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Marista
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Scritto da Marista Urru   
lunedì 21 settembre 2009
  
PIANTE DI CASA

parte seconda

Proseguo in discorso sulle piante da appartamento poiché è in questo periodo che si devono intensificare le cure prima dell'inverno.

Dove posizionarle - Nella prima parte ho parlato di "posizione ideale", di luminosità, necessità di accorpare tutte le piante in un solo angolo così da creare un microclima adatto.
Non si può non tener presente che le piante devono essere proporzionate al locale in cui decidiamo di metterle.
Spesso, pianta e padrona di casa litigano! Ci vuole equilibrio:

in un grande soggiorno, ad esempio, metteremo piante imponenti, frondose come una grossa Aralia(foto)


Molte sono comunque le piante che ben figureranno nelle nostre case, ad esempio  la Kentia, (foto a destra) un Ficus elastica o un Benjamin adulto, possibilmente abituato all'interno della casa.

Non portiamo dentro casa un'agave tanto bella ma pericolosa, così da non costringere gli ospiti a fare lo slalom schivando le foglie spinose...cosa che può capitare anche a noi!!!!

Le piante hanno una loro sensibilità, "parlano", danno muti messaggi.

Sono loro che ci fanno capire che lì è il posto giusto dove svernare.

 

LE PALME

Nella prima parte ho menzionato la palmetta Chamadorea, ci sono tante specie, vediamo alcune:


Kentia: robusta, elegante, con determinate esigenze che non bisogna scordare.

Richiede un ambiente luminoso, lontano dai caloriferi e dai raggi solari, ingigantiti dai vetri:

Si innaffia, a patto che il terreno sia perfettamente asciutto, in media ogni 8 giorni.

(per non sbagliare io innaffio la domenica, mantengo quel giorno così da farlo diventare una consuetudine e non lo dimentico. Prima faccio un giro di controllo, infilo le dita nella terra e se lo tiro fuori asciutto, metto acqua, dopo circa 15 min. Controllo nel sottovaso che non ci sia acqua stagnante)

Se l'ambiente è secco, con un vaporizzatore, bagno le fronde.

 

Le palme stanno bene in giardino,in luoghi riparati dal gelo e dai venti freddi.

 

Le palme che vengono consigliate per interno vegetano meglio in terriccio di foglie, muschio secco misto ad humus, che sia soffice, leggero permeabile.

 

Apro una parentesi: Quando estirpo dal terreno le piantine ormai secche, non le butto via, recupero le radici disidratate tagliandole via con le forbici, aggiungo foglie decomposte, terriccio, muschio secco e devitalizzato, facendo un compost utile per le piante delicate da appartamento, naturalmente con un'aggiunta di concime granulare, ne basta mezzo cucchiaino per ogni vaso.

Da ricordare che quando si rinnova tutto il terriccio dei vasi, utilizzando quello che si acquista nei negozi di giardinaggio, non bisogna fertilizzare per almeno un anno, in base al tipo di pianta, anche di più. Il terriccio contiene già tutti gli elementi nutritivi. Aggiungerne ulteriori significa bruciare la pianta per over dose da concime.

 

FELCI

 Ci sono tantissime specie di felci, sono adatte ai luoghi più ricchi di vapore, come le cucine e i bagni.

Decorative ed eleganti se collocate nella giusta posizione, non richiedono cure particolarmente difficili.

In natura, queste piante, si trovano nei sottoboschi umidi e ombreggiati, a ridosso di ruscelli, dove il terreno e permanentemente umido, non è raro, qui in Sardegna, vedere sbucare dalle pietre un delicato capelvenere, sicuramente poco distante c'è una vena d'acqua limpida che sgorga dal granito.

Infatti il CAPELVENERE è una felce conosciuta, se cresce fra i sassi e il muschio, può non essere difficoltoso allevarlo! Basta ricreargli l'ambiente originale, quindi....muschi, licheni, sassi, acqua sorgiva.

Avete tutto questo in casa? Bene! Allevate capelvenere allora!

 




ASPLENIUM
- Chi non ha mai vinto questa piantina in una di quelle lotterie durante le sagre paesane?

Questa felce, a differenza di altre, ha necessità di caldo (almeno 18/20°), ambiente lumonoso, elevata umidità.

Una raccomandazione, deve avere il vaso di coccio perchè intanto le radici devono respirare.

Al momento del rinvaso (ogni due anni), il vaso bisogna romperlo poiché le radici aderiscono al contenitore. Cercare di salvare il vaso significa rompere le radici e ....non si sa cosa accade al resto della pianta.

 



'ASPLENIO, dalle fronde spumose  un bell'esemplare



PELLEA. Come il capelvenere è un bellissimo accostamento ad altre piante, che si presta ad armonizzare le composizioni.












La particolare FELCE A CORNA DI CERVO

la FELCE A ZAMPA DI LEPRE quella che più facilmente troviamo nei nostri appartamenti, il vero nome è Davallia canariensis , ma è anche conosciuta come "zampa di lepre" per la presenza di numerosi rizomi marroni che si intersecano e pendono dal vaso.












la FELCE DI BOSTON una delle varietà diventa lunghissima, più di un metro!

La FELCE AGRIFOGLIO, è molto resistente, si riproduce con facilità.

 

Ne avrò dimenticata qualcuna....  tutte hanno le medesime esigenze, richiedono tanta umidità, il terriccio soffice e ricco di sostanza organica.

Spesso capita che le felci in vaso diano segni di sofferenza, io tendo a potare a zero, in questo modo stimolo la crescita di nuove foglie, entro breve tempo (circa 1 mese) il vaso è nuovamente rigoglioso.

 

Abbiate solo cura di tenere le felci sempre all'ombra.

 

Alla prossima.

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