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Unità di Italia: ma la frittata è stata fatta tanto tempo fa! PDF Stampa E-mail

Scritto da Marista Urru   
venerdì 29 agosto 2008
Ho letto questo articolo dal blog di druida, alias Francesca Lippi e Ve lo riporto qua sotto:

Questo topic nasce come risposta a un articolo trovato su Reset dal titolo: “Sardegna Scoppia colossale Polpettone L’isola di Malu Entu si dichiara indipendente…e l’ansia ci assale?”

Io vorrei dire una cosa da persona nata nel Continente e cresciuta nel Continente… Perché non si decide una buona volta cosa sia politicamente corretto o cosa non lo sia? Mi spiego meglio e faccio un discorso più allargato rispetto al territorio Sardo: da dopo il fascismo, si è fatto di tutto per affossare tout court quelli che vennero ritenuti come ideali tipicamente fascisti. Fra questi ci stava il “patriottismo”. Siamo, quindi, diventati uno Stato che non era Nazione: tutto ciò che era italiano, diventava negativo, e fra gli anni ‘60 e gli anni ‘70 c’è stato un vero e proprio dilagare dell’ esterofilia più cieca. Se qualcosa era diverso da noi e non italiano, era automaticamente bello. Io stessa sono stata educata da maestre e professori, dalle elementari al liceo, che affermavano la somma bellezza di ciò che era “diverso” rispetto a tutto quello che poteva definirsi “Italiano”. Non era un modo per educare alla diversità: era letteralmente una critica verso il Patriottismo, ed era una critica più che esplicita. Il Patriottismo veniva indicato come un sentimento malato, sbagliato e politicamente scorretto al pari del Nazionalismo. Io, come molti della mia generazione, abbiamo bene assorbito questo insegnamento, e infatti non ci comportiamo come persone orgogliose di essere italiane. Gli stessi “no global” non si vanno certo a spantecare per il mantenimento di tradizioni e storia italiane: si battono per i diritti di culture di altrui Paesi

Allora mi domando io: dopo tutti questi decenni, perché ora si vuole per forza “l’unità di Italia” e si va a parlare di Patriottismo, quando siamo stati cresciuti che questo è un sentimento malato? Noi italiani di noi stessi diciamo di tutto: che siamo i veri criminali, che siamo stupratori, che siamo pedofili, che siamo assassini (basta farsi un giro su siti “arcobaleno” per vedere la bella pubblicità che facciamo a noi stessi, leggendo malamente i risultati statistici). In più a seconda di come votiamo diventiamo o coglioni o delinquenti. Siamo bravissimi a criticarci ed odiarci.

Signori miei: di che patriottismo andiamo a parlare oramai, quando ci sta gente che si rammarica perché non siamo mai stati invasi dalla Russia? E mi riferisco alla gente definita “comune”, perché è quella che conta. Il Patriottismo non ci sta e non c’è mai stato, perché ci hanno sempre insegnato che era MALE. Ed ora come si pretende di ricostruirlo? Non si può fare squadra, perché si è lavorato sotto sotto per non fare mai squadra, e questo perché così saremmo stati più deboli e facilmente manovrabili. Ma non c’entra lo psiconano: questo è un progetto che andrà avanti dalla fine degli anni ‘40, quando forse lo psiconano aveva 10 anni (scusino: ma non conosco l’età dello psiconano). Questo è un progetto che è partito da qualcun altro e in cui, mi spiace dirlo, pecca una certa frangia della sinistra che in Italia, rispetto al resto di altri Paesi, diventa altamente anti-patriottica ed anti-italiana. Ora come si pensa di porci rimedio?
La gente che a Bologna si lamenta perché le case popolari non vengono assegnate alle famiglie italiane, è mossa da uno spirito in parte simile a quello del popolo Sardo. Ma tutto questo sistema malsano, che è stato messo su da anni, come può essere smantellato? Non può più essere smantellato: la squadra non ci sarà mai. In Inghilterra gli autoctoni hanno diritti più forti rispetto a chi viene da un paese estero: se ci sta un posto di lavoro vacante, quello viene dato a un inglese prima che ad uno straniero. Da noi una cosa del genere NON PUò essere concepita, perché politicamente scorretta e dunque cattiva e malata. E questo è solo un esempio terra terra su cui immagino che sia facile attaccarmi rigirandosi la frittata.

Detto questo aggiungo un mio personale pensiero… In Europa e nel mondo abbiamo davanti agli occhi come i separatismi “negati” portino guerre civili e violenza. Non capisco come mai la Spagna ci tenga tanto a tenersi i Baschi annessi se quelli non vogliono. Non capisco perché la Gran Bretagna ci tenga tanto a tenersi quel pezzettino di Irlanda che si vuole separare. Non capisco perché la Cina ci tenga tanto a tenersi annessi degli Stati che vogliono essere indipendenti. E poi mi perdo, perché di esempi del genere ne è pieno il mondo. O meglio, si intuisce: sono giochi di potere e di denaro. In Italia spesso e volentieri ci siamo schierati, indipendentemente dai colori politici, da parte di qualche popolazione che volesse separarsi da uno Stato prepotente. Perché allora scandalizzarsi se la Sardegna si vuole separare? Quando un popolo non si sente facente parte di uno Stato, perché usare questa violenza di continuare a tenerlo annesso? Forse perché anche qua dietro ci sono giochi di potere e di denaro…

Non dovrebbero essere le altre regioni a disquisire sulle scelte di un’altra: andrebbe fatto un bel referendum in Sardegna, in cui si chieda esplicitamente se la stessa voglia separarsi dal resto di Italia. Ma non verrà mai fatto e si preferirà COSTRINGERE una popolazione a rimanere annessa. Veramente molto poco umano e decisamente con poco senso dopo tanto lavoro contro la Nazione Italiana. Della serie: che qualcuno faccia pace col cervello.

 

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  Commenti (1)
1. Patriottismo
Scritto da Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo website, il 30-08-2008 22:05
E' un articolo interessante quello che hai postato, Marista. Non credo sia tutto così facile come fa intendere l'autrice. 
Certamente noi siamo un popolo dove il patriottismo è quello dei tifosi del Milan. 
Siamo sempre stati esterofili al massimo. Una donna con l'accento straniero ancora adesso ha un grande successo. I viaggi sono tutti orientati verso altri paesi, quando, a dire il vero, l'Italia non ha niente da invidiare e andrebbe conosciuta meglio nella sua natura, nei musei,ecc.. 
 
Sono d'accordo sui separatismi, penso solo che non basti un referendum... 
 
Ciao Marista, a presto!

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