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Oman i pirati e la fame , Ormuz l'Iran i traffici il petrolio e su tutti l'avidità degli sciacalli PDF Stampa E-mail

Scritto da Marista Urru   
martedì 27 dicembre 2011


Golgo persico e golfo Oman

Eccoci di nuovo: una altra nave Italiana* viene sequestrata dai Pirati, è accaduto ieri mattina alle 5 al largo delle coste paradisiache dell'Oman , nel golfo omonimo, quello che in un certo senso fa da porta al Golfo Persico.

Il teatro è appunto da favola ed a raccontare quello che vi accade sembra di leggere un libro di Salgari, pirati che all'alba con barchini leggeri accostano la grande petroliera e la sequestrano con tutto l'equipaggio, poi arriverà la richiesta di riscatto. Girano molti danari , e come scritto su questo sito da Franco Parpaiola, queste somme andranno a rimpinguare i soliti commerci: armi, droga, contrabbando. Molto poco romantico in realtà, i pirati sono risorti a causa della povertà, sono in realtà essi stessi vittime e schiavi, sono gli esecutori materiali, spesso somali*, e di tutto quel vorticare di milioni prenderanno molto, molto poco. Di questa realtà nel sito se nè scritto diffusamente , scritti di F. Parpaiola QUI per una  obiettiva analisi della pirateria somala








Scrive tra l'altro Parpaiola, forte della sua pluridecennale  esperienza sui mari del mondo a proposito della pesca di frodo che ha tanto contribuito ad impoverire i somali : "Pertanto, mentre in quegli anni i somali dalle loro spiagge vedevano le Navi Fabbrica di mezzo mondo rubare loro i pesci, rendendo la loro uscita in mare con le loro barchette e scialuppe da pesca, in mezzo a quei mastodonti del mare, vana e altamente pericolosa, le loro famiglie pativano la fame. Allora i pescatori somali si armarono, cominciarono a giocare a fare Robin Hood e andarono in mare a prendersi il pesce che i pescherecci stranieri stavano loro rubando. " e poi aggiunge: "Negli anni, nel complesso è stato pagato un riscatto per oltre 300 navi, ora calcola, circa 10 milioni di media per nave, arrivi a tre miliardi di dollari, se invece diamo credo ad altre fonti, parliamo di un totale di 500 Navi e si arriva a 5 miliardi, e in Somalia continuano a morire di fame.

...Di fame non muoiono invece i veri pirati, cioè gli aguzzini dei pescatori corsari, che siedono alle Nazioni Unite, e che maneggiano da dietro le quinte questo turpe business internazionale, inaspettata pioggia di dollari. "

Una realtà scomoda da denunciare, ma se ancora esistono Uomini onesti, si deve cominciare, va fatto, detto, scritto, urlato, approfondito se ancora vogliamo dirci Uomini e no sciacalli, iene, o sia pure solo indiretti complici degli aguzzini che stanno macellando popoli e civiltà, magari approfittando di posizioni privilegiate in organismi Internazionali che sembrano aver dimenticato le funzioni originarie.

In fondo a questo articolo, troverete riportata una , secondo me incompleta e prudentissima analisi politicamente corretta, della pirateria somala, giornalisticamente ben confezionata certo, ma i buchi ci sono, e si vedono, pubblicata su La Stampa di oggi. 29 dicembre **


Oman , dicevamo una località da mille e una notte, ricca di gas e petrolio, Oman che si trova da sempre a ricoprire un importante ruolo geopolitico in quanto di fatto ha in un certo senso il controllo dello stretto di Hormuz: tutte le navi debbono transitare davanti al porto di Muscat, la capitale, navi dell' Iran, Iraq, Emirati Arabi, Kuwait.

Sotto: Muscat la grande Moschea


Muscat Oman La grande Moschea



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ma l'Oman non è solo in questa area a svolgere tale compito importantissimo: suo vicino forte ed importante è l'Iran che proprio in questi giorni ha minacciato che, se messo alla strette da sanzioni internazionali, potrebbe benissimo chiudere lo stretto di Ormuz.

