Testo delle
lettere che Cossiga ha inviato alle alte cariche dello Stato tratto da la Stampa
Leggendole, chi questi concetti
li ha respirati in casa da sempre, chi ha creduto che questo
sentire fosse norma e poi dolorosamente si è dovuto impattare con un sentire , pensare ed agire, totalmente differente, oggi si sente
più solo ed estraneo in questo infelice paese. Sono lettere che
purtroppo molti leggeranno superficialmente, alcuni forse con la
solita acredine, ma che esprimono, concetti e sentimenti purtroppo
estranei a quasi tutto l'arco dei politicuzzi nostrani.
Il Tempo è
galantuomo ed ho fiducia e speranza che molto di questa figura
controversa che è Francesco Cossiga Presidente Emerito sarà poi
conosciuto e compreso.
LETTERA A NAPOLITANO (datata
18 settembre 2007)
Signor Presidente della
Repubblica Italiana,
Le confermo i miei sentimenti di fedeltà
alla Repubblica, di devozione alla Nazione, di amore alla Patria, di
predilezione della Sardegna, mia nobile Terra di origine. Fu per me
un grande onore servire immeritatamente e con tanta modestia, ma con
animo religioso, con sincera passione civile e con dedizione
assoluta, lo Stato italiano e la nostra Patria, nell'ufficio di
Presidente della Repubblica. A Lei, quale Capo dello Stato e
Rappresentante dell'Unità Nazionale, rivolgo il mio saluto
deferente e formulo gli auguri più fervidi di una lunga missione al
servizio dell'amato Popolo italiano.
Con viva, cordiale e
deferente
amicizia
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LETTERA A FINI
Signor Presidente
nel momento
in cui nella fede cristiana lascio questa vita, il mio pensiero va
alla Camera dei deputati, nella quale, per voto del popolo sardo,
entrai nel 1958 e fui confermato fino al 1983, anno in cui fui eletto
senatore. Fu per me un grandissimo e distinto privilegio far parte
del Parlamento nazionale e servire in esso il Popolo, sovrano della
nostra Repubblica.
Professo la mia fede nel Parlamento
espressione rappresentativa della sovranità popolare, che è la
volontà dei cittadini che nessun limite ha se non nella legge
naturale, nei principi democratici, nella tutela delle minoranze
religiose, nazionali, linguistiche e politiche. Professo la mia fede
repubblicana e democratica, da liberaldemocratico,
cristianodemocratico, autonomista-riformista per uno Stato
costituzionale e di diritto. Ringrazio i parlamentari tutti per il
concorso che in tutti questi anni hanno dato con l'adesione o con
l'opposizione, con l'approvazione o con la critica alla mia opera
di politica. A tutti i deputati e a Lei, Signor Presidente l'augurio
di un impegnato lavoro al servizio della libertà, della pace, del
progresso del popolo italiano.
Dio protegga l'Italia.
Con
cordiale
amicizia
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LA
LETTERA A SCHIFANI
Onorevole Presidente del Senato
della Repubblica,
nel momento in cui il giudizio sulla mia vita è
misurato da Dio Onnipotente sulle verità in cui ho creduto e che ho
testimoniato e sulla giustizia e carità che ho praticato, professo
la mia Fede Religiosa nella Santa Chiesa Cattolica e confermo la mia
fede civile nella Repubblica, comunità di liberi ed uguali e nella
Nazione italiana che in essa ha realizzato la sua libertà e la sua
unità.
Fu per me un onore grande servire la Repubblica a cui
sempre sono stato fedele; e sempre tenni per fermo onorare la Nazione
ed amare la Patria. Fu per me un privilegio altissimo: rappresentare
il Popolo Sovrano nella Camera dei Deputati prima, del Senato della
Repubblica quale Senatore elettivo, Senatore di diritto e vita e
Presidente di esso; e privilegio altissimo fu altresì servire lo
Stato nel Governo della Repubblica quale membro di esso e poi
Presidente del Consiglio dei Ministri ed infine nell'ufficio di
Presidente della Repubblica. Nel mio testamento, ho disposto che le
mie esequie abbiano carattere del tutto privato con esclusione di
ogni pubblica onoranza e senza la partecipazione di alcuna autorità.
Per quanto attiene le onoranze che i costumi e gli usi riservano
di solito ai membri ed ex-Presidenti del Senato, agli ex-Presidenti
del Consiglio dei Ministri ed agli ex-Presidenti della Repubblica,
qualora Ella ed il Governo della Repubblica decidessero di darne
luogo, è mia preghiera che ciò avvenga dopo le mie esequie, con le
modalità, nei luoghi e nei tempi ritenuti opportuni.
Voglia
porgere ai valorosi ed illustri Senatori il mio ultimo saluto ed il
mio augurio più fervido di ben servire la Nazione e di ben governare
la Repubblica al servizio del Popolo, unico sovrano del nostro Stato
democratico.
Che Iddio protegga l'Italia!
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1. Onori all'Uomo Francesco Cossiga. Scritto da
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, il 18-08-2010 03:00 Salve Marista. Troppo pochi, ci sono troppo pochi di Uomini come Francesco Cossiga in Italia. Quelle tre Lettre per me , non rappresentano solo un ultimo saluto, ma anche uno schiaffo ijn Faccia, un Monito e un esortazione allo stesso tempo, da parte di un Uomo che sa che sta arrivando al Capolinea Uno schiaffo in faccia a tutti quelli che della loro Vita Politica ne hanno fatto una latrina d’interessi personali. Un Monito a tutti quelli che per fame di soldi e brama di Potere, minano le strutture della Stato. Un esortazione a tutti quanti, anche ai non politici, anche agli italianucci e ai fanatici, a lavorare tutti insieme per il bene Dell’Italia. Salutönen
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