La volpe e la cicogna: una inutile cattiveria trova la giusta punizione |
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Scritto da Marista Urru
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lunedì 24 settembre 2007 |
La volpe invita a pranzo la cicogna, ma non vuole dividere
il suo pasto con l’ospite, le secca proprio che la cicogna possa anche essa
mangiare. Ci pensa un po’ su e trova la soluzione : prende un largo piatto e lo
riempie di una ottima vivanda, ma liquida. La povera cicogna, benché affamata
resta ovviamente a becco asciutto, visto che è nella impossibilità di
raccogliere il liquido col lungo becco.
Sta zitta, ringrazia educatamente , e dopo poco tempo invita la volpe. Appronta della ottima carne
tritata, profumatissima ed invitante e la mette in un recipiente a bottiglia
col collo lungo, in cui lei infila agevolmente il lungo
becco e si sazia ben bene, mentre questa volta è il turno della volpe di restare
digiuna, accontentandosi di leccare invano il collo della bottiglia.
Sembra strano che
ancora molte “volpi nostrane “ non abbiano imparato la lezione e si illudano di
esser riuscite impunemente ad
appropriarsi del totale delle
risorse senza dividerle.
In questa favola la morale è un principio “base” diciamo del vivere in una
società, ripreso poi da una infinità di proverbi, perle di saggezza popolare, si potrebbe dividere le risorse, senza imbrogli e prepotenze. Purtroppo alcuni sono portati naturalmente, per arroganza e prepotenza e sopratutto per “eccesso di furbizia” a prendersi "tutto il cucuzzaro" salvo
poi a pentirsene amaramente quando le vittime si fanno furbe.
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