Quanto traffico navale legale e no per quelle meravigliose acque! Il 40% del traffico mondiale del petrolio passa da lì e la marina Iraniana ha da dieci giorni iniziato in quelle acque esercitazioni militari, ne mantiene il controllo saldamente tanto che, notizia di oggi:

 

Teheran, 28 dic - Chiudere lo stretto di Ormuz e' "molto facile": e' "come bere un bicchiere d'acqua" per le forze armate iraniano, ma per ora non e' necessario. Lo ha dichiarato in tv l'ammiraglio Habibollah Sayyari, comandante della marina iraniana, sottolineando quanto il mercato petrolifero ha incominciato a temere, ovvero che "tutti sanno quanto lo stretto sia importante e strategico ed e' completamente sotto il controllo della Repubblica islamica dell'Iran". Non c'e' bisogno di chiuderlo "anche perche' - ha ricordato - controlliamo il mare d'Oman e possiamo controllare il transito marittimo e petrolifero". La marina iraniana ha iniziato (sabato scorso) dieci giorni di manovre militari navali attorno allo stretto di Ormuz, dove passa il 40% del traffico marittimo petrolifero mondiale, poi da Tehran e' arrivata la minaccia di un possibile blocco se nei confronti del Paese venissero adottate ulteriori sanzioni contro il suo export di greggio. Man- 28-12-11 09:37:02 (0061)ene 3 .


castello Portighese Hormuz

Hormuz: castello Portoghese , fotoda Wikipedia autore Fariborz

 

 

 

 

 

 

 

 


Segnali inquietanti e con rimpianto ammiro le bellezze di questi luoghi, rimpianto per il paradiso naturale che indubbiamente sono e dolore per l'inferno di interessi, brame e crudeltà che la ricchezza di queste terre ha portato e porta: la Somalia al collasso, divisa, povera, Il Golfo Persico sul quale affaccia l'Iraq con la sua situazione difficile, l'Iran con la sua situazione difficile , ed il piccolo Oman, un gioiello governato da un Sultano illuminato, che ha goduto fin ora di una certa stabilità, grazie anche credo alle concessioni del sultano in occasioni della così detta "Primavera Araba" da wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Oman " Tuttavia anche in Oman il vento della rivoluzione tunisina dei gelsomini si è fatto sentire. Il sultano Qabus ben Said è stato costretto a cedere i poteri legislativi a un consiglio consultivo, per frenare il malcontento esploso in alcune manifestazioni di protesta. Secondo quanto riporta l'agenzia ufficiale Ona il sultano ha conferito "poteri legislativi e di vigilanza" sull'azione di governo al "Consiglio d'Oman" che finora aveva solo funzioni consultive."


Paradisi che la avidità e lo sciacallaggio trasformano in inferni, e se c'è un senso in tutto questo, mi sfugge.

Oman Wadi Shab
Oman  : Wadi Shab










*ROMA (Reuters) - Una nave cisterna italiana, con a bordo un equipaggio di 18 persone tra cui sei italiani, è stata sequestrata al largo delle coste dell'Oman da un gruppo di pirati.

Lo hanno riferito l'armatore - la società napoletana Marnavi - e la Farnesina.

"La nostra nave Enrico Ievoli è stata sequestrata in posizione 18.3N - 57.6E", ha fatto sapere la società sul sito Web, aggiungendo che l'equipaggio a bordo è composto da "18 persone, di cui sei italiani, cinque ucraini e sette indiani".

Intorno alle 5 ora italiana "la Compagnia è stata avvisata che l'unità a margine ha subito attacco ed abbordaggio da parte di pirati nel mentre navigava sotto le coste dell'Oman", ha fatto sapere Marnavi.

In giornata all'Unità di crisi della Farnesina si è svolta una riunione operativa con l'armatore, come si legge in una nota.

"Analogamente a quanto accaduto in passato per analoghe vicende, il ministero degli Esteri... manterrà una linea di riserbo, ritenendola la più adatta a propiziare l'esito positivo da tutti auspicato", dice la Farnesina, precisando di operare "in sistematico raccordo con la Marina Militare".

