La tradizione vuole che Re Salomone tra i tanti poteri che
Dio gli aveva direttamente concesso, avesse anche quello di comprendere il
linguaggio degli animali, grazie al possesso di un particolare anello.
Da questa
leggenda Lorenz trae il titolo del suo libro, che è un libro scientifico anche se appare a
prima vista discorsivo e semplice nella narrazione, ottenuta con una prosa
agile asciutta e mai pretenziosa con cui in pratica ci introduce ai
suoi “studi comparati sul comportamento
animale”.
Molti all'epoca in cui il libro uscì ( 1949) , hanno dalla
linearità del linguaggio e del racconto, tratto la conclusione errata di
trovarsi davanti ad una opera di divulgazione
di un semplice innamorato degli animali, addirittura arrivando ad
accusarlo di antropomorfismo eccessivo nel raccontare gli animali stessi.
Eppure possiamo dire che le moderna Etologia nasce nel 1949
con la pubblicazione di questo libro , che ci introduce in un mondo nuovo per
l’epoca ed ancora inesplorato per moltissimi di noi : il mondo degli animali
visti, capiti e di conseguenza amati, nel loro ambiente e nei loro
comportamenti nell’habitat che gli appartiene, fuori da gabbie , lontani dalla
crudeltà ferina quella si, dell’uomo.
Quando si legge questo libro si deve secondo me, tener
presente che i racconti che Lorenz ci fa
dell’oca Martina , o della taccola che lo imbocca, o delle autentiche crisi di coscienza del suo cane,
non sono solo racconti di un amante degli animali, ma rappresentano uno studio
da leggere con attenzione del comportamento animale, dei loro istinti, delle
loro aggressività, studi che saranno propedeutici di studi futuri da parte di
altri scienziati e che comunque valsero a Konrad Lorenz il premio Nobel nel
1973 per la Medicina
e la Fsiologia.
Da "L’ochetta Martina"
La mia prima ochetta selvatica era dunque venuta al mondo…..
La testina inclinata, essa mi guardava con i suoi occhi scuri;
o meglio con un solo occhio, perché come la maggior parte degli uccelli, anche l’oca
selvatica si serve di un solo occhio quando vuole ottenere una visione molto stretta..
A lungo, molto a lungo mi fissò l’ochetta, e quando io feci un movimento e pronunciai
una parolina, quel minuscolo essere improvvisamente allentò le tensione e “mi salutò”…
Segue il racconto affascinante della adozione di una ochetta selvatica da parte dello scienziato, racconto che è forse la massima
espressione di come si possa arrivare ad amare e rispettare gli animali, studiandoli
senza tormentarli, gioisamente e giocosamente
anzi imparando da loro una materia che ci è spesso ancora troppo ostica ed estranea : l'amore
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