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L'ultima lezione dello stregone di fronte alla porta del crepuscolo
Scritto da Marista Urru
domenica 14 giugno 2009
Messico: la Sierra madre
Spiega Don Juan a Castaneda :
" Questa terra, questo mondo. Per un
guerriero non può esserci amore più grande".. " Solo se si ama questa terra con
inflessibile passione ci si può liberare
della tristezza".. " Un guerriero è sempre pieno di gioia perché il suo amore è inalterabile e la sua
amata, la terra, lo abbraccia e gli concede dono straordinari. La tristezza è
solo di quelli che odiano proprio ciò che dà riparo ai loro esseri"
Don Juan carezzò la terra con tenerezza.
" Questo essere amato, che è vivo fin nei suoi ultimi
recessi e capisce ogni sentimento, mi ha curato delle mie pene e finalmente,
quando ho compreso appieno il mio amore per esso, mi ha insegnato la
libertà"...." Solo l'amore per questo essere splendido può concedere la libertà
allo spirito di un guerriero, e la libertà è gioia, efficienza, e abbandono
dinanzi ad ogni sorte. Questa è la lezione ultima. E' sempre lasciata per
l'ultimissimo istante: per l'istante di
estrema solitudine in cui un uomo sta di fronte alla sua morte ed al suo essere
solo. Soltanto allora ha senso"... " Il crepuscolo è la fenditura tra i mondi.. è
la porta dell'ignoto.".. Con un movimento largo del braccio indicò l'altipiano
su cui sedevamo: "Questo è il pianerottolo
dinanzi alla porta"..
Da L'isola del Tonal di Carlo Castaneda
Leggendo Castaneda, come accade anche per lo più nelle letture del pensiero orientale,
l'insegnamento principe è quello del "vedere", esercizio difficilissimo che comporta esercizio dell'autocontrollo,
della meditazione e della percezione nel pensiero orientale e che
invece lo stregone indio Don
Juan, insegna tramite una serie di successivi "trucchi" attraverso i quali arriva ad insegnare all'apprendista l'arte di
vedere.
Da sempre l'uomo racchiude
in sé l'esigenza di sapere. Tutta la storia del pensiero umano è ricolma di questa
esigenza. E' dell'animale la vita senza domande né coscienza, paga solo del benessere
materiale in una ottusa sequenza di giorno/ notte , in attesa della fine, della
quale nemmeno ha consapevolezza.
Se l'uomo dovesse rinunciare a interrogarsi, a cercare in sé
stesso la libertà interiore che lo liberi
dalla paura, certo arriverebbe ( come in parte sta già avvenendo
nella società moderna) alla autodistruzione in un delirio di onnipotenza o per i più deboli,
alla supina accettazione di una vita poco più che bestiale tutta consumata
nello sforzo di procurarsi i mezzi di sussistenza ( non vi suona un
campanellino di allarme?)
Varrebbero solo le
conquiste tecniche sempre più avanzate,
e lo spirito avvilito e misconosciuto non farebbe più da freno alla
umana follia: un uomo sempre più solo ed abbandonato a se stesso, disperato e
perdente, folle vittima di sé stesso.
Mentre proprio come don Juan dice all'apprendista, la
lezione ultima, per non cadere nella disperazione della solitudine è l'amore,
che nell'indio è amore per la terra, per il mondo, e così dovrebbe essere per
tutti alla fine.
Solo che il nostro mondo moderno, ricco di contraddizioni,
arriva a strani risultati: ci riempie di chiacchiericci e deliri sull'amore per la natura: "verde è
bello" e simili amenità, poi non muove un dito di fronte alla distruzione delle
specie vegetali, della famosa biodiversità o ala deforestazione del polmone del
mondo: la foresta amazzonica. Lo stanno distruggendo i potenti questo nostro
mondo e non contenti delinquenzialmente vogliono farci credere che siamo noi
tirando lo sciacquone del water a distruggerlo, così siamo messi, così i
furboni ci stanno mettendo.
E ti chiedi : Ma
costoro, quando si troveranno su quel pianerottolo, davanti a quella porta,
troveranno conforto e forza per sopportare
la vista terribile del loro IO nel
danaro accumulato? O piuttosto non li assalirà in un secondo di terribile consapevolezza l'orrore del male che fanno? sarà terribile la loro morte? Io credo di si, anche un momento può durare una eternità di disperazione.
Gesù disse: Siate dei passanti!
Vangelo di Tommaso
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