La nave era partita da Fujairah, negli Emirati Arabi Uniti, diretta nel Mediterraneo con un carico di circa 15.750 tonnellate di soda caustica, come riferisce l'armatore.



**dalla Stampa del 28

Chi sono i pirati?
Sono per lo più ex pescatori, ma anche contadini, pastori e mercenari agli ordini di signori della guerra costretti a fuggire da Mogadiscio, dove vivevano taglieggiando la popolazione. Per la gran parte sono giovani tra i 16 e i 25 anni, che provengono da tutte le zone della Somalia e che considerano la pirateria un lavoro come un altro. In passato «stagionale»: tornavano a casa durante il periodo dei monsoni, quando il mare diventa più duro; ultimamente sono a tempo pieno e si spostano nelle isole dell’Indiano o nelle basi del Mare Arabico. Ci sono poi anche trenta-quarantenni, che solitamente comandano le barche.

Sono ben visti dalla popolazione somala?
«Sì, perché in un Paese come la Somalia in cui l’aspettativa di vita è di 46 anni e un quarto dei bambini muore ad appena cinque anni, i pirati rappresentano un’industria fiorente. Nelle tre capitali della nuova filibusta ci sono negozi, boutique, Internet caffè, bar. Ogni impresa di pirateria vede sorgere decine di chioschi in cui si vendono sigarette, bibite, cibo: qui i pirati, come nella vera Tortuga, si ritemprano dopo l’assalto e si riforniscono durante le estenuanti successive trattative. Solitamente prendono le cose senza pagare e saldano il conto quando ricevono il riscatto. I pirati per i somali sono considerati alla stregua di eroi: sono macchine di denaro e si sostituiscono all’autorità nazionale assente.

Come agiscono?
Ormai gli assalti avvengono anche lontano dalla costa. Solitamente c’è una nave madre, che fa da base e quartier generale: da qui entrano in azione i commando, a bordo di skiff, piccole barche velocissime, armati di mitragliatori AK 47 e lanciarazzi. I pirati, che si fanno chiamare «jin», diavoli, sparano alcuni colpi per chiarire le loro intenzioni, si arrampicano sulla nave presa di mira, ne prendono possesso sequestrando l’equipaggio. La nave viene dirottata in una rada amica e da qui parte la trattativa per il riscatto.


Qual è il riscatto medio e quanto «vale» la pirateria?
Il costo medio di un riscatto è di circa 8 milioni di dollari. Nel 2010 sarebbero stati versati circa 150 milioni di dollari in riscatti.



ROMA (Reuters) - Una nave cisterna italiana, con a bordo un equipaggio di 18 persone tra cui sei italiani, è stata sequestrata al largo delle coste dell'Oman da un gruppo di pirati.

Lo hanno riferito l'armatore - la società napoletana Marnavi - e la Farnesina.

"La nostra nave Enrico Ievoli è stata sequestrata in posizione 18.3N - 57.6E", ha fatto sapere la società sul sito Web, aggiungendo che l'equipaggio a bordo è composto da "18 persone, di cui sei italiani, cinque ucraini e sette indiani".

Intorno alle 5 ora italiana "la Compagnia è stata avvisata che l'unità a margine ha subito attacco ed abbordaggio da parte di pirati nel mentre navigava sotto le coste dell'Oman", ha fatto sapere Marnavi.

In giornata all'Unità di crisi della Farnesina si è svolta una riunione operativa con l'armatore, come si legge in una nota.

"Analogamente a quanto accaduto in passato per analoghe vicende, il ministero degli Esteri... manterrà una linea di riserbo, ritenendola la più adatta a propiziare l'esito positivo da tutti auspicato", dice la Farnesina, precisando di operare "in sistematico raccordo con la Marina Militare".

La nave era partita da Fujairah, negli Emirati Arabi Uniti, diretta nel Mediterraneo con un carico di circa 15.750 tonnellate di soda caustica, come riferisce l'armatore.

