Benvenuto su questo spazio. Molti sono gli argomenti: troverai attualità, schede di giardinaggio, ricette di cucina, articoli sulla natura, parapsicologia, mitologia, favole, poesie, letteratura, la Roma del tempo che fu. Spero che trascorrerai attimi piacevoli e sereni e, se vorrai intervenire o contattarmi, ne sarò felice.
La Pasqua
è una festività densa di significato, cade in primavera, nel momento in
cui la
natura ci libera finalmente dagli affanni dell'inverno, affanni che
certo i nostri avi
percepivano con maggiore intensità e sofferenza di noi, infatti è con
senso di
liberazione che il passaggio dall'inverno
alla primavera è stato sempre
festeggiato da tutti i popoli.
La stessa Pasqua ebraica , dalla quale poi deriverà quella
cristiana, trova le proprie origini in
preesistenti feste agricole e pastorizie. Gli agricoltori festeggiavano
la
primavera, il nuovo ciclo vitale , mentre i pastori festeggiavano la
transumanza delle greggi verso ricchi pascoli.
Gli Ebrei ricordano in questi giorni la
liberazione dalla schiavitù in Egitto, avvenimento fondamentale per la storia di Israele.
Fare Pasqua consiste nel tener vivo il ricordo, durante veglia notturna si rivivono quei fatti lontani, a tavola ne parlano e ne discutono fra loro, un modo per rivivere l'evento fondante del loro essere comunità.
E' questo un periodo importantissimo per tradizione e cultura ebraica che dura 8 giorni; non credo possiamo facilmente capire il
significato ricco di emozioni della Pasqua ebraica, noi consideriamo i fatti di 3000 e passa anni fa
lontani, invece con è così per i popoli orientali. Ne leggevo in questi giorni
e sono rimasta letteralmente affascinata. Ogni anno la Pasqua la vivono, non è una
commemorazione come avviene per noi, il loro ricordare è un rivivere quell'evento della
fuga e la salvezza dalla schiavitù, e lo
vivranno ancora l'anno prossimo e così via.
Per farvi meglio comprendere
riporto direttamente dal sito nostreradici il brano che segue
Vivere la
Pasqua
"Pessach" non è una
pia commemorazione di eventi lontani: è invece un'esperienza. La Pasqua invita ogni ebreo a
partecipare oggi a un evento fondamentale per lui, per il suo popolo e per
tutta l'umanità.
Celebrando la
Pasqua l'ebreo collabora con Dio nella redenzione del mondo.
Ma com'è possibile partecipare oggi ad un evento che ebbe
luogo più di tremila anni fa? La
Torah chiama le grandi feste ebraiche Moadim (giorni di
incontro con Dio). Ognuna delle grandi feste ebraiche trasmette un messaggio
divino, radicato in un evento storico.
La Pasqua
trasmette la liberazione dalla schiavitù dell'Egitto. È una meraviglia che quel
messaggio non ci raggiunga da un passato remoto, ma che ci venga donato ogni
anno di nuovo, celebrando un evento storico che diventa oggi una parola eterna
di Dio per noi.
Per l'uomo occidentale questo è difficile da capire, perché
egli considera il tempo come una linea diritta, che parte da un passato remoto
e non tornerà mai più, dirigendosi verso un futuro imprevedibile che nessuno
può conoscere. Spicca una sola certezza, quella della propria morte. Da questa
l'uomo "occidentale" cerca di fuggire in molteplici faccende
alienandosi dal proprio oggi.
Perciò gli eventi dell'Esodo dall'Egitto gli sembrano un
lontano passato, senza alcun significato attuale.
Ma l'ebreo non vive il tempo in questa maniera: Dio è
intervenuto nella sua storia e continua a intervenire, caricandola di un
significato eterno e sempre attuale.
Mentre la storia avanza, l'ebreo non avanza su una linea
diritta, lasciando il passato dietro a sé,: "Noi ci muoviamo in cerchio o,
meglio, in una spirale, e perciò passiamo anno dopo anno attraverso le stesse
stagioni, nelle quali avvennero gli interventi storici di Dio in favore dei
nostri padri"
Per questo gli ebrei, quando ringraziano Dio per i miracoli
che ha operato nella loro storia, non parlano dei grandi eventi dicendo
"in quei giorni", ma dicono "in quei giorni, in questo nostro
tempo"; ancora oggi ne sono partecipi."
Non so se vi è mai capitato di farvi raccontare la Pasqua da un amico ebreo:
si illumina e si commuove, senti che
quei lontani eventi li sta rivivendo intensamente ogni anno, nell'attesa
del Messia.
Anche noi Cristiani vegliamo la notte di Pasqua, per noi è
importante il ricordo di Gesù uomo morto
per noi. La morte di Gesù è stato un atto d'amore verso l'uomo
e di obbedienza verso il Padre. Noi
celebriamo quel lontano evento e
ci confortiamo dell'amore che Gesù ci ha donato , amore in forza del quale è risorto. La sua è una resurrezione dello
Spirito attraverso la quale ci regala la salvezza, la vita eterna intesa come vita dello spirito.
Giovanni14:6
Gesù gli disse:
"Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per
mezzo di me".
Scrivi Commento
Si prega di inserire commenti riguardanti l'articolo.
Commenti ritenuti offensivi verranno eliminati.
E' severamente vietato qualsiasi tipo di spam. Cose del genere verranno cancellate.
I commenti verranno approvati dall'Amministratore prima di venire pubblicati.
Ricordarsi di inserire il codice numerico nell'apposito box
Se il codice è errato riaggiornare la pagina (refresh)