Montelinas flora spontanea in Sardegna
Non amavo gli oleandri,
il mio ricordo era legato agli striminziti alberelli in certe vie assolate e
nude della periferia romana , o sul
lungomare di Santa Marinella nel dopoguerra, polverosi, cancerosi, pieni di
formiche , i cui fiori non potevano esser colti per via del latte tossico che la pianta emette copioso e questo per noi
bambini era un difetto grave.
Col tempo mi sono
ricreduta, in effetti non è l'oleandro
che vale poco, è l'uso improprio che se ne fa nell'arredo urbano che salta agli occhi di un osservatore attento
.
Pink Oleander di <druida>
Anche
nei nostri giardini facilmente li
costringiamo, li mortifichiamo, li potiamo male e peggio. Parlo anche per me che per anni ho subito degli oleandri male piantati e diversi da quelli originariamente ordinati al vivaio, male
curati all'origine dai giardinieri che si sono avvicendati, una tristezza, ma non trovavo il coraggio di eliminarli, un errore sugli errori altrui: si
deve aver coraggio, eliminare dagli spazi verdi quanto è in eccesso, quanto
proprio non va.
Con l'esperienza ho capito e infatti pian
piano li vado eliminando, di tanti solo
due resteranno, quelli che si sono
ambientati bene ed un terzo sorto spontaneo
su un poggetto; sono belli : liberi e cespugliosi ricchi di fiori e di vita,
farfalle , occhiocotti a caccia di insetti ed a sera di furtivi e misteriosi luì.
Il meglio di sè non c'è che dire, l'Oleandro lo da quando
cresce spontaneo e selvatico in vicinanza dell'acqua, come quello illustrato qui, "la rosa cresce presso al
fonte" si diceva nell''Ecclesiaste e
pare che si indicasse appunto
l'oleandro, Nerium da neros : acqua.
In Francia è chiamato
anche fiore di San Giuseppe, con riferimento a una tradizione
riportata nei libri apocrifi che narrano di un miracolo operato da
san Giuseppe:
" Il Gran Sacerdote
quando venne il momento di dare in sposa la Vergine di
Galilea, Maria , incerto su chi
scegliere fra i pretendenti, per prender tempo , chiese ai giovanotti di
portare sull'altare un ramo, Giuseppe
tra loro scelse un ritto ramo di
oleandro che posato sull'altare subito germogliò foglie e fiori bellissimi, il
Sacerdote interpretò il fatto come segno divino e diede in sposa Maria a
Giuseppe." Resta un poco miserella come storia, ma altro non ho trovato al
riguardo.
Coltivare l'Oleandro
Anzitutto comperatelo quando è in fiore, non fidatevi di
foto, cartellini o assicurazioni del vivaista, solo
vedendo voi stessi il fiore saprete cosa piantate e di che colore e
portamento sarà la pianta che vi portate in casa.. imparate dal mio errore di gioventù.
Terreno
Dovrebbe andare bene qualsiasi terreno, in realtà
preferiscono terreno sciolto e povero con una concimazione di letame leggera e
se mai il chimico in aggiunta ricco di fosforo
e potassio somministrato quando la nuova
vegetazione, passato del tutto l'inverno
si è completata, doveste fertilizzare di letame e di chimico troppo presto,
avrete molte foglie e niente o pochi fiori.
Innaffiature
Abbondanti in primavera ed estate
Talea
Sin da ora potete
fare talee, prendete un ramo giovane, anche se fiorito, tagliatene un
rametto lungo un palmo, togliete i fiori ed immergete in contenitore d'acqua per due terzi, meglio se
il fondo del ramo non tocca il contenitore, io uso la carta di alluminio per
alimenti a coperchio del contenitore in cui praticare un foro di modo che il ramo infilato nel foro
resti staccato da fondo e pareti, ci vuole solo un
poco di pazienza.
Malattie
Afidi:
i prodotti sono noti e li trovate in comode bombolette spray
in qualunque super mercato, ma se l'infestazione non dovesse essere importante
ricorrerei a lavaggi con lo spruzzo , anche a pennello imbevuto di alcool al
mattino prestissimo o a sera. Afidi sugli
oleandri li ho visti sempre e solo su piante già indebolite, cercherei
piuttosto la causa dell'indebolimento, badate che sto scrivendo sulla sola base
di mie personali esperienze
Cocciniglie:
Aspidiotus Hederae, scudetti anche sulle foglie oltre che
sui rami e sulle radici
Diaspis Pentagona : le diaspine sono cocciniglie di piccole dimensioni (1-1,5 mm) e non producono
melata, ma formano croste a più strati sulla pianta, per questo
sono necessarie le spazzolature invernali
Biancolio e spazzolatura invernale delle parti infestate il rimedio migliore.
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