Mmt1 platea
Nel febbraio
2012, praticamente da solo, Paolo Barnard ha organizzato il primo
summit sulla Modern Money Theory (Mmt), a Rimini. Il risultato fu
sorprendente: 2.200 persone paganti giunte da tutta Italia. Nulla di
simile si era mai verificato in Italia, e forse in Europa. Ora, a
distanza di qualche mese, Paolo Barnard, giornalista già
co-fondatore di Report ma da qualche anno confinato quasi in un
esilio informativo che ne fa un raro esempio di
giornalista-attivista, rilancia: a fine ottobre, prima a Rimini
(20-21) e poi a Cagliari (27-28) si svolgeranno altre due conferenze.
Il titolo è esplicito: “Non eravamo i Piigs. Torneremo Italia”.
Relatori, Warren Mosler e Mathew Forstater, statunitensi, e Alain
Parguez, francese, economista circuitista ed ex consigliere economico
di Mitterrand (e quindi molto addentro alle vicende che portarono
all’unificazione monetaria europea).
Relatori, Warren Mosler e Mathew Forstater, statunitensi, e Alain
Parguez, francese, economista circuitista ed ex consigliere economico
di Mitterrand (e quindi molto addentro alle vicende che portarono
all’unificazione monetaria europea).
«Lo scopo degli incontri di Rimini e
Cagliari sarà quello di scrivere un Manifesto per avere una via di
uscita concreta dall’eurocatastrofe», spiega Barnard.
«Affronteremo tutti i temi ingiustamente usati dall’informazione
ufficiale per terrorizzare i cittadini: saranno organizzati
attraverso capitoli degli argomenti principali. Come gestire il
debito pubblico, quello privato di famiglie e imprese, come evitare
l’inflazione che si teme possa arrivare con la svalutazione. E poi
ci sarà spazio per illustrare come, attraverso le politiche della
Mmt, sarà raggiungibile la piena occupazione e ci sarà la
possibilità di rilanciare, e alla grande, l’economia nazionale; e
come saranno regolati i commerci internazionali». In pratica si
cercherà di dare la risposta ai timori che cittadini e imprenditori
hanno quando immaginano una “rottura” dell’euro. «Certo.
L’obiettivo è che un Manifesto così costruito possa entrare nel
dibattito pubblico e costituire una valida alternativa rispetto al
terribile presente».
Ma questo non dipenderà soltanto dai
relatori, aggiunge Barnard in un’intervista sul sito “Democrazia
Mmt”: sarà importante che se ne facciano carico gli stessi
partecipanti dei summit: «Se torneranno a casa come se non fosse
accaduto nulla, sarà stato tutto inutile. Se invece lo diffonderanno
ai lavoratori, alle famiglie, agli artigiani, agli imprenditori, la
speranza è che il nostro lavoro diventi un patrimonio comune».
Obiettivo: rivolgersi alle forze politiche che chiederanno il voto ai
cittadini per le elezioni del 2013. «Il mio – aggiunge Barnard –
è un discorso democratico classico, per questo sembra strano se
rapportato alla situazione italiana: si darà l’appoggio soltanto a
chi si impegnerà pubblicamente a rispettare i punti programmatici
del Manifesto. Primo fra tutti, i piani di piena occupazione».
Nei due summit ci sarà una forte
interazione tra i presenti e i relatori: un ampio spazio dedicato al
dibattito, per chiarire tutti gli aspetti necessari a garantire
sovranità monetaria, piena occupazione, tutela dei risparmi e
controllo dell’inflazione. Domande organizzate in base alle diverse
necessità: le famiglie e il loro risparmio, le imprese e gli
investimenti e la concorrenza, il ruolo dello Stato. «Tutti
argomenti che poi confluiranno nel Manifesto». A febbraio la stampa
nazionale “silenziò” del tutto il primo summit di Rimini,
ignorato anche da partiti e sindacati. Barnard teme una replica della
“congiura del silenzio”: «In questo momento la Mmt e i suoi
attivisti italiani “devono” essere ignorati. O manipolati. Quindi
saranno tutti assenti, di nuovo. In questo momento il potere si sta
attivando per distruggere o disattivare la portata della Mmt: ecco i
tentativi dei meridionalisti o addirittura della massoneria di serie
B italiana. Certo, ho diversi segnali di interesse, ma tutti stanno
attenti ad uscire allo scoperto, perché hanno paura. Parlo ad
esempio di un chiaro sommovimento interno al Pdl».