Consiglio:


Link agli articoli di Franco Parpaiola sulla pirateria

https://www.maristaurru.com/index.php/Scritti/Parpaiola-LfG-.-44-Pirateria-Navale-Somala-i-veri-criminali-le-Banche-l-Onu-la-fame-dei-somali.html

https://www.maristaurru.com/index.php/Scritti/Parpaiola-Lfg-n.-45-Pirati-nel-Corno-d-Africa-ed-antipirateria.html

https://www.maristaurru.com/index.php/Scritti/Parpaiola-Lfg-n.46-ove-si-parla-di-Pirateria-Armatori-Banche-Capitali-dirottati-Suez.html



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  Commenti (1)
1. I peggiori pirati hanno la cravatta.
Scritto da Franco Parpaiola website, il 28-12-2011 22:44
Salve Marista. 
Una cosa non te la devi mai scordare Marista da noi in Mare il detto allora diceva: Non con la nave, ma sulla nave si guadagno i soldi. 
Oggigiorno è la stessa cosa 
 
Vale a dire trasportando noccioline dal punto A al punto B non guadagni un belin, in cambio hai tanti grattacapi, se invece durante il tragitto tra l’A e la B succede qualche cosa di grosso dove ad un determinato punto, a secondo delle polizze subentrano le varie Assicurazioni e i club P&I, (Protection and Indemnity ovvero = copertura finanziaria e risarcimento) allora per gli addetti ai lavori (avarage aduster) inizia la vera cuccagna. 
Solamente per la Sovrintendenza del caso un Armatore carica sui 1000 Euro al giorno più costi di cancelleria e competenza manageriale und non dimentichiamo il 20% dell’IVA. 
Scusa il mio sarcasmo, ma vedi Marista, mi vien da ridere, anzi sto ridendo, perché vedi, il tutto si può fermare, la pirateria la si può debellare, basta volerlo. 
Una manciata di navi appoggio come quelle per il rifornimento dei pozzi petroliferi con una bella coperta libera e aperta, e il Ponte tutto a prua, equipaggiate con due elicotteri, dei moscerini noiosi armati che trasbordano 4 Uomini armati naturalmente sulle Navi di passaggio e la pirateria finisce. 
I “provveditori” che racimolano i soldi per il riscatto si incamerano il 15% di provvisione il conto finale arriva ai Lloyd’s di Londra, anche quello della Münchener Rückversischerung o delle Generali. 
È tutto un giro che per forza di cose si è venuto a creare, ora la pirateria è diventata un Industria che fa guadagnare i bravi faccendieri, le Banche e tutta la delinquenza Africana e non solo alle Nazioni Unite. 
La pirateria è qui per restare. 
 
MC. Enrico Ievoli. IMO n. 9188415 –IBKI. Costruita dai Cantieri Navali Orlando nel 2000 n.4276922-168. (ma allora si posso ancora costruire navi in Italia, bon, almeno qualche cosa di positivo)  
La Nave è in ottime condizioni, l’ABS-Eagle = American Büro of Shipping) non registra deficienze e tanto meno, il Rena = Registro Navale Italiano. 
Una cosa noi qui non capiamo, come mai i politici europei permettano agli armatori di ingaggiare personale extra europeo su navi europee. 
L’Italia ha attualmente qualche cosa come 300° Navi non so quanti Italiani siano impiegati sulle Navi, so solo che la Germania ne ha 3350 di navi, e solo dagli 800 ai 1000 effettivi marittimi nazionali a bordo, il resto e dell’est europeo e dell’estremo oriente. 
Cosi facendo il potere d’acquisto delle Famiglie dei marittimi diminuisce, le Famiglie si sgretolano, la degradazione sociale sale alle stelle, i costi dello Stato aumentano, mentre le entrate per i fondi pensionistici e sanitari diminuiscono. 
Ricordi? Non con la nave, ma sulla nave si guadagno i soldi. 
 
Solo che i soldi li guadagna la furbizia, a volte la delinquenza armatoriale europea und “la cuenta” la paga Pantalone. Ciao.

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