DA OLTRE 15 ANNI I GIUDICI HANNO UN LIVELLO DI POTERE UNICO IN OCCIDENTE”
Financial Times
By Christopher Caldweill
dal Giulivo riprendo:
“E’stato come assistere ad un film già visto”, inizia così,
con la dichiarazione della senatrice Anna Finocchiaro presente alle esternazioni
del CaW dell’ultima settimana, il corposo editoriale del Fiancial Times - per
certi versi inaspettato a ragione delle espressioni di equilibro e buon senso
contenute - pubblicato oggi ed avente per oggetto lo scontro tra Silvio
Berlusconi e la magistratura in merito ai provvedimenti sulla sicurezza e sul
cosiddetto “emendamento sposta processi”.
Ne riporto la traduzione del testo intero.
“Il Senato è al lavoro per la definizione d’un pacchetto di
leggi sulla sicurezza che l'onorevole Berlusconi aveva annunciato nel corso
della campagna elettorale. Un emendamento aggiunto dai suoi sostenitori e
trasmesso mercoledì alle Camere vorrebbe sospendere i processi, ma per tutti i
crimini più gravi che hanno avuto luogo prima della metà del 2002. Ciò
contribuirà a focalizzare lo stato delle limitate risorse a fronte di una
violenta ondata di criminalità che ha allarmato l'opinione pubblica. Ma non è
tutto, tra ciò che si vuol fare. Consente inoltre di arrestare un processo a
Milano che mira a scoprire se l'onorevole Berlusconi ha pagato € 387.000 ($
601000, £ 306000) al suo avvocato David Mills, il marito separato di Tessa
Jowell, ministro britannico per le Olimpiadi, al fine della falsa testimonianza
che sarebbe stata data in un caso sottoposto a giudizio dieci anni fa. (ambedue
gli uomini negano l’illecito.)
Il Presidente Berlusconi ritiene d’essere fatto segno da
giudici appartenenti alla «estrema sinistra». Questa settimana egli ha
richiesto che il giudice che presiede il processo Mills debba essere rimosso,
con la motivazione che questi espresse degli attacchi alla sua politica, e
quindi troppo orientato al fine di rendere un giudizio equo. (La sua richiesta
è stata respinta.) Egli ha annunciato che avrebbe cercato di portare a termine
una legge che prevede l'immunità da procedimenti giudiziari per gli alti membri
del governo italiano. I magistrati hanno lamentato che le mosse dell'onorevole
Berlusconi provocano «un danno irreparabile per lo Stato di diritto».
E 'ovvio che non hanno ragione. Spagna, Francia, Germania e
l'Unione europea, tutti hanno qualche versione di immunità. L’Italia ha avuto
un'immunità per i parlamentari fino a quando non è stata abolita nel 1993, a seguito una serie
di azioni penali anti-corruzione. I parlamentari sostenitori del presidente
Berlusconi hanno approvato un’immunità tramite una legge del 2003, ma la Corte Costituzionale
l’ha annullata l'anno successivo, sostenendo (ragionevolmente) che violava la
parità dei diritti fissati ai sensi della legge e (assurdamente) che avrebbe
minacciato il «diritto» dei cittadini ad affrontare i loro accusatori - come
imputati penali. Tale legge può essere oggetto di abusi. E’ notorio che Pablo
Escobar, il barone della cocaina, per evitare l'azione penale negli anni 1980,
ottenne d’essere eletto alla Camera Colombiana dei Rappresentanti. Ma in molti
casi l'immunità impedisce i danni, piuttosto che consentirli.
Il fine dell’immunità non è quello di dare ai funzionari
eletti mano libera, ma serve a proteggere il diritto dell'elettorato di essere
governato da persone che hanno scelto democraticamente. Le accuse contro
Berlusconi nascono da una disinteressata richiesta di giustizia o dal desiderio
di una certa parte dell'elite italiana di rovesciare una scelta popolare che
non le piace? A tali domande non potrà mai giungere una risposta che dia
soddisfazione al pubblico. Negli Stati Uniti nel 1990, il presidente Bill
Clinton è stato sottoposto ad una inchiesta dopo l'altra. Si è rivelato
altrettanto importante che il sistema giudiziario fosse al di sopra dei
misfatti della politica, e che i politici fossero al di sopra dei misfatti
della corruzione. L’immunità potrebbe essere il modo migliore per proteggere le
componenti democratiche di un governo democratico - soprattutto in un paese in
cui il sistema giudiziario è altamente politicizzato. Gli Stati Uniti rimangono
comunque un paese.
