Favole di Fedro
Fedro/ La volpe e l'aquila.. e la lobby bancaria |
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Scritto da Marista Urru
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sabato 19 gennaio 2008 |
La volpe e l' aquila
Una volta un'aquila prese dei cuccioli di volpe e li pose nel nido per i suoi piccoli perché se ne cibassero.
Intanto la madre la inseguiva da terra e la pregava affinché non le arrecasse un così grave dolore .
Quella, sprezzante e sicura della posizione alta del suo nido posto in cima ad un albero, non si curò della volpe che disperata corse ad un altare e rubò una fiaccola ardente così che circondò di fiamme tutta la pianta.
L'aquila, per strappare i suoi piccoli dalla sicura morte, supplicò lei la volpe e rese prontamente i volpacchiotti incolumi alla madre.
oggi mi sento di raccomandarvi di leggere questa favola andando con la mente alla potente lobby dei banchieri che non vogliono assumersi la responsabilità dei danni e degli errori accumulati in anni di strapotere, e mai lo faranno: il potere incontrastato corrompe le anime, e costoro di norma, neanche hanno consapevolezza delle loro colpe, convinti come sono di eercitare dei diritti in quanto commercianti di danari altrui, a noi fargli capire che abbiamo finalmente capito, di che pasta sono, visto che è il futuro dei nostri figli che si sono giocati.
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La volpe ed il vecchio caprone |
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Scritto da Marista Urru
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sabato 19 gennaio 2008 |
Fedro/ la volpe e il vecchio caprone
Una volpe cadde per sbadataggine in un pozzo e
poiché la sponda era piuttosto alta, non era capace di uscirne Capitò
nello stesso posto un caprone assetato, che vedendola le chiese se l'acqua fosse dolce e abbondante.
Quella, invece di chieder aiuto onestamente, macchinò un inganno e lo invitò :"Scendi giù, amico; la bontà
dell'acqua è tale che non riesco a saziarmene dal piacere". E il poveretto si cacciò dentro al pozzo fiducioso. Allora la
volpacchiotta pronta si puntò sulle
alte corna e uscì dal pozzo, lasciando il caprone impantanato sul fondo, e senza via di uscita.
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Scritto da Marista Urru
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venerdì 18 gennaio 2008 |
Un gallo affamato raspava in cerca
qualcosa da beccare in un immondezzaio, ed ecco che trova una perla. "una cosa preziosa"
si disse "stai qui abbandonata ! Se ti avesse trovato qualcuno che potesse apprezzare quel che vali, saresti tornata da un pezzo al tuo
primitivo splendore. Io, preferirei di gran
lunga trovare qualcosa da mangiare, e così questa coincidenza fortunata, non
serve un accidente né a me né a te".
Questo io lo racconto per certe
persone che non mi capiscono.
Fedro.
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La pecora, il cane , il lupo: i bugiardi vengono puniti |
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Scritto da Marista Urru
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sabato 27 ottobre 2007 |
Un cane disonesto pensò di sfamarsi senza fatica pretendendo da una mite pecora un pane, e arrivo' in giudizio a sostenere di
averglielo prestato.
Citò come teste un suo pari , un lupo che, pur di avere una maggior mercede, dichiarò addirittura che il debito non
era di un solo pane, ma di dieci.
La pecora fu condannata in base alla
falsa testimonianza, e zitta zitta, pagò quel che non doveva.
Ma dopo pochi giorni, la pecora incontrò il lupo che giaceva in una fossa: "Questa" disse fra se' e se' "è la ricompensa data dagli dei alla frode", e tiro' dritto per la sua strada.
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Il lupo e l'agnello : tecniche di un prevaricatore |
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Scritto da Marista Urru
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sabato 27 ottobre 2007 |
Un lupo ed un agnello, spinti dalla sete, erano giunti allo stesso
ruscello. Più in alto si fermò il lupo, molto più
in basso si mise l'agnello. Allora quel furfante, spinto dalla sua sfrenata
golosità, cercò un pretesto di litigio.- Perché -
disse - intorbidi l'acqua che sto bevendo? Pieno di timore, l'agnello
rispose: - Scusa, come posso fare ciò? Io bevo l'acqua che passa
prima da te."
Il lupo ricorre ad altro argomento.
"E disse: - Sei mesi fa
hai parlato male di me.
E l'agnello ribatté: - Ma se ancora non ero nato!"
"- Per Ercole, fu tuo padre, a parlar male di me - disse il lupo.
E subito gli saltò addosso e lo sbranò fino ad ucciderlo . Questa favola è scritta per quegli uomini che opprimono
gli innocenti con falsi pretesti."
La favola ci dice due cose. Che chi prevarica cerca anzitutto di legittimarsi e se la legittimazione viene confutata, oppone il non argomento della forza , ( vedi Umberto Eco : in una conferenza tenuta per il Ciclo "Nel segno della parola" - tenuta alla Università di Bologna )
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Il leone ed il toro: spesso i forti sottovalutano l'intelligenza dei deboli |
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Scritto da Marista Urru
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lunedì 15 ottobre 2007 |
Un leone da lungo tempo meditava di uccidere un forte toro e temeva di non riuscire. Un giorno decise di ricorrere all'astuzia.
Gli fece sapere di aver catturato un montone e lo invitò al banchetto.
Aveva preparato tutto per assalirlo una volta seduto a tavola, il toro
andò all'appuntamento: vide molte pentole, lunghi spiedi, ma di montone
nessuna traccia.
Allora, senza dire neanche una parola, se ne andò.
Il leone lo richiamò e gli chiese il motivo del suo comportamento,
visto che non gli era stato fatto nessun affronto. E il toro rispose: -
Ho una buona ragione per andarmene vedo tutto pronto per cucinare non
un montone, ma un toro.
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