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Marista
HomeArticoli Un lungomare, un vù cumprà e due lune
Queste considerazioni risalgono ad Agosto, sono ancora attuali credo
Non amo i vù cumprà, non fosse altro che perché spesso sono
fastidiosi, ti si incollano senza ritegno alcuno, ti mostrano spesso mercanzia inutile di prezzo non corrispondente al valore
intrinseco e di dubbia provenienza. Ecco siamo giunti subito al punto: la provenienza, tutta quella merce che questi
poveri cristi si trascinano sotto il solleone mentre ti tampinano, qualcuno la
produce e ci si arricchisce vergognosamente, e di
quel qualcuno si parla sempre troppo
poco, è la vecchia questione di mostrarci il dito per nascondere la luna, una
grossa luna che si chiama malavita, uno scomodo socio con cui dobbiamo fare i conti.
Questo penso durante la mia mattutina passeggiata a mare
mentre con la coda dell'occhio osservo
il luccichio dei bianchi denti del vù cumprà che mi segue da un po' e recita qualcosa di
incomprensibile alle mie spalle, non se
ne vuole andare ed alla fine sospetto mi stia insultando: lo guardo finalmente, è
giovane, penso con sgomento che potrebbe esser mio figlio.
Lo osservo meglio:
ride, ma i suoi occhi no , non ridono, non è comunque uno sguardo duro, "sento"
invece che è disperato, vuole assolutamente vendermi un qualcosa a 20 euro,
potrebbe esser mio figlio ed ha un viso buono ed asperto, mi intenerisco e mi
convinco ,prendo in mano la camiciola,
vedo subito che non è merce cinese, è
roba nostrana in realtà, la riconosco, 20 euro è il suo valore intrinseco, forse
meno, ma in un negozio la vendono a molto di più, certo lo ha rifornito qualcuno
collegato alla camorra come sempre.
Prendo una decisione: lo guardo negli occhi e brusca gli
chiedo se ha fame, si fa serio," compera la camicia ed io mangio" risponde a
testa bassa, poi rotto il ghiaccio aggiunge che è qui da poco, era felice e credeva di aver iniziato una
attività sua..la voce gli si rompe.
Ho capito bene,
inutile che continui, so che la luna maledetta resta nascosta e silente, protetta da
mille consapevoli ed inconsapevoli collusioni che stanno permettendo che
prosperi sotto i nostri occhi un nuovo-vecchio genere di schiavitù, le donne
sul marciapiede, i maschietti a finger di "commerciare" pezze e cianfrusaglie
della camorra o delle mafie, so che è inutile parlarne, vado invece al sodo e
gli spiego che io sono disposta se lui
può, a pagargli un pasto nella pizzeria tavola calda che dico io, "lasciandoti il resto ai 20
che siano soldi per te, dico, solo per te, ma la camicia no, non la prendo" e
sussurro guardandolo fisso . "io i miei soldi guadagnati a fatica, a
quelli non li do " lui abbassa gli occhi, tace a lungo, infine sussurra un grazie atono, neutro; mi
chiedo se pensa a quanti soldi dei suoi ha dato lui a questa plebaglia.
E così è andata che
gli ho messo in mano un po' di indirizzi
istituzionali, dice di non esser clandestino, chi sa, è molto chiuso , lo
lascio seduto alla tavola calda della Pina, sta per arrivare intanto la pasta,
pare gli piaccia molto, vado via e mi dico amara che oggi mangia ed ha qualche soldo di cui non
dover render conto al padrone invisibile : la malavita, e domani ?
Che brutta
gente ipocrita siamo, che vergognosa incapacità di scindere sporco da pulito
tanto da arrivare a protegger gli schiavisti facendoci loro fiancheggiatori nei
fatti, lasciando indifesa nelle loro mani la "merce umana", pretendendo anche di ammantare di umana
solidarietà quella che altro non è se
non scelleratezza, o al meglio, suprema egoistica stupidità.
Mi accompagnano pensieri amari di
nodi che non si vogliono sciogliere , di una umanità che non vuol essere ancora
degna di tale nome, e qui sul lungomare assolato, sogno anche io una carezza
del Nazareno che faccia il miracolo e porti saggezza ed umanità che non sia
solo una rappresentazione del politically correct, parlata, raccontata,
esibita perché tutto continui come prim, e mi chiedo se smetteremo mai di coprire questa
brutta luna che da troppo svetta nei
nostri cieli, di fingere di non capire
di non vedere la scomoda ospite troppo protetta da troppi nei fatti.
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