Ho letto questo articolo dal blog di druida, alias Francesca Lippi e Ve lo riporto qua sotto:
Questo topic nasce come risposta a un articolo trovato su Reset dal titolo: “Sardegna Scoppia colossale Polpettone L’isola di Malu Entu si dichiara indipendente…e l’ansia ci assale?”
Io vorrei dire una cosa da persona nata nel Continente e cresciuta
nel Continente… Perché non si decide una buona volta cosa sia
politicamente corretto o cosa non lo sia? Mi spiego meglio e faccio un
discorso più allargato rispetto al territorio Sardo: da dopo il
fascismo, si è fatto di tutto per affossare tout court quelli che
vennero ritenuti come ideali tipicamente fascisti. Fra questi ci stava
il “patriottismo”. Siamo, quindi, diventati uno Stato che non era
Nazione: tutto ciò che era italiano, diventava negativo, e fra gli anni
‘60 e gli anni ‘70 c’è stato un vero e proprio dilagare dell’
esterofilia più cieca. Se qualcosa era diverso da noi e non italiano,
era automaticamente bello. Io stessa sono stata educata da maestre e
professori, dalle elementari al liceo, che affermavano la somma
bellezza di ciò che era “diverso” rispetto a tutto quello che poteva
definirsi “Italiano”. Non era un modo per educare alla diversità: era
letteralmente una critica verso il Patriottismo, ed era una critica più
che esplicita. Il Patriottismo veniva indicato come un sentimento
malato, sbagliato e politicamente scorretto al pari del Nazionalismo.
Io, come molti della mia generazione, abbiamo bene assorbito questo
insegnamento, e infatti non ci comportiamo come persone orgogliose di
essere italiane. Gli stessi “no global” non si vanno certo a spantecare
per il mantenimento di tradizioni e storia italiane: si battono per i
diritti di culture di altrui Paesi
Allora mi
domando io: dopo tutti questi decenni, perché ora si vuole per forza
“l’unità di Italia” e si va a parlare di Patriottismo, quando siamo
stati cresciuti che questo è un sentimento malato? Noi italiani di noi
stessi diciamo di tutto: che siamo i veri criminali, che siamo
stupratori, che siamo pedofili, che siamo assassini (basta farsi un
giro su siti “arcobaleno” per vedere la bella pubblicità che facciamo a
noi stessi, leggendo malamente i risultati statistici). In più a
seconda di come votiamo diventiamo o coglioni o delinquenti. Siamo
bravissimi a criticarci ed odiarci.
Signori miei: di che patriottismo andiamo a parlare oramai, quando
ci sta gente che si rammarica perché non siamo mai stati invasi dalla
Russia? E mi riferisco alla gente definita “comune”, perché è quella
che conta. Il Patriottismo non ci sta e non c’è mai stato, perché ci
hanno sempre insegnato che era MALE. Ed ora come si pretende di
ricostruirlo? Non si può fare squadra, perché si è lavorato sotto sotto
per non fare mai squadra, e questo perché così saremmo stati più deboli
e facilmente manovrabili. Ma non c’entra lo psiconano: questo è un
progetto che andrà avanti dalla fine degli anni ‘40, quando forse lo
psiconano aveva 10 anni (scusino: ma non conosco l’età dello
psiconano). Questo è un progetto che è partito da qualcun altro e in
cui, mi spiace dirlo, pecca una certa frangia della sinistra che in
Italia, rispetto al resto di altri Paesi, diventa altamente
anti-patriottica ed anti-italiana. Ora come si pensa di porci rimedio?
La gente che a Bologna si lamenta perché le case popolari non vengono
assegnate alle famiglie italiane, è mossa da uno spirito in parte
simile a quello del popolo Sardo. Ma tutto questo sistema malsano, che
è stato messo su da anni, come può essere smantellato? Non può più
essere smantellato: la squadra non ci sarà mai. In Inghilterra gli
autoctoni hanno diritti più forti rispetto a chi viene da un paese
estero: se ci sta un posto di lavoro vacante, quello viene dato a un
inglese prima che ad uno straniero. Da noi una cosa del genere NON PUò
essere concepita, perché politicamente scorretta e dunque cattiva e
malata. E questo è solo un esempio terra terra su cui immagino che sia
facile attaccarmi rigirandosi la frittata.
Detto questo aggiungo un mio personale pensiero… In Europa e nel
mondo abbiamo davanti agli occhi come i separatismi “negati” portino
guerre civili e violenza. Non capisco come mai la Spagna ci tenga tanto
a tenersi i Baschi annessi se quelli non vogliono. Non capisco perché
la Gran Bretagna ci tenga tanto a tenersi quel pezzettino di Irlanda
che si vuole separare. Non capisco perché la Cina ci tenga tanto a
tenersi annessi degli Stati che vogliono essere indipendenti. E poi mi
perdo, perché di esempi del genere ne è pieno il mondo. O meglio, si
intuisce: sono giochi di potere e di denaro. In Italia spesso e
volentieri ci siamo schierati, indipendentemente dai colori politici,
da parte di qualche popolazione che volesse separarsi da uno Stato
prepotente. Perché allora scandalizzarsi se la Sardegna si vuole
separare? Quando un popolo non si sente facente parte di uno Stato,
perché usare questa violenza di continuare a tenerlo annesso? Forse
perché anche qua dietro ci sono giochi di potere e di denaro…
Non dovrebbero essere le altre regioni a disquisire sulle scelte di
un’altra: andrebbe fatto un bel referendum in Sardegna, in cui si
chieda esplicitamente se la stessa voglia separarsi dal resto di
Italia. Ma non verrà mai fatto e si preferirà COSTRINGERE una
popolazione a rimanere annessa. Veramente molto poco umano e
decisamente con poco senso dopo tanto lavoro contro la Nazione
Italiana. Della serie: che qualcuno faccia pace col cervello.
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1. Patriottismo Scritto da
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, il 30-08-2008 22:05 E' un articolo interessante quello che hai postato, Marista. Non credo sia tutto così facile come fa intendere l'autrice. Certamente noi siamo un popolo dove il patriottismo è quello dei tifosi del Milan. Siamo sempre stati esterofili al massimo. Una donna con l'accento straniero ancora adesso ha un grande successo. I viaggi sono tutti orientati verso altri paesi, quando, a dire il vero, l'Italia non ha niente da invidiare e andrebbe conosciuta meglio nella sua natura, nei musei,ecc.. Sono d'accordo sui separatismi, penso solo che non basti un referendum... Ciao Marista, a presto!
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