Benvenuto su questo spazio. Molti sono gli argomenti: troverai attualità, schede di giardinaggio, ricette di cucina, articoli sulla natura, parapsicologia, mitologia, favole, poesie, letteratura, la Roma del tempo che fu. Spero che trascorrerai attimi piacevoli e sereni e, se vorrai intervenire o contattarmi, ne sarò felice.
Il tarassaco non fiorisce ancora: una opportunità , raccogliamolo
Scritto da Marista Urru
lunedì 23 marzo 2009
Vedete dalla foto, se
mai non ne conosceste il nome, quanto è comune questa erba medicinale. Viene
chiamato anche dente di leone, pare perché ha le foglie dentellate, ma anche
insalata matta, non so il perché , ma in casa mia così la chiamavano e lo usavano
davvero in insalata crudo quando ancora era tenerissimo, appena
spuntato.
Del tarassaco usiamo tutto, radici, foglie e fiori. I fiori
dovrebbero essere già spuntati e in parecchie zone già lo sono e vengono usati
per decotti depurativi e vitaminici, da me per fortuna non è ancora fiorito e
solo negli angoli più riparati è in boccio.
Le piantine raccolte
come una cicoria, lessate, magari mescolate a cicorie vere, crespino, bardana,
centaurea è ricca di minerali, disintossica, favorisce la digestione, ottimo
come diuretico , un tempo veniva considerato un rimedio per i reumatismi.
In autunno estirpatene le radici e se avete la centrifuga
, traetene il succo : sa 20 a 40 gr al giorno, contro
stitichezza, disturbi circolatori.
Come verdura cotta, per fargli conservare le sostanze,
cuocetelo per 10 minuti in poca acqua,
quando questa è consumata, impiattate e condite con olio e limone.
Tisana :fate bollire in un litro di acqua un paio di
manciate di foglie fresche, bevete questa tisana gradevolmente amara prima di
ogni pasto.
Un tempo questa acqua veniva usata per lavare il viso,
dicevano che aiutava a ripulire dall'acn
I fiori . vengono usati per uno sciroppo che ho assaggiato troppo tempo fa per saper dire se
oggi potrebbe piacere
1 litro
acqua fredda, 100 gr fiori di tarassaco, mettere a fuoco lento , fino a portare alla
ebollizione. Togliete le pentola dal
fuoco e lasciate riposare per una notte. Passate con panno di lino o simile,
spremete i fiori quando ha scolato bene, al sugo ottenuto aggiungete 1 kg di zucchero e due o tre
fette di limone, rimettete sul fuoco bassissimo , senza coperchio e senza fare
bollire, perché evapori, alla fine avrete uni sciroppo dolce, cattivo non era,
ma eravamo nel dopoguerra , chi sa oggi che effetto che fa?
CESOIA & RASTRELLO trapianto dai semenzai non sempre è facile
Scritto da Marista Urru
domenica 22 marzo 2009
Semenzaio : diversi
mi hanno chiesto che si intende per semenzaio, dove si trovano le cassettine
delle illustrazioni che troviamo nelle riviste specializzate.
Confesso, io non ho mai posseduto una di quelle cassettine ,
che sono di plastica ed immagino siano utilissime, in quanto costruite ad hoc, uso invece le buone vecchie cassette
di legno della frutta, almeno fino a che si troveranno. Comunque si tratta di
organizzarsi o comperare dei contenitori larghi e bassi, immagino che quelli in
plastica, una specie di vassoi, trattengano meglio umidità e calore.
Si semina anche in cassoni profondi , a letto caldo vuol
dire che al fondo abbiamo posto uno strato di letame, non dico fresco, ma
ancora in grado di generare calore che sale verso l'alto, sul letame abbiamo
posto uno strato spesso di buon terricci per non "bruciare" i semi. Se poi
vogliamo andare sul professionale , ci riforniremo di cassoni riscaldati da
resistenze elettriche.
Il terriccio : in genere abbiamo tre parti di buona terra da
giardino, tre parti di sabbia, tre parti di terriccio di foglie.
CESOIA & RASTRELLO bulbi a fioritura estiva abbiamo tempo fino ad Aprile
Scritto da Marista Urru
giovedì 19 marzo 2009
Foto da: lacompagniadelgiardinaggio
I rizomi di dalia si interrano ora in terreno morbido e ben fertilizzato da giardino
Enumeriamo un po’ di bulbi che possiamo interrare ora.
Agapanto, Giglio ( tranne quello di S Antonio), Sedum, Begonia, Montbretia,
mughetto, canna indica, ranuncolo,Dalia, Amarillis, Calle…
A voler essere precisi abbiamo i bulbi propriamente detti ,
tipo tulipano , narciso..; i tuberi, come quelli delle Dalia e di alcune begonie;
ed i cormi, come quelli dei gladioli.
Potete sbizzarrirvi neinegozi specializzati a trovare cento altre specie rispetto a quelle qui
elencate al volo.
Consigli generali
Il primo consiglio a mio avviso è quello di badare con cura
al drenaggio, sia che li piantiate in vaso, sia che li piantiate in terra.
