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Oggi giorno della Shoah ma dove è l'errore che si ripete ?
Scritto da Marista Urru
lunedì 27 gennaio 2014
Oggi è il 27 gennaio e si commemora il giorno in cui i soldati
dell’Armata Rossa raggiunsero e liberarono i sopravvissuti del campo di
sterminio di Auschwitz nel 1945. Da allora questo giorno è conosciuto
anche come “Giorno della memoria” e la sua commemorazione ufficiale nel
nostro Paese ha avuto, fin da subito, lo scopo di non far dimenticare
alle nuove generazioni quanto gli uomini possano essere crudeli e
spietati, per futili motivi, nei confronti dei loro stessi simili, e
quanta sofferenza e quanto dolore possono nascere da una visione
immorale e distorta della realtà.
Col tempo il Giorno della Memoria è divenuto un modo per ricordare non
solo le sofferenze patite dai prigionieri dei nazisti, ma anche da tutte
le vittime di tutti gli altri eccidi di massa perpetrati ai danni di
minoranze etniche, religiose e politiche.
Nei campi di concentramento nazisti hanno trovato la morte moltissime
persone, prive di colpa alcuna, e solo perché erano nati in gruppi
etnici differenti da quello maggioritario o perché avevano idee
politiche contrastanti con quelle che dominavano l’Europa in quel
momento storico. Ebrei, Rom, Sinthi, Jenish, Polacchi, Slavi, Russi, ma
anche per motivi religiosi, Testimoni di Geova e Pentecostali, per
motivi politici dissidenti e prigionieri di guerra sovietici, e per
motivi ancora più spregevoli anche omosessuali, malati di mente e
portatori di handicap.
Non meno di 15 milioni di persone, tra uomini, donne, vecchi e bambini,
vennero uccise o morirono di stenti dentro ai campi di prigionia
nazisti. Olocausto.
Nei 69 anni che ci dividono dal momento in cui i soldati sovietici
raggiunsero il perimetro di Auschwitz, tutti gli anni viene commemorato
in Europa il momento simbolo del punto più basso toccato dalla morale e
dall’etica umana nel nostro continente, ma non solo le idee che
portarono a quell’orrenda strage sono ancora oggi acclamate e perfino
invocate pubblicamente, ma in molte parti del mondo in questi
settant’anni si sono perpetrati moltissimi simili Olocausti ai danni di
altre minoranze: basti ricordare gli eccidi etnici di Burundi e Ruanda,
quelli politici dell’Argentina e del Cile, quelli religiosi in India,
Pakistan o, recentissimi, a Timor Est, quelli di interesse territoriale
in Sud Sudan, le guerre tra Etiopia e Eritrea, ma anche le guerre di
Indocina e gli analoghi sterminei politico-etnici nell’Unione Sovietica
nei Gulag (i campi russi che ispirarono poi i Lager nazisti). E ancora
oggi pochi ricordano l’eccidio degli Armeni e le sofferenze dei Curdi,
le sofferenze degli istriani (che hanno ottenuto un riconoscimento nel
nostro Paese solo dal 2004), le crudeli stragi perpetrate ai danni di
cittadini eritrei, somali ed etiopi proprio da noi italiani durante la
Seconda Guerra Mondiale. Gli stermini in epoca moderna degli Indios del
Centro e Sud America per l’occupazione territoriale. Perfino l’Apartheid
viene oggi troppo spesso dimenticata, e a poche settimane dalla morte
di Nelson Mandela sono in tanti ad ignorare chi fosse e cosa
rappresentasse.
Non ultimo si è perso il ricordo di leggi assurde proprio in Europa e in
quei paesi che avevano fatto del disprezzo dell’immoralità nazista la
loro bandiera: basti pensare alla sorte di Alan Turing, che per via
della sua omosessualità patì torture da parte dello stato britannico,
pur essendo colui che grazie al proprio intelletto aveva salvato la vita
a moltissimi cittadini britannici violando il codice Enigma usato dai
nazisti per cifrare i documenti di guerra. Immani sofferenze perpetrate
in nome di una supposta superiorità o morale di una parte dell’umanità
sull’altra.
Si parla del Giorno della memoria, ma non si spiega cosa ha condotto
l’umanità a una simile mostruosità, non si spiega dov’è l’errore, e
l’errore viene continuamente ripetuto, nel piccolo della propria
individualità, tramite il disprezzo che lentamente si trasforma in odio
nei confronti di persone che avrebbero la sola “colpa” di esistere, e
nella cronaca di questi settant’anni in cui ciò che i nazisti fecero a
15 milioni di persone è stato continuato ad essere fatto a moltissimi
altri milioni di individui con l’indignazione di pochi, l’ignoranza di
molti, l’interesse di alcuni.