Così fa l'Italia, dove, per un decennio e mezzo, i giudici
hanno goduto di un certo grado di potere davvero unico in Occidente. Nei primi
anni Novanta quando gli italiani avvertirono che non avrebbero più avuto
bisogno di tollerare la corruzione che rientrava in un patto regolare della
politica della guerra fredda, giudici ambiziosi destituirono le leadership dei
principali partiti in processi corruzione. C'e' stata, in effetti, una reggenza
giudiziaria sui funzionari eletti, con i giudici che hanno passato al setaccio
la classe dirigente della generazione successiva.
A lungo raggio, questo potere è malsano per una democrazia.
E 'uno dei motivi per cui gli italiani sono venuti a diffidare della
magistratura. Un sondaggio pubblicato giovedì su La Repubblica, un
prestigioso quotidiano romano che si oppone a Berlusconi, ha mostrato che solo
un terzo di loro (35 per cento) hanno fede nel sistema giudiziario, rispetto al
59 per cento che non lo fanno. Gli elettori del Presidente Berlusconi sono
diffidenti nella stragrande maggioranza dei giudici, mentre i suoi oppositori
sono per lo più soddisfatti di loro. Ciò che colpisce è che gli elettori
centristi della residua Democrazia Cristiana italiana, ossia l'opposizione UDC,
sono a favore dei piani dell'onorevole Berlusconi volti a sospendere i
processi, dal 69 per cento, al 30 per cento. Come il quotidiano La Repubblica ha ammesso,
gli italiani «pensano che la giustizia stia funzionando male». E se il prezzo
[per metterci ripiego] è rappresentato da un certo genere di immunità
giudiziaria per Silvio Berlusconi, essi sono disposti a pagarlo».
Una «Camera Brulla» (ndt, un Buco Nero) – lo stile
dell'accumulo di casi giacenti, è il punto debole nella legittimità
dell'ordinamento giudiziario italiano. La legge italiana è così dilatoria che
cozza contro l’ articolo sesto della Convenzione Europea sui diritti umani. In
luogo di processi veloci, l'Italia ha la cosiddetta «Legge Pinto» del 2001, al
fine di compensare le persone i cui casi giudiziari si trascinano oltre il
consentito. Sir John Major è stato al potere in Gran Bretagna nell'anno in cui
iniziò il processo Berlusconi-Mills. Le accuse contro cui l'onorevole
Berlusconi è stato in lotta, risalgono a quando l'ultima immunità di Legge del
2004 è stato rovesciata, e datava dal 1985. Quando i nemici del sig. Berlusconi
avvertono che 100.000 casi non saranno sottoposti a processo e dunque congelati
poiché datano più di sei anni, essi stanno involontariamente a dimostrare la
fondatezza della legge, e non il contrario.
Le acrobazie giudiziarie del Presidente Berlusconi sono
invariabilmente un self-serving (ndt, auto-servizio), ma non sono mai solo
self-serving. Richiamano sempre la sussistenza d’un certo problema genuino,
percepito in modo abbastanza grave dagli elettori che si radunano dietro a lui.
Qui sta il suo genio politico. L'Italia è nel panico in
questo momento a proposito della criminalità. Panico che potrebbe essere
fondato, o potrebbe non esserlo. Ma quasi tutti sono convinti che la sua legge
sulla sicurezza contribuirà a dissiparlo. Una legge sull’immunità, che potrebbe
essere redatta, potrebbe rendere la politica italiana meno litigiosa e più
democratica. Il fatto che il signor Berlusconi potrebbe schivare un processo
attraverso queste leggi, costituisce la ragione per opporvisi. Ma è l'unico
motivo per l’opposizione, e non è sufficiente”.
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