E' di qualche giorno fa un articolo
di Piero Laporta per Italia Oggi, che mette un po' il magone
addosso, fa notare come si stiano riallineando le posizioni di
Prodi, Amato e Soros, proprio secondo lo schema che ci regalò nel 92
un depauperamento colossale a favore dei potentati economici
anglo olandesi e francesi, infelicissima operazione che ancora oggi
paghiamo carissima e che possiamo valutare come propedeutica in un
certo senso a quella finale , con volpi e lupi che non vedono l'ora
di mangiarsi un un boccone Eni, Enel, finmeccanica, Poste e
quant'altro resta.
Come se non
bastassero quelle del '92 con il fior fiore dell'Iri ceduto a prezzi
di saldo
In vista privatizzazioni rovinose con
Prodi e Amato benedetti dalla City
:
In vista privatizzazioni rovinose con
Prodi e Amato benedetti dalla City
Che succede? Il comunicato del presidente della Repubblica,
Giorgio Napolitano, diramato alle 21.30 di lunedì è tagliente:
«Nessuno può sottovalutare il segnale allarmante rappresentato
dall'impennata del differenziale tra le quotazioni dei titoli
pubblici italiano e quelli tedeschi» e, dopo quattro righe, chiede
«misure capaci di rafforzarne l'efficacia e la credibilità».
Il comunicato del Quirinale,conseguiva alla telefonata allarmata
di Mario Draghi a Napolitano, che ha convocato il suo staff per
bacchettare il governo sulla manovra annacquata e l'opposizione per
le strizzate d'occhio alla Susanna Camusso. Napolitano gioca anche
un'altra partita che si concluderà nel 2013, con l'elezione del
presidente della repubblica ed è evidente che non faccia nulla per
favorire Romano Prodi, mancando sul fronte del governo qualunque
credibile concorrente.
Prodi, pupillo del Financial Times e della
City contro Silvio Berlusconi, è specialista a cavare sangue alle
finanze italiane.
La svendita, fra il 1992 e il 1993, del fior fiore
delle industrie dell'Iri a prezzi di saldo, recò almeno 60 miliardi
di euro ai potentati francesi e anglo-olandesi, mentre i tedeschi si
accontentarono di speculazioni usuraie nel cambio lira-marco. Alla
fine di quel gioco, la vendita delle nostre industrie ci sottrasse
plusvalenze, portò altrove le imposte che esse pagavano e consentì
alle catene di supermercati francesi di colonizzarci capillarmente.
Una colonizzazione di cui i potentati europei non sono tuttavia
ancora soddisfatti.
Adesso mirano ai nostri risparmi (i più cospicui
della Ue) ai due assetti strategici, Eni e Finmeccanica, sfuggiti
alla razzia del 1992 e all'oro della Banca d'Italia, al quarto posto
nel mondo.
Come faranno? Lo spiega Prodi, il 23 agosto, sul
Sole24Ore, proponendo come garantire gli Eurobond: «L'Italia
dovrebbe conferire 180 miliardi di euro in totale di cui 79 milioni
di once in riserve auree, valutabili oggi a circa 101 miliardi di
euro, più altri 79 miliardi di euro che a nostro avviso dovrebbero
essere azioni di società detenute dal ministero dell'Economia (Eni,
Enel, Finmeccanica, Poste ecc). Società che oggi non sono
privatizzabili, dati i prezzi di mercato _».
Per pura coincidenza la
stessa proposta fu avanzata sul Financial Times nel Dicembre 2010 da
Jean-Claude Juncker, presidente dell'Eurogruppo.
Nel 1991 George
Soros attaccò l'economia italiana, attraverso Deutsche Bank e
Goldman Sachs, il cui senior advisor era Romano Prodi.
Giuliano Amato
era capo del governo, oggi è a senior advisor di Deutsche Bank. Oggi
Soros non specula contro l'euro ma gioca con le docce scozzesi sui
titoli bancari e di stato, dopo essersi disfatto dei clienti privati,
ai quali avrebbe dovuto rendere conto nei suoi giochi al
ribasso.
Ricapitoliamo. Prodi elenca che cosa recherebbe in dote se
ascendesse il Colle. Soros e Amato sono riposizionati nei punti
giusti.
L'economia italiana deve essere tenuta a mezz'acqua fino a
che la proposta di Prodi e Junker non appaia obbligata.
Angela Merkel
dirà no finché il prezzo non le aggrada. In tal caso sarà uno
scherzo deprezzare i Btp anche del 20 o 30% rispetto agli Eurobond.
Così i risparmi degli italiani saranno depredati. A meno che
Napolitano...
Fonte Italia oggi
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