Benvenuto su questo spazio. Molti sono gli argomenti: troverai attualità, schede di giardinaggio, ricette di cucina, articoli sulla natura, parapsicologia, mitologia, favole, poesie, letteratura, la Roma del tempo che fu. Spero che trascorrerai attimi piacevoli e sereni e, se vorrai intervenire o contattarmi, ne sarò felice.
Marista
HomeArticoli l'Italia come una stolida bambola.. aspetta
La mia Italia degli anni verdi era un paese addormentato, assopito e
rincretinito . Decenni di oppio per poveri, lo abbiamo ormai capito tutti:
calcio e Tv politicamente correttissima
( vigeva un preciso manuale Cencelli per tutto
), ammannita con sapienza da mamma Rai . L'orizzonte degli italiani era
delimitato e stabilito, i sogni erano confezionati e forniti da un catering minuziosamente organizzato :
spettacoli, libri, stampa, cultura
alternativa e di opposizione, nulla veniva lasciato al caso o alla libertà
vera della individuale e spontanea
iniziativa.. Anche la protesta obbediente e conforme, si fermava al momento
giusto, e comunque era sempre
controllata quando non guidata.
L'Italia che fu, come l'Italia di oggi la vedo simile ad una
stucchevole bambola di quelle che col vestito pizzi e merletti un po' liso e
magari ombrato le massaie mettevano al centro del divano del salotto
buono, bambole stolide di una bellezza
inutile e sfiorita', immobili ed imbaccalite dai tanti spilli nascosti che le
incollavano al divano di raso.
Osservavo con rabbia l'Italia dei miei venti anni: un Paese che avrebbe potuto essere, e non era..
zero Paese, zero italiani, zero patria, zero di tutto.
Era permesso solo il navigare di piccolo cabotaggio, il sogno minimo,
minimale, oppure si poteva sopravvivere e sperare solo all'ombra di qualche grande
vecchio.
Sognavano le prime
commesse della Upim con i loro stipendi,
giovani e cotonate provavano finalmente l'ebbrezza di esser "donne che
lavorano" e non più ragazze che fanno i
servizi ad ore o sartine miopi.
Ma il sogno delle commesse giovani e cotonate durò poco, non resse al confronto con la
realtà, caddero le cotonature e gli stipendi
si rivelarono nella realtà stipendiucci e tali restarono. Si affermarono allora i sindacati anche nei grandi magazzini... e
nulla cambiò, ma dalla busta magra dovettero
uscire la quota per i sindacati e gli
scioperi di prammatica. Qualcuno capiì il sistema e fece strada, gli altri fecero la fame,
proprio come gli operai.
Poi venne il 68 anche
da noi, l'Università era in fermento:
assemblee, riunioni, gruppi, parole.. sogni e parole.. e fu un
fallimento. Il movimento nacque forse qua e là spontaneo sull'onda del 68
francese , ma fu, come tutto in questo paese,presto ingabbiato ed
"usato" da menti che si
ritenevano furbe, e che, sia che fossero etero- dirette, sia che non lo
fossero, fecero un casino, .. questo è stato il 68 in Italia, un inutile
casino: abbiamo ottenuto una mano di spolverino dove ben altra spinta sarebbe
stata necessaria, ma a quella spinta non si volle dare via libera, questo
è certo, sicuro ed acclarato, di più non
so, ma fu evidente la volontà di
ingabbiare, condurre, guidare, affossare. E l'Italia continuava come una
bambola stolida a restare sul vecchio divano, inoffensiva e stupidamente
immota. Eppure qualcosa e qualcuno si muoveva mentre gli italiani discutevano
di calcio, formazioni di squadre,
schedine, affari, affaristi, gossip,
bellezze al mare, pane , pizza e amore, molti si arricchivano alla grande svuotando la cassa .
Furono bravi: i bisbigli vennero soffocati e nei posti
chiave dai più importanti ai più piccolo vennero escluse le
persone non ammanicate nel
"sistema", badate che non era destra o
sinistra che contava, allora come ora contava e conta solo la sostanziale conformità al sistema, si ebbe
quindi l'esclusione , la ghettizzazione, e talvolta peggio, di quanti non risultavano conformi, il
grado di tolleranza era minimo, la torta era troppo appetitosa perché sbagli fossero pemessi.
Si favorirono i
famosi "yes-men" ai posti di
responsabilità medio- alta. Ben presto arrivarono ovunque: erano ben
testati personaggi, spesso ignoranti, spesso figli di..., quasi sempre
tronfi, ottusi
e a volte corrotti e corruttori. Venivano
scelti in base alla duttilità e arrendevolezza più che alla
capacità, oppure imposti dalla cordata
secondo il manuale cencelli, ma
quasi sempre con un curriculum di studi fornito
dal censo o dal partito. E con un curriculum di tutto rispetto, vero o
gonfiato, era difficile che qualcuno potesse frapporsi alla loro
scalata al potere futuro. Molti si
adeguarono felici di esser l'ombra di qualcuno degli eletti, che ebbero
così
tesine universitarie , quando addirittura
lauree frallocche, e poi lo schiavo
nascosto negli uffici che lavorava come un disperato mentre l'Eletto,
firmava e
faceva carriera.
Dilagarono, ignoranti arroganti , spesso cafoni , mai al
servizio della comunità, e come un virus distrussero il paese. Ministeri, Banche,
Assicurazioni, Scuole, Università, una quinta colonna di Terminators.
Sapevano quello che stavano facendo? Non
credo, figli della paura e della pochezza dei vecchi "padri padroni", non si interessavano, ciechi
ed avidi , di nulla che non fosse il proprio comodo. Immagino che sia stata come una frana: comincia con la
caduta casuale di un sassolino e poi.. e
poi eccoci ai nostri giorni, e li vedo ancora i terminators all'opera, sono
diventati "sistema", l'orrido virus ha figliato, si è infiltrato nelle burocrazie,
nelle Società di servizi, nelle Ferrovie, nei
Ministeri, negli Enti locali, nella così' detta Finanza, che ormai meriterebbe
altro appellativo, nella politica.. nella
Sanità.
E L'Italia sta ancora
lì sul vecchio divano, trafitta da mille
spilli, ingabbiata bambola stolida ed
addormentata, con il vestito sempre più liso, quasi nuda ormai, preda di
lanzichenecchi bercianti, sta lì ed
aspetta, è certo in attesa della fine inevitabile : la pattumiera dei rifiuti.
Pure la povera bambola Italia una speranzella dietro gli occhi di
vetro la accarezza, spera di esser almeno promossa
a diventare la pattumiera del mondo e bisogna
dire che i terminators ci stanno lavorando con entusiasmo.