Poneteli con la punta
rivolta verso l’alto, in quelli piattiregolatevi piantandoli con le radici verso il terreno e il piatto verso
l’alto.
Il terreno deve essere sciolto eavrebbe dovuto esser preparato in anticipooperando una buona vangatura ( almeno 30 cm di profondità), con
aggiunta disfagno, o perlite per il drenaggio,
il terreno argillosonecessita di
correzione con torba in genere, mentre nei terreni sabbiosi è bene aggiungere del
carbonato di calcio.
La profondità: di norma vanno interrati del doppio della
lunghezza del bulbo
Giglio
giglio martagone
nelle zone temperate possiamo già da
ora interrarlo, fino ad Aprile. Ricordatedi metter al fondo dei vasi l’ argilla espansa per il drenaggio. Il
terriccio deve essere fertile, leggero e ben drenato. Si ottiene mescolando due
parti di letame, due di terriccio universale e uno di sabbia, oppure una parte
di terriccio da orto e una per piante grasse. I bulbi vanno piantati a 15/20 cm
di profondità, non più di due in un vaso di 30cm di diametro, quattro in un vaso di 50 cm di diametro. Innaffiate
abbondantemente e mettete il vaso in una posizione soleggiata.
Già dai tempi degli antichi romani e greci erano conosciute, ma pare che la loro
coltivazione sia iniziata in Oriente. Ve ne sono molte varietà e si raggruppano
in tre grandi classi:
cappucce: con foglie tonde, leggere che formano un cespo
tondeggiante
romane: con foglie erette e asssai croccanti
da taglio, o lattughini che possono essere tagliate due o
tre volte prima di indurire e diventare amare.
Sono di facile coltivazione e conviene coltivarsele da soli, si evita una buone dose di veleni e per la scelta delle varietà adatte o vi
regolate dal commerciante di sementi o leggendo le istruzioni sulle confezioni,
oppure dal vivaista, da cui comperare le piantine, accorciando
notevolmente i tempi.
Se avete poco spazio nell’orto potete tranquillamente usarle
fra le altre colture
Terreno: certo deve essere ben drenato e fertilizzato, prima
della semina o dell’impianto quindi incorporate nel terreno fertilizzante
completo, anche per questo fatevi ben consigliare o dal vivaista o dal solito consorzio.
Già dai primi di
Marzo si possono seminare cappucce che raccoglierete ai primi di giugno da piantare in piena terra come la “Regina di Maggio, e poi
man mano le qualità estive resistenti al caldo sino al “trocadero” assai rusica
e facile, compatta e lenta a montare , caratteristica utile.
Infine vi rifornirete di cappucce invernali resistenti al
freddo che sono poi quelle più grosse,
la bruna a foglie oblunghe, la rossa da inverno, e tante altre, c’è da
sbizzarrirsi a fare da soli, lo stesso discorso vale per le lattughe romane e
da taglio.
Il melograno è una pianta arbustiva, le origini sono in Persia e Afghanistan, è coltivata da tempo nelle regioni meridionali e insulari d'Italia. E' da sempre simbolo di fertilità in moltissime culture, nella arte copta e non solo, è simbolo di resurrezione.
Le spose in Turchia ne gettano i semi in terra come buon augurio di fertilità.
Simbolizza per molti l'albero della vita, cioè quell'albero posto nell'Eden insieme all'albero della conoscenza del bene e del male e di questo aspetto ne parliamo in altro luogo del sito.
Ora cercherò di dirvi quel che so di questa bella pianta utile e di facile coltura, longeva e robusta, ottima per il giardino o per l'orto.
E' da tener presente se intendete impiantarla che benché robusta, è pianta sensibile al freddo, se siete al nord italia ela temperatura scendesse oltre i 7/8 gradi, potrebbe seccare, anche se poi facilmente ricaccerà polloni dalla base o dal tronco. Comunque al Nord ed in zone fredde, trovategli un angolo riparato e soleggiato, magari a ridosso di un muro.
Bello un così ricco cespo di gustosissimi asparagi selvatici. Già la
campagna comincia a regalarcene, questo raccolto purtroppo non è il mio ,
per ora almeno, chè ce ne son pochini, mane ho raccolti quanti bastano
per un risotto e forse una frittata, un buon mazzo che comunque non "fa
scena " come questo.
L’asparago selvatico o Asparagus acutifolius, è pianta
estremamente pungente , rispetto a quello coltivato ha gusto amarognolo e nel
complesso sapore più intenso e forte delle specie coltivate.
Sta di fatto che se vi abituate a questa autentica leccornia
da buongustai, vi adatterete mal volentieri a consumare quelli coltivati, che
pur non son male. Problema unico, è che sedovete comperarli al mercato o nel negozio , gli asparagi selvatici sono carissimi, e se volete
raccoglierli, dovete conoscere bene le zone di raccolta, essere attrezzati di
buoni guanti o rassegnati a tornare a casa con le mani assai rovinate, e
soprattutto esser pronti a camminare a lungo.