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Re Mida e le Banche, ci sono similitudini, ma ora basta: si tornerebbe alle regole
Scritto da Marista Urru
martedì 12 maggio 2009
Tremonti ha accennato al fatto che le Banche somigliano a Re
Mida e che sarà necessario mettere uno
stop e tornare alle buone vecchie regole.
Speriamo bene, perché
se posso immaginare che il Governo sia animato da ottime intenzioni, non mi
sento di giurare sulla assennatezza di organizzazioni che , nonostante gli enormi privilegi di cui godono,
parrebbero esser riuscite per loro
insita avidità ad impoverire noi tanto, da rischiare di fare loro la fine di re
Mida, vittima della propria avidità, visto che la tanto disprezzata economia
reale agonizza più di quanto si voglia ammettere, mettendo molti spocchiosi
soggetti in difficoltà.
Lasciamo Banche e
politici nella loro broda e andiamo a raccontare la storia del Re avido quanto
un banchiere.
Intanto diciamo che Re Mida, esistette davvero, era un re di Frigia che ebbe la ventura di incontrare in
un bosco Sileno, giocondo precettore di
Bacco il giorno in cui il buon Sileno che aveva preso come di consueto una solenne sbornia
e si era addormentato tra l'erba, fu legato come un salame per burla da alcuni
contadini . Mida lo aiutò, lo liberò e lo ospito, Sileno grato
promise di soddisfargli un desiderio. Il
Re espresse il desiderio che ogni cosa lui avesse toccato si
sarebbe trasformata in oro. Fu esaudito e rischiò di morire di fame,
visto che anche il cibo si trasformava
nel giallo metallo. Fu ancora una volta
fortunato : Bacco si impietosì e lo mandò a lavarsi nel fiume che da allora
trasportò pagliuzze d'oro, mentre Mida tornò normale.
Le orecchie d'asino di Mida
Mida era destinato a non aver pace: dopo l'avventura con il precettore di Bacco, ebbe la sventura di trovarsi, quale re di Frigia, a
dover giudicare di una sfida che l'imprudente
Sileno Marsia, aveva senza volere lanciato al pericoloso Apollo, questi infatti
, saputo che il Sileno aveva osato dire che nemmeno Apollo sapeva suonare il
flauto bene come lui, apparve a Marsia in tutto il suo fulgore, coronato di alloro,
portando la sua cetra di oro e avorio: " Accetto la sfida, giudici saranno le
Muse e Mida, il re di queste terre".
Mida non poteva non accettare, tutto intorno si fece
silenzio, narrano che nemmeno una fronda si muovesse, né una ala di uccello
battesse. Apollo, bello e sicuro di sé, suonò da dio la sua cetra, e tutti
trattennero il respiro, vinti dal suono divino. Poi fu il turno del sileno; il
flauto emise timide note deboli e delicate,
poi intorno si soffuse una
dolcezza di suoni mai sentiti e di
emozioni da brividi.
Le Muse ciononostante, furono accorte e proclamarono
vincitore Apollo, Mida incautamente proclamò Marsia.
Apollo , non è che avesse un buon carattere, si indignò e in
pochi secondi al povero Mida spuntarono due belle orecchie d'asino, quanto al
povero Marsia, lo legò ad un albero e lo scuoiò vivo appendendo la sua pelle
all'ingresso di una caverna. Il potere non è mai stato molto tollerante con le
persone comuni.
Mida ovviamente si vergognava delle sue orecchie che nascose
sotto un copricapo adatto, ( il copricapo frigio ) ma il suo barbiere era a conoscenza del segreto
( i barbieri ed i parrucchieri sanno cose che i comuni mortali
spesso non sanno, ecco spiegato come mai
anche ai giorni nostri un barbiere al Senato guadagna molto più di un Senatore,
per dirne uno, ma anche alla Camera ed
al Quirinale, non stanno malaccio ).
Il povero uomo però sentiva il peso di un simile segreto ed
una sera lo sussurrò alla terra ,scavata una buca, disse: " Il re Mida
ha le orecchie d'asino", lo udì il vento e lo portò agli alberi,le fronde
sussurrarono dolcemente, " Il re Mida ha le orecchie d'asino", e via via lo seppero gli
uccelli, le acque, le ninfe, gli uomini,
e tutti risero del povero Re, che disperato si uccise
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