Roma dalle mille leggende, piena di misteri e di segreti: passaggi, cunicoli, scalette
segrete che portano in cantine che a loro volta hanno uscite sconosciute ai
più.
Se ne perde il ricordo di queste storie di morti violente, amori impossibili, fantasmi e maledizioni, tanto più che spesso i
Romani poco amavano parlarne, ed i nuovi calpestatori del suolo
Romano sono frettolosi e distratti; se
aggiungiamo gli interventi poco rispettosi accumulatisi negli ultimi decenni che hanno sbarrato porticine e chiuso cunicoli, di sicuro brandelli di storie di congiure e tradimenti
sono svaniti insieme ad angoletti tipici e intrisi di magia.
Comunque ancora resta la superstizione per esempio che il
famoso Muro Torto sia stregato : per chi non fosse di Roma, sto scrivendo di quel viale che da piazzale di
Porta Pinciana va al Piazzale Flaminio, all’inizio di una delle più belle vie
consolari. Il viale è fiancheggiato da un muro fatto costruire da Aureliano in
sostanza completando e rafforzando dei bastioni preesistenti.
Poi man mano
qualche cedimento si ebbe, finchè nel 500 per difendere Roma dai Goti
Belisario riprese a fortificare quelle mura, ma inspiegabilmente si interruppe laddove il muro presentava una vera e propria
breccia, tanto da parer spezzato proprio là dove la strada prima di sboccare a
Piazzale Flaminio fa l’ultima curva, nel
lato più debole e bisognoso di esser fortificato.
Spiegazione razionale non ci è arrivata, ma si formò una
leggenda che voleva che San Pietro avesse promesso di protegger lui quel luogo
e che abbia mantenuto la promessa, nessuno quindi mai ebbe il coraggio di
rimuovere i ruderi, per cui i Goti
stessi, inspiegabilmente mai cercarono di passare da quel lato delle mura
rimasto indifeso. Col tempo si
favoleggiò, chi sa perché, che alla
base di quelle mura fosse la tomba di Nerone, e questo bastò affinché colà si
pensasse di seppellire delinquenti e peccatrici. Non si sa bene poi da quando, venne in uso di gettarsi dall’alto
del muro per porre fine e a vite disgraziate. Storie drammatiche in tal senso
fiorirono a bizzeffe tra i Romani, ricordo che quando ero
a scuola, capitava facilmente la compagnuccia con qualche storia da brivido che
finiva fatalmente con una povera innamorata
abbandonata che si buttava a Tevere o meglio per esser più sicura di morire, dal Muro
Torto. Finchè il Comune fece mettere provvidenziali reti e pian piano la
cupezza del luogo , sempre in ombra che io ricordi, è svanita, anche se un po’
di nomea di luogo menagramo, la conserva ancora.
Infatti gironzolando per il web è facile trovare notiziole in tale senso, come il graffito firmato ." "Muro torto dove fai il chioppo". Oppure al sito giornale RomaOne il racconto di uno dei tanti incidenti d'auto inspiegabili occorsi , con tanto di apparizione di fantasmi dei carbonari, dal titolo indicativo : " Muro torto, dove un guasto può fare fare quaterna"
http://redazione.romaone.it/4Daction/Web_RubricaNuova?ID=84427&doc=si
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