Eppure, negli Usa non mancano giornali
come il “Washington Post” che si sono occupati della Modern Money
Theory. Quello italiano è puro provincialismo bigotto oppure c’è
davvero il timore che una proposta del genere possa far saltare
l’Eurozona e quindi l’attuale ordine continentale? «Anche negli
Usa non è stato facile rompere il silenzio dei media», ammette
Barnard. «Qui in Italia la stampa e la politica hanno ignorato la
Modern Money Theory anche quando non c’era un fronte anti-euro così
marcato». Manca, ovviamente, un approccio laico su cos’è
veramente la moneta e su come la si può usare a favore delle
comunità nazionali, e non contro – come invece avviene
nell’Eurozona. Senza contare, ovviamente, le manovre di disturbo
orrchestrate nell’ambito di «una campagna di discredito
preoccupante». Esempio: a due giorni dal primo summit di Rimini,
febbraio 2011, Federico Rampini su “Repubblica” «scrisse un
articolo sulla Mmt senza citarci, ed ora dedica un capitolo del suo
libro alla Mmt senza scrivere neanche una riga su quello che sta
avvenendo in Italia».
Atene, Madrid e Lisbona sono in piazza.
Molti si chiedono perché in Italia le misure di austerità,
chiaramente recessive, siano comunque così bene accettate,
apparentemente. «Va detto che rispetto a Spagna e Grecia la
ricchezza privata è superiore di tre o quattro volte, anche sei
rispetto agli ellenici», premette Barnard. «Un popolo si ribella
quando è alle strette, mentre credo che solo una minoranza di
italiani sia nelle condizioni che attualmente riguardano almeno la
metà degli spagnoli». In questa fase si attinge al risparmio
privato, stimato in 8.900 miliardi di euro. «Però c’è anche il
fattore del carattere italiano, e questo è desolante: siamo incapaci
di sentirci grandi, si ripete quello che avveniva ai tempi di Roma,
duemila anni fa. Si spera nei favori, nella questua, nelle furbate.
Ecco perché si preferisce non esporsi».
Altro capitolo, le frizioni con alcuni
“economisti eterodossi”, come Gennaro Zezza, Sergio Cesaratto e
Alberto Bagnai. In Italia, sostiene Barnard, gli economisti sono
migliaia, però nessuno di loro mostra interesse per questa teoria:
molti «la considerano deleteria per il futuro della loro carriera
accademica». Zezza, Cesaratto e Bagnai? Secondo il promotore
italiano della teoria della moneta moderna, «si ostinano a non
capire i fondamenti della Mmt e soprattutto non sono in linea con la
denuncia coraggiosa della catastrofe in corso». Problema: «Non
possiamo pensare di cambiare le cose senza coraggio e decisione, non
possiamo compiere passi indietro nella nostra denuncia». Per
Barnard, sta accadendo ciò che si era previsto: austerità,
recessione, fallimenti, disoccupazione. «Per questo pensavo in una
maggiore presa di posizione degli imprenditori». Nonostante tutto,
però, le adesioni al summit sono già un migliaio: «Se in Italia si
facesse un convegno e partecipassero 800 persone, sarebbe considerato
da tutti un successo. Se aggiungiamo che c’è un costo di
partecipazione di 40 euro, siamo a livelli impensabili»
Fonte:http://www.libreidee.org/2012/10/barnard-padroni-del-nostro-destino-la-politica-ci-ascolti
http://democraziammt.info/site/
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1. Auguro successo a Barnard Scritto da Nessie , il 17-10-2012 12:10 Barnard ha compiuto sforzi titanici per cercare di toglierci da questa trappola dell'Euro, e mi spiace davvero che venga sottovalutato, quando non addirittura osteggiato apertamente. Perfino sul blog di Foa ci sono degli emeriti imbecilli che lo sottovalutano. Auguro successo a questi meetings, ciao Marista.
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