Benvenuto su questo spazio. Molti sono gli argomenti: troverai attualità, schede di giardinaggio, ricette di cucina, articoli sulla natura, parapsicologia, mitologia, favole, poesie, letteratura, la Roma del tempo che fu. Spero che trascorrerai attimi piacevoli e sereni e, se vorrai intervenire o contattarmi, ne sarò felice.
Piazza di Santa Maria sopra Minerva è un gioiello, chi ne avesse tempo potrebbe trascorrervi giornate intere e ammirandola pezzo a pezzo le tante sono le bellezze artistiche racchiuse nella Chiesa.
Ma per chi volesse visitare a fondo questa città è utile anche la conoscenza di
tutta una serie di aneddoti e storie
curiose di Roma, che aggiungono sale e aroma alla bellezza della città eterna,
la cui particolarità è non solo nei monumenti, ma anche nel ricordo di quel particolare mondo che espresse
queste bellezze e nella impronta che ancora resta di modo che perdino i monumenti e le bellezze della città , si impreziosiscono non solo dei colori e del famoso venticello di Roma, ma anche delle tracce, dello spirito di un popolo timorato e dissacratore al tempo stesso,
tenero e a volte soprendentemente violento, poeta e sognatore,ma disincantato, un unicum assolutamente non riproducibile ed affascinante.
Scrivo della Chiesa che sorge alle spalle del Panteon
edificata appunto sui resti di un tempio dedicato a Minerva.
Per esempio, vi siete mai chiesti come mai il popolo
romano sia potuto arrivare a chiamare l'elefantino che fa mostra di sé al
centro della piazza, il "pulcino della Minerva"?
E' una storia divertente , e vi è compresa una delle piccole vendette del grande Bernini.
Nel 1655 , i domenicani che officiavano in quella Chiesa,
trovarono nel giardino interno un piccolo obelisco di quasi 5 metri, non più, allora
era Papa Alesssandro II che decise che fosse
eretto davanti alla Chiesa stessa.
Furono esaminati diversi progetti, uno di essi di un
architetto Paglia, appartenente all'ordine dei domenicani, l'obelisco avrebbe
poggiato su sei piccoli colli ( che erano raffigurati sullo stemma dei Chigi
dalla cui famiglia veniva Papa Alessandro), e si prevedevano quattro cani ad
ogni angolo, visto che il cane era il simbolo dei domenicani detti "cani del signore" per la loro fedeltà.
Il Papa non accettò il progetto, voleva
che si mettesse l'accento sulla Divina saggezza, preferì quindi interpellare
il famoso Bernini , che fece molti disegni, ma fu scelto l'elefante come
simbolo della forza della mente, infatti si legge su un lato della statua ".."...è
necessaria una robusta mente per sorreggere una solida sapienza"
L'elefante quindi avrebbe dovuto sostenere il piccolo obelisco
senza alcun sostegno.
Ma il domenicano che era stato escluso, geloso , affermò
che il monumento non sarebbe stato
sicuro e citò Francesco Colonna per il
quale "nessun peso perpendicolare avrebbe dovuto poggiare sul vuoto perché non
sarebbe stato solido né durevole", Bernini aveva già tecnicamente adottato
questa soluzione nella sua famosissima fontana dei fiumi a Piazza Navona, in
cui elementi pesanti gravavano sul vuoto, ma il Papa non volle correre rischi e
Il domenicano l'ebbe vinta, fu aggiunto sotto il ventre
dell'elefante un cubo di supporto.
Bernini aggiunse una gualdrappa per coprire il cubo, il
risultato fu poco bello , il tutto appariva pesante, il popolo romano notoriamente irriverente, cominciò a
deriderlo chiamandolo "il porcino" , da
questa parola l'assonanza col pulcino dovette essere breve, in romanesco la
elle viene sostituita con la erre, da porcino a purcino per assonanza, ci volle
poco.
Bernini non la prese bene, e si prese una piccola vendetta, disegnò le versione definitiva
in modo che l'elefante puntasse le terga verso il convento e con la
coda leggermente spostata, come a salutare padre Paglia e gli altri domenicani
in modo inequivocabilmente scurrile.