morositas.leonardo.it/.../nov/pag1/novembre.html
Violenza sulle donne, ieri si è celebrata la giornata mondiale, abbiamo avuto iniziative in tutto il
mondo .
Si è riconosciuto che milioni di donne hanno subito
violenze sessuali e milioni di donne
violenze fisiche. Non si hanno, che io sappia, dati su quelle psicologiche,
ma sono più di quante si pensi, subdole
e sottili, sfuggono spesso alla comune percezione, eppure fanno soffrire
moltissimo anche queste.
Se ne è parlato, si è cercato di esaminare il problema e si è d’accordo che
importantissimo è cominciare dal fare qualcosa di concreto per le vittime,
aiuti immediati e smetterla con il temporeggiare, il sottilizzare, il
distinguere e con gli incitamenti ipocriti a “capire”, aspettare, sperare: dove e quando
abbiamo una donna picchiata vuol dir che c’è un picchiatore e chiunque sia, ha
commesso un reato e come tale va inquisito e punito e le pene debbono essere certe ed applicate,
uguali per chiunque e dovunque sul territorio nazionale, non può avvenire che
scazzottare una donna nel Paese A è reato, ma nel paese B, in base alla personale opinione di un giudice , diventa una monelleria una monelleria.
Non dimentichiamoci che in Italia un qualche magistrato ha valutato opportuno non perseguire un padre, una madre ed un fratello che hanno legato ad una sedia una ragazzina e "per il suo bene" ( non si adattava al 100%, alle usanze del Paese di origine in fatto di comportamento femminile), la hanno riempita di calci, sputi e pugni fino a mandarla in gravi condizioni all'ospedale e, sia detto per inciso ed a vergogna della massa femminile Italiana, non ho sentito nessuna protesta, forse sono stata disattenta? Eppure ho cercato, denunciato, protestato, come blogger hanno cercato di farmi tacere, questo si, per il resto, solo dalla stampa straniera un divertito domandarsi della nostra situazione.. peccato che io non mi sia divertita affatto a vedere che gente siamo, come sembriamo marionette che solo se i fili vengono mossi, si muovono, altrimenti... lì sul palcoscenico della nostra povera Italia zitti e indifferenti, e l'empatia per la ragazzina su cui si è usata una vergognosa violenza? Debbo arrivare a credere che in quel momento non serviva, quindi.. pippa?
Ci si vergogna ormai troppo spesso di quel che si vede e che si sente.
La sezione Italiana di Amnesty International ha segnalato le situazioni nel
mondo più a rischio.
L’ONU ha fatto sentire la sua voce : ha parlato di immenso problema, di
piaga endemica , ha lanciato un appello contro la impunità dei violentatori ed
ora stiamo tutti meglio.
In Italia si è parlato di prevenzione
e si sono distribuite 10 mila copie di una guida per la prevenzione delle
violenze, inoltre le Acli hanno rivolto un appello alle parlamentari per una
azione comune perché sia approvata la legge che istituisce il reato di
stalking.
Insomma bisogna darsi da fare tutti , e fare capire alle donne che debbono
uscire dal silenzio, superare il senso di colpa
e di disistima che il maltrattamento induce e denunciare, denunciare,
denunciare, considerando comunque che
non servirebbe a niente se non si trovassero istituzioni pronte e preparate (
come purtroppo ancora capita).
Questo dalla parte delle vittime, ma gli aggressori , i violenti, chi sono?
Perché il fenomeno è ancora tanto presente ed anche indipendentemente dalla
scolarizzazione, dalla situazione sociale?
Come fare per evitare di allevare futuri violenti e prevaricatori che
possono poi anche diventare violentatori? Psichiatri, psicologhi ed analisti
sembrano orientati verso l’analisi di disturbi della personalità in caso di uomini fragili che cercano di affermare la propria mascolinità a
spese della donna. Questa evidentemente è solo una parte dei casi che possono
presentarsi e si ha in famiglia.
Più spesso siamo di fronte a soggetti che non
provano empatia per l’altro, se è una donna, è vista come qualcosa di diverso
da sé di minore valore o nessun valore. E questa mancanza di empatia si
verifica anche nei casi di bullismo, maschile e femminile. Anche qui mi pare di
capire, siamo di fronte ad un disturbo della personalità, cosa è l’empatia? Per empatia si intende
la capacità di un essere umano di percepire lo stato d’animo ed i
sentimenti di un’altra persona, si arriva a sintonizzarsi emotivamente con
l’altro, a percepirne sensazioni ed emozioni. Caratteristica di questo stato
d’animo è che non si perde il proprio punto di vista, si mantiene la propria
percezione delle cose, la propria lucidità, i propri valori restano immutati,
si capisce cosa l’altro prova, ma non lo si sostituisce ai propri sentimenti ai
propri valori. Si entra in empatia anche con un soggetto negativo, si
comprendono i suoi difetti, non li si condivide, ma non li si giudica. Empatia
è anche condividere, con questo stesso “animo”, anche momenti gioiosi e
positivi.
