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Previsione dei terremoti: si fa stando con la testa fra le nuvole PDF Stampa E-mail

Scritto da Marista Urru   
venerdì 24 aprile 2009



















Sull'onda degli eventi di Abruzzo e della polemica anche politica in Italia sulla  possibilità di prevedere in tempo utile o meno i terremoti, vediamo fiorire opinioni e studi pioneristici in materia, o per lo meno la stampa ed i media hanno preso ad occuparsene con una certa attenzione.

Ultimo  studio  agli onori della cronaca  è sulla rivista "New Scientist" che riporta una teoria di due specialisti del settore due geofisici cinesi, Guangmeng Guo e Bin Wang del 'Remote Sensing Center' della Nanyang Normal University di Henan, specializzati nell'individuazione di segni precursori dei sismi.

Bene, la soluzione sarebbe   nella osservazione delle nuvole e del loro comportamento e quindi preannunciano, a riprova della  bontà dei loro studi, per fine Aprile un  terremoto per il Sud Iran della magnitudo da 5,0 a 6,0 Richter.





I geofisici cinesi si basano sulla osservazione delle formazioni nuvolose su Iran negli ultimi anni,  hanno messo in relazione i due terremoti  avvenuti in Iran rispettivamente il 22 febbraio 2005 e il 25 gennaio 2006, con il comportamento delle nuvole e delle nebbie studiati grazie ai rilevamenti dei satelliti metereologici, e hanno potuto notare che la coltre nuvolosa, due mesi circa prime dei terremoti,  "risultava strappata in alcuni punti per centinaia di Km", i buchi erano non spiegabili   secondo i normali eventi atmosferici e rimasero visibili per ore.  Gli strappi lungo le faglie esistenti in Iran , a due mesi dai terremoti, si spiegherebbero appunto per  l'emissione di gas bollenti provenienti dalla faglia  che provocherebbe   l'evaporazione di parte delle nubi oppure con  l'alta pressione che formatasi nello strato roccioso prima del sisma causa perturbazioni elettromagnetiche, che a loro volta influenzano le nuvole sopra il sito.



 Il direttore di Sismologia e Tettonofisica dell'Ingv (Istituto nazionale di geologia e vulcanologia),  Antonio Piersanti, sembra scettico: quello dei cinesi e' "un lavoro pionieristico" che va ulteriormente approfondito e valutato. Tanti sono stati gli studi  che promettono  di  riuscire a prevedere i terremoti, ma pare che nessuno fin ora sia risultato soddisfacente.


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