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Conflitto scienza religione secondo C. G. Jung: uomo e la sua mente
Scritto da Marista Urru
sabato 04 luglio 2009
"Il conflitto tra scienza e religione è dovuto in realtà ad
un malinteso di entrambe. Il materialismo scientifico ha semplicemente
introdotto una nuova ipostasi, e questo è un peccato intellettuale.
Esso ha dato un altro nome al principio primo della realtà
ed ha presunto di avere creato così un elemento nuovo e di averne distrutto uno
vecchio. In qualunque modo chiamate il principio della esistenza - Dio,
materia, energia o qualsiasi altra cosa preferiate -non avete creato nulla;
avete semplicemente sostituito un simbolo. Il materialista è un metafisico
malgré lui.
La fede, d'altra parte, tenta di mantenere una condizione
mentale primitiva su basi puramente sentimentali. Essa non vuole rinunciare al
primitivo rapporto infantile con le figure create dalla mente ed ipostatizzate;
vuole continuare a godersi la sicurezza e la fiducia di un mondo ancora
presieduto da genitori potenti, responsabili, benevoli...
Il materialismo è una reazione metafisica contro
l'improvvisa scoperta che la conoscenza è una facoltà mentale e, se portata al
di là del piano umano, una proiezione, Reazione metafisica in quanto l'uomo con
educazione filosofica media non è riuscito a vedere oltre la ipostasi in sé,
non comprendendo che la materia era proprio un altro nome del principio primo.
Di contro, l'atteggiamento di fede mostra come gli uomini
furono riluttanti ad accettare la critica filosofica ed inoltre dimostra come
sia grande il timore di abbandonare la
sicurezza dell'infanzia e di sprofondare in un
nuovo mondo sconosciuto, regolato da forze estranee all'uomo.
In realtà nulla cambia in ambedue i casi; uomo ed il suo ambiente rimangono gli stessi.
Egli deve solo rendersi conto di esser chiuso ermeticamente nella sua mente e
di non potere andare al di là di essa, neppure nella pazzia, e che la forma del
suo mondo o dei suoi dei dipende molto dalla sua condizione mentale....
Estrapolato dal
"Commento psicologico" di Jung al testo
di W. Y. Evans - Wentz : "Il libro tibetano della Grande Liberazione.
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