Immagino che moltissimi di voi abbiano letto il libro che
Luigi Barzini scrisse per tentare di spiegare gli italiani al mondo anglosassone dietro
imput di un editore americano , in realtà con "Gli Italiani" Barzini è riuscito a spiegare agli Italiani stessi cosa
sono, che debolezze hanno e di quali misconosciute ( in patria), grandezze possono essere capaci.
Mi
piace riportarne qui dei brani , forse più per me stessa in un momento in cui mi vado
disamorando sempre più di questo paese, e me ne dispiace. Hai visto mai che la
rivisitazione di queste pagine dopo tanti
anni, mi spieghi, o mi giustifichi almeno qualcuna delle assurde stupidità che
mi pare di vedere intorno a me e che tanta noia ed insofferenza arrivano a provocarmi?
Si chiede tra l'altro Barzini nelle prime pagine come mai l'Italia, pur ricca di geni,
artisti, scrittori, scienziati ammirati ed onorati ovunque, poi nei fatti non
patrimonializza tanto illustre esempio.
Si chiede come mai se negli altri paesi un giovane che abbia voglia di fare,
realizzare, si trovi la strada aperta, i
vecchi che lo aiutano, i giovani che lo spronano e capita con una certa facilità che questo volenteroso contribuirà poi al benessere, alla cultura della patria.
Da noi
non succede, anzi se si è troppo intraprendenti e lavoratori, spesso è buona norma nasconderlo, il massimo che è concesso è di diventare
famosi ( già da già da allora) .. E fa un rapido elenco di alcuni nostri grandi
e di quanto furono male trattati :
" Machiavelli, tenuto fuori dagli affari importanti,
imprigionato e torturato
G.B Vico, visse in miseria
Galileo: processato
Garibaldi: sorvegliato dalla polizia
Altri dovettero lasciare il paese: Mazzini, Foscolo, Enrico
fermi, Toscanini, Salvemini,...
Altri ancora finirono al rogo o impiccati o trucidati...
continua Barzini:
"Non vili mai gli Italiani individualmente o in piccoli
gruppi; senza dubbio non più vili di altri...
Non vili, ma quasi sempre le vittime
di quelle particolari circostanze che essi stessi, come nazione, avrebbero
potuto determinare: i capi, gli armamenti, gli alleati, la causa per la quale
battersi.
E furono fortunati solo in quei rari momenti in cui, quasi per
miracolo, le due Italia parvero sovrapporsi e diventare una sola.
Furono
momenti di breve durata, seguiti subito
da periodi oscuri, in cui il paese continuò ad essere guidato da uomini
mediocri, e pareva ai contemporanei che tornassero a dilagare irreparabilmente
lo smarrimento, l'incertezza, il disordine, il cinismo e la corruzione." ..
Conclude poi con una domanda da non sottovalutare, visto che anche questa è
maledettamente attuale :
" Perché nutriamo, dal Medioevo fino ad oggi, questa
irragionevole speranza di trovare un Principe, un Capo, un Partito, sia pure
stranieri o manovrati dallo straniero, un Istituto sopranazionale o addirittura
sopranaturale che ci esoneri dal peso delle nostre libertà e dalla
responsabilità del nostro destino?"
E con questa bella domanda per oggi vi lascio, sperando di riprendere nei giorni futuri, di tanto in tanto. Chi sa se leggendo delle nostre debolezze