L’empatia in fondo consite nel riuscire ad entrare nel mondo interiore
di un’altra persona, è la capacità di intuire ciò che sta accadendo
nel suo profondo , percependo le sue emozioni ed i suoi stati d’animo
autentici, un contatto emotivo tra due esseri umani, proprio di chi è
capace di comprendere le ragioni dell'altro indipendente dai propri
schemi. Semplificando i concetti appena espressi si potrebbe dire che
l’empatia consiste nel sapersi mettere nei panni dell’altro, nel
comprendere dunque ciò che l’altro sta provando dentro di sé,
trascurandone le manifestazioni comportamentali esteriori che non
sempre corrispondono ai sentimenti veri.
La capacità a provare
questo particolare sentimento si forma principalmente attraverso il sistema di
attaccamento che si instaura con la madre nella primissima infanzia. E mi
diceva un parente docente di psichiatra dell’infanzia che quasi sempre soggetti violenti hanno una storia di cattivo
rapporto o meglio di difetto di
attaccamento con la madre. Questo non vuol dire che siamo in presenza di una
cattiva madre da colpevolizzare, può capitare anche, ma normalmente abbiamo una madre
a sua volta non empatica, che non
comprende il figlio/a, una madre che non sa comprendere le necessità più profonde del figlio, pure dando al figlio quel che lei crede gli sia necessario.
Certo
questo non basta da sola una madre poco empatica, importantissimi sono gli altri incontri che il
giovane avrà , la scuola, i
compagni, le amicizie. Importanti negativamente sono le propensioni al
narcisismo che insorgono in adolescenti e che non vengono superate: la impossibilità cioè di
sopportare un rifiuto, tanto che si preferisce neanche tentare un approccio pur
di non essere rifiutati, anche questo problema di adolescenza può concorrere a formare fututi adulti disturbati.
Altro problema ormai ben risaputo , è il gruppo: se il
leader riconosciuto è un tipo distruttivo, la frittata è fatta, abbiamo visto come il branco
permetta il sorgere di abitudini ed atti impensabili quando si è soli, le cronache ne sono piene.
E siamo al fenomeno del bullismo, in piena
crescita nella nostra società, un problema del gruppo che deve essere valutato
da insegnanti in collaborazione con la famiglia. Due parole sul fenomeno in
crescita del bullismo femminile, in genere meno violento fisicamente di quello
maschile, ma sottilmente perfido,
pare che le ragazzine tendano a preferiscano fare bullismo psicologico: si distrugge l’immagine esteriore e interiore
della vittima, gli effetti possono essere disastrosi : calunnia, ostracismo, canzona
menti, violenze sempre, ma psicologiche che ripeto, possono essere pericolose
quanto e più di quelle fisiche. E che anche il bullismo femminile sia in aumento, sia quello violento che quello psicologico, ci deve suonare come un campanello di allarme: verso quale società stiamo andando? Le parole, i proclami, le solidarietà urlate , cartellonate, sbiascicate cosa stanno fruttando e cosa facciamo mancare ai nostri figli? Che mondo gli stiamo preparando?
Non sono problemi di poco conto, eppure sarebbe già tanto se venisse riconosciuto apertis verbis, che ci sono ed urlano forte.
Concludendo, a me pare che viviamo in una
società violenta , spesso crudele, in cui si sono distrutti valori portanti
senza sostituirli con altri valori.. una polveriera che rischia di colpire
ancor di più i soggetti più deboli: donne, bambini, anziani. Forse dovremmo
fare e pretendere qualcosa di più delle enunciazioni sia pure suggestive di
organismi come Onu e simili, che il problema c’è , lo sappiamo in molti, che poi si
voglia e si sappia davvero fare un
capovolgimento culturale effettivo.. ho i miei dubbi e certo non è con
la lotta dei sessi , né con le quote rosa che secondo me andremo lontano.
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Il rapporto fra uomini e donne, l'eterno conflitto, la famiglia, la coppia malata, una nuova visione , per saperne di più per aiutarsi se serve, ma prendetelo in considerazione anche per un regalo.
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capace di superare le difficoltà che presentano le coppie "cattive" o
"malate" e superando i limiti degli interventi finora possibili.
«Il
confronto tra la mediazione familiare e l'intervento propriamente
psicoterapeutico corre lungo tutto il lavoro, [...] corretto
nell'ottica metodologica spesso assente nella cultura psicologica
clinica italiana, che è ancora in bilico fra adesioni settarie a
modelli chiusi nella loro autarchia e sempre costretta a difendersi
dagli attacchi di chi vuole negarne la fondatezza scientifica o
l'utilità sociale, magari confondendola con lo specifico di altre
professioni o competenze».
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1. LA DIFFICILE CONDIZIONE D'ESSER DONNA Scritto da
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, il 01-12-2008 12:33 Carissimi amici, il tema su esposto è estremamente delicato, variegato e di attualità. La giornata nazionale contro la violenza sulle donne è servita a ricordare al mondo dell'informazione l'emergenza costituita dal fenomeno. Purtroppo, però, ogni giorno dovrebbe essere quello giusto per ribadire, da parte di tutti (cittadini e istituzioni), la condanna di ogni forma di violenza (anche subdola e psicologica) contro il gentil sesso. A tal proposito, rimando alla lettura di un articolo scritto sul tema sul mio blog personale: http://spaziolibero.blogattivo.com. Saluti, Gaspare Serra
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