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Suicidi due adolescenti in un giorno, il mal di vivere a 14 anni una bestemmia della società PDF Stampa E-mail

Scritto da Marista Urru   
martedì 27 novembre 2012


adolescenzaDue ragazzini in un solo giorno, a diversi chilometri di distanza, hanno provato la stessa disperazione, la stessa fragilità che li ha portati a scegliere di usare su se stessi la massima violenza: il suicidio.

Mai avuti tanti suicidi di giovanissimi, tanto dolore, tanta volontà di annullamento da parte di poco più che bambini, come negli ultimi anni.

Il fenomeno ormai assume, a me pare, una rilevanza che dovrebbe costringere noi adulti ad un serio ripensamento sul tipo di società in cui stiamo crescendo questi nostri ragazzi.


 

Siamo un paese in difficoltà, costretto, oppresso , malmenato, e non da oggi. Credo che siamo stati tanto disinformati, sfruttati, ingannati, da restare con delle tracce di ingenuità che ci rendono deboli rispetto ad altri popoli.  Sono arrivati a   farci dimenticare di aver perso una  guerra, perdita che paghiamo ancora. Ci hanno riempito di balle su troppe cose, e ora  si continua, perchè cambiare se ha reso tanto?

Si è sparato a lungo contro il consumismo, un po' come sparare sulla croce rossa: il consumismo è stato un veleno  che con sapienza  ci è stato inoculato man mano e,  mentre nei fatti nulla veniva fatto per cercare di invertire una tendenza che derivava da pseudovalori indotti da precisi interessi economici che non si aveva nessuna intenzione di disturbare, ci colpevolizzavano, dalle tv, nelle scuole,  colpa nostra se  ci lasciavamo abbindolare, vero in parte, ora sappiamo che mezzi hanno per guidare le masse, allora eravamo ancora molto ingenui.

Non erano quindi cosa seria i predicozzi ipocriti in Tv seguiti da publicità assurde che mostravano un mondo - eden irreale Dovevamo consumare e veniva indotta la cultura dell'apparire . Oggi ci si fa sopra disinvoltamente, senza autocritica, del facile moralismo, mentre gli stessi che ci hanno indotti al consumismo, benedicono la vita spartana per noi popolo bue, continuando ad assorbire risorse in mille modi, non sempre puliti e godendosi  il consumismo più sfrenato con  buona parte dei danari che  ci tolgono di tasca sotto forma di tasse, bollette, tariffe  in pratica,  autentiche ruberie legalizzate dalla stessa classe dirigente. E' cronaca, non dico nulla che non sappiate.

Ma fermiamo l'attenzione:

Intanto ai piani alti ha fatto comodo distruggere la famiglia e la scuola, che ovviamente, private dei vecchi valori ai quali nessuno è stato in grado o interessato a sostituirne dei nuovi, sono entrate in crisi profonda.

Anche i genitori più volenterosi appaiano in forte difficoltà a tirar su dei ragazzi con i quali , generalmente, e scrivo per confidenze di amici - amiche, hanno trascurato di parlare, di comunicare fin dai primi momenti di vita del bebè, troppo presi dalla fatica e dallo stress del lavoro in presenza di un bimbo e delle sue necessità pratiche, vissute spesso come un peso insormontabile con pappe, notti insonni e altre piacevolezze. La trasformazione della società , da raccolta intorno alla famiglia pluralistica, di stampo antico, quasi sempre attenta, pronta a guidare, seguire, consigliare ( spesso anche troppo ) in una monade isolata,  tormentata spesso da una baraonda di imput, di egoismi, di contraddizioni, il tutto condito da anaffettività e distrazione crescente, ha le sue responsabilità, nella escalation di violenza giovanile, non solo contro se stessi , spersi come sono in una società complessa , spesso dura, che molto pretende e nulla da .

Dicono che “è il progresso”. Che tutti dobbiamo lavorare come ossessi, che i ragazzi dovrebbero  stare a scuola il più possibile, che è bene siano sempre occupatissimi in mille corsi, attività, impegni .

Non so , il termine progresso ha in se un significato positivo, di miglioramento. Non vedo miglioramenti. Vivevamo molto meglio noi, a noi la fanciullezza , un momento magico, non è stata  scippata.  Normalmente eravamo circondati da attenzioni ed era difficile sentirsi abbandonati, capitava, ma non era la norma.

quekki che governano, dall'alto di posizione economica  comodissima  ci parlano spesso di "sfide ambiziose" che , sai che coraggio, operano sulla pelle nostra e dei nostri figli.  Peccato che queste sfide ambiziose lascino tanti morti sul campo, ora persino i bambini. Ma ne vale la pena? Davvero vogliamo una società malata, psicotica , anaffettiva sulla falsa riga di società altre che come scritto in questo post, copiamo e pure male, da stolti patentati che seguono ciecamente furbi patentati che in tal senso li spingono ed esortano.

Spesso mi vien da pensare che verrà il momento in cui il disagio, il dolore dei nostri figli, che ora sfogano in gran parte la ribellione contro se stessi, li porterà invece, come nella America sempre  copiata , e copiata male,  e nelle società dell'abbandono, contro l'autorità prima di cui hanno conoscenza: la scuola, i compagni percepiti come nemici, antagonisti, competitori, da sterminare a colpi d'arma.E avremmo altre innocenti giovani vittime da immolare sull'altare del dio danaro, perchè Dio non è morto, è stato mandato in pensione da adoratori pagani del dio danaro.

Davvero vogliamo anche noi incancrenire la stagione della disperazione da abbandono dei giovanissimi, della rabbia dolorosa che diventa volontà di annientare il primo nucleo sociale con cui si ha a che fare: la scuola, gli insegnanti, i compagni ? Davvero vogliamo, in nome della utopia della crescita finanziaria , arrivare alla eutanasia degli anziani, quando fossero non più economicamente utili? Davvero vogliamo diventare la società delle città che dietro una apparenza normale e magari eccitante, nascondono un mondo di invisibili, di disperati di senza tetto, colpevoli di non avercela fatta, di esser nati sotto il cavolo sbagliato, destinati a viver nelle fogne, nelle periferie degradate? Perchè mai dovremmo accettare simile mostruosità, a favore di chi o di cosa?





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