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Pasqua Ebraica e Pasqua Cristiana PDF Stampa E-mail

Scritto da Marista Urru   
sabato 03 aprile 2010
pasqua ebraica
La Pasqua è una festività densa di significato, cade in primavera, nel momento in cui la natura ci libera finalmente dagli affanni dell'inverno,  affanni che certo i nostri avi percepivano con maggiore intensità e sofferenza di noi, infatti è con senso di liberazione che  il passaggio dall'inverno alla primavera è stato sempre  festeggiato da tutti i popoli.

La stessa Pasqua ebraica , dalla quale poi deriverà quella cristiana,  trova le proprie origini in preesistenti feste agricole e pastorizie. Gli agricoltori festeggiavano la primavera, il nuovo ciclo vitale , mentre i pastori festeggiavano la transumanza delle greggi verso ricchi pascoli.





Gli Ebrei  ricordano in questi giorni la  liberazione dalla schiavitù in Egitto, avvenimento fondamentale per la storia di Israele.
Fare Pasqua consiste nel tener vivo il ricordo,  durante veglia notturna   si rivivono quei fatti lontani,  a tavola ne parlano e ne discutono fra loro, un modo per rivivere l'evento fondante del loro essere comunità.

E' questo un periodo importantissimo  per tradizione e cultura ebraica  che  dura 8 giorni;  non credo  possiamo facilmente capire il significato ricco di emozioni  della  Pasqua ebraica, noi  consideriamo i fatti di 3000 e passa anni fa lontani,  invece con è così per i popoli orientali. Ne leggevo in questi giorni e sono rimasta letteralmente affascinata. Ogni anno  la Pasqua la vivono, non è una commemorazione come avviene per noi, il loro ricordare  è un rivivere quell'evento della fuga  e la salvezza dalla schiavitù, e lo vivranno ancora l'anno prossimo e così via.

 
Per  farvi meglio comprendere  riporto direttamente dal sito nostreradici il brano che segue


Vivere la Pasqua



"Pessach"  non è una pia commemorazione di eventi lontani: è invece un'esperienza. La Pasqua invita ogni ebreo a partecipare oggi a un evento fondamentale per lui, per il suo popolo e per tutta l'umanità.

Celebrando la Pasqua l'ebreo collabora con Dio nella redenzione del mondo.

Ma com'è possibile partecipare oggi ad un evento che ebbe luogo più di tremila anni fa? La Torah chiama le grandi feste ebraiche Moadim (giorni di incontro con Dio). Ognuna delle grandi feste ebraiche trasmette un messaggio divino, radicato in un evento storico.

La Pasqua trasmette la liberazione dalla schiavitù dell'Egitto. È una meraviglia che quel messaggio non ci raggiunga da un passato remoto, ma che ci venga donato ogni anno di nuovo, celebrando un evento storico che diventa oggi una parola eterna di Dio per noi.

 
Per l'uomo occidentale questo è difficile da capire, perché egli considera il tempo come una linea diritta, che parte da un passato remoto e non tornerà mai più, dirigendosi verso un futuro imprevedibile che nessuno può conoscere. Spicca una sola certezza, quella della propria morte. Da questa l'uomo "occidentale" cerca di fuggire in molteplici faccende alienandosi dal proprio oggi.

Perciò gli eventi dell'Esodo dall'Egitto gli sembrano un lontano passato, senza alcun significato attuale.


Ma l'ebreo non vive il tempo in questa maniera: Dio è intervenuto nella sua storia e continua a intervenire, caricandola di un significato eterno e sempre attuale.

Mentre la storia avanza, l'ebreo non avanza su una linea diritta, lasciando il passato dietro a sé,: "Noi ci muoviamo in cerchio o, meglio, in una spirale, e perciò passiamo anno dopo anno attraverso le stesse stagioni, nelle quali avvennero gli interventi storici di Dio in favore dei nostri padri"

 
Per questo gli ebrei, quando ringraziano Dio per i miracoli che ha operato nella loro storia, non parlano dei grandi eventi dicendo "in quei giorni", ma dicono "in quei giorni, in questo nostro tempo"; ancora oggi ne sono partecipi."

Non so se vi è mai capitato di farvi raccontare la Pasqua da un amico ebreo: si illumina e si commuove, senti che  quei lontani eventi li sta rivivendo intensamente ogni anno, nell'attesa del Messia.

Anche noi Cristiani vegliamo la notte di Pasqua, per noi è importante il ricordo di Gesù uomo  morto per noi. La  morte  di  Gesù è stato un atto d'amore verso l'uomo e di obbedienza verso il Padre. Noi  celebriamo quel lontano evento  e ci confortiamo dell'amore che  Gesù  ci ha donato , amore in forza del  quale è risorto. La sua è una resurrezione dello Spirito attraverso la quale ci regala la salvezza, la vita eterna  intesa come vita dello spirito.
resurrezione

Giovanni14:6

Gesù gli disse: "Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me".

 

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