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Prodi , Amato e Soros riallineati, incubo nuove privatizzazioni da rapina in vista PDF Stampa E-mail

Scritto da Marista Urru   
sabato 10 settembre 2011

speculatori Prodi, Soros  Amato riallineati
E' di qualche giorno fa un articolo di Piero Laporta per Italia Oggi, che mette un po' il magone addosso, fa notare come si stiano riallineando le posizioni di Prodi, Amato e Soros, proprio secondo lo schema che ci regalò nel 92 un depauperamento colossale a favore dei potentati economici anglo olandesi e francesi, infelicissima operazione che ancora oggi paghiamo carissima e che possiamo valutare come propedeutica in un certo senso a quella finale , con volpi e lupi che non vedono l'ora di mangiarsi un un boccone Eni, Enel, finmeccanica, Poste e quant'altro resta.

Come se non bastassero quelle del '92 con il fior fiore dell'Iri ceduto a prezzi di saldo

In vista privatizzazioni rovinose con Prodi e Amato benedetti dalla City :




In vista privatizzazioni rovinose con Prodi e Amato benedetti dalla City

 

Che succede? Il comunicato del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, diramato alle 21.30 di lunedì è tagliente: «Nessuno può sottovalutare il segnale allarmante rappresentato dall'impennata del differenziale tra le quotazioni dei titoli pubblici italiano e quelli tedeschi» e, dopo quattro righe, chiede «misure capaci di rafforzarne l'efficacia e la credibilità».

Il comunicato del Quirinale,conseguiva alla telefonata allarmata di Mario Draghi a Napolitano, che ha convocato il suo staff per bacchettare il governo sulla manovra annacquata e l'opposizione per le strizzate d'occhio alla Susanna Camusso. Napolitano gioca anche un'altra partita che si concluderà nel 2013, con l'elezione del presidente della repubblica ed è evidente che non faccia nulla per favorire Romano Prodi, mancando sul fronte del governo qualunque credibile concorrente.

Prodi, pupillo del Financial Times e della City contro Silvio Berlusconi, è specialista a cavare sangue alle finanze italiane.

La svendita, fra il 1992 e il 1993, del fior fiore delle industrie dell'Iri a prezzi di saldo, recò almeno 60 miliardi di euro ai potentati francesi e anglo-olandesi, mentre i tedeschi si accontentarono di speculazioni usuraie nel cambio lira-marco. Alla fine di quel gioco, la vendita delle nostre industrie ci sottrasse plusvalenze, portò altrove le imposte che esse pagavano e consentì alle catene di supermercati francesi di colonizzarci capillarmente.

Una colonizzazione di cui i potentati europei non sono tuttavia ancora soddisfatti.

Adesso mirano ai nostri risparmi (i più cospicui della Ue) ai due assetti strategici, Eni e Finmeccanica, sfuggiti alla razzia del 1992 e all'oro della Banca d'Italia, al quarto posto nel mondo.

Come faranno? Lo spiega Prodi, il 23 agosto, sul Sole24Ore, proponendo come garantire gli Eurobond: «L'Italia dovrebbe conferire 180 miliardi di euro in totale di cui 79 milioni di once in riserve auree, valutabili oggi a circa 101 miliardi di euro, più altri 79 miliardi di euro che a nostro avviso dovrebbero essere azioni di società detenute dal ministero dell'Economia (Eni, Enel, Finmeccanica, Poste ecc). Società che oggi non sono privatizzabili, dati i prezzi di mercato _».

Per pura coincidenza la stessa proposta fu avanzata sul Financial Times nel Dicembre 2010 da Jean-Claude Juncker, presidente dell'Eurogruppo.

Nel 1991 George Soros attaccò l'economia italiana, attraverso Deutsche Bank e Goldman Sachs, il cui senior advisor era Romano Prodi.

Giuliano Amato era capo del governo, oggi è a senior advisor di Deutsche Bank. Oggi Soros non specula contro l'euro ma gioca con le docce scozzesi sui titoli bancari e di stato, dopo essersi disfatto dei clienti privati, ai quali avrebbe dovuto rendere conto nei suoi giochi al ribasso.

Ricapitoliamo. Prodi elenca che cosa recherebbe in dote se ascendesse il Colle. Soros e Amato sono riposizionati nei punti giusti.

L'economia italiana deve essere tenuta a mezz'acqua fino a che la proposta di Prodi e Junker non appaia obbligata.

Angela Merkel dirà no finché il prezzo non le aggrada. In tal caso sarà uno scherzo deprezzare i Btp anche del 20 o 30% rispetto agli Eurobond. Così i risparmi degli italiani saranno depredati. A meno che Napolitano...

Fonte Italia oggi




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