Colazione di Pasqua. Quest'anno la nostra colazione è stata come sempre, serena e semplice. Come molti abbiamo conservato la tradizione delle uova sode dipinte da noi, quella di raccogliere fiori al mattino con cui ornare la tavola , a simbolo della rinascita della natura.
Non ho mai rinunciato a questa come ad altre tradizioni, le ho se mai adattate alle esigenze momentanee della famiglia, per cui a volte abbiamo avuto colazioni fastose da condividere con gli amici, altre volte colazioni brevi ed un po' tristi, seguendo le fasi alterne della nostra vita, ma sempre le nostre Pasque erano condite dal desiderio di andare avanti nonostante tutto, animati dalla forza dell'amore e dalla consapevolezza di avere un tesoro prezioso in noi: c'è un perchè, un senso per la nostra vita, pur tra dubbi e dolori, noi sentiamo che la nostra vita ha un suo motivo di essere che non si esaurisce in una bestiale e stupida soddisfazione di bisogni e pulsioni, e pur non essendo cattolici professanti, pur essendo pieni di dubbi , domande ed incertezze, noi abbiamo la intima consapevolezza di fare parte di un tutto di cui non arriviamo a comprendere il mistero, di cui vediamo le imperfezioni, ma di cui sappiamo comprendere, riconoscere ed apprezzare i momenti gratificanti.
Quest'anno la colazione è stata per scelta di noi tutti frugale: abbiamo comperato pochi dolci, e abbiamo optato per una tavola meno imbandita, ma arricchita dal piacere di aver potuto mandare in Abruzzo tramite amici quanto potevamo per condividere idealmente con i terremotati un momento di speranza, di rinascita.
L'uovo di Pasqua: non ci abbiamo rinunciato, e credo che abbiamo fatto bene, sarebbe stata una inutile ipocrisia sia rinunciarci che "fare finta" di aver rinunciato. Non è che "consumare" un prodotto sia un peccato : dietro quel prodotto non c'è solo una delle solite multinazionali, c'è il lavoro di operai ed operaie, cioccolatieri , che se davvero tutti noi fossimo talmente snob da rinunciare a questo "borghese" simbolo, perderebbero alla fine il lavoro, sai che soddisfazione, nuovi poveri .. tanto c'è lo Stato, cioè noi contribuenti alla fine, e poi in mancanza , c'è la malavita che aspetta.
Sarebbe auspicabile che un dio illumini finalmente le menti spente dal conformismo di massa che sta producendo una società bella a parole, ma arida ed incattivita nei fatti. Speriamo che stavolta i tanti di buona volontà prevalgano sui molti disfattisti e sugli amici del tanto peggio, tanto meglio.
Pasqua di crisi per molti, Pasqua di ansia e dolore per i terremotati ai quali ora si dovrà fare rinascere la speranza. La ricordate? E' lei l'ultima Dea che rimase dal vaso di Pandora
quando tutti i mali del mondo furono irrimediabilmente liberati restò lei, piccola
e ostinata: Elpis, la Speranza.
Ed in molti stanno lavorando con competenza ed amore a questa rinascita, anche a loro va il mio augurio.
Così la Pasqua dei terremotati, questo anche l'impegno di quanti ora
cercano di fare fiorire un sorriso sul viso di bambini tanto provati.
Li guardo quei bimbi, e mi commuovo , mi dico che probabilmente da
loro, se noi sapremo dire le cose giuste, nascerà qualcosa di buono,
perchè loro dovrà essere la consapevolezza di quanto stupida è
l'avidità di coloro che hanno causato tanto dolore, di quanto stupida
la sciatteria, se c'è stata come io credo, di coloro che hanno fatto
finta di non sapere e non vedere.
A loro il futuro, a noi la responsabilità di scegliere se fare di loro
i nuovi Italiani: consapevoli e fattivi o se perpetuare l'abitudine
spesso inconsapevomente criminogena di creare schiere di scontenti ed
arrabbiati, ragazzi uomini e donne che si sentono fuori, quindi
Italiani "contro" convinti di doversi prendere il possibile e di
più, invece di sentirsi parte di un Paese, di una città, di una
regione, di Uno Stato, di una Nazione
Clown terapia, per aiutare i bimbi a superare lo stress