'incurabile dipendenza alla speculazione, sfidando
oltremodo i loro salvatori: la massa senza forma di cittadini pronti
alla ribellione ( vedi Al microscopio, 13.12.09 ).
Le
pressioni politiche su entrambi i lati dell'Atlantico, esigono
maggiore controllo sui banchieri inutili, protetti dalla criminalità
e dalle istituzioni giudiziarie, che godono dei poteri per attentare
contro la civiltà, contro i basilari diritti di libertà e contro le
istituzioni democratiche, essendo diventati in modo tirannico, gli
uomini più potenti del pianeta e i nemici numero uno del genere
umano.
Maria Costa sostiene di essere venuto a conoscenza
della dimensione del riciclaggio bancario soltanto 18 mesi fa (sic),
dopo la segnalazione dei servizi segreti di spionaggio e dei pubblici
ministeri: nel secondo semestre del 2008 la liquidità disponibile
del sistema bancario, fu il maggior problema, e ciò diventò un
fattore degno di nota, quando i soldi della malavita (sic) furono
adoperati per il salvataggio di qualche (doppio sic) banca sull'orlo
del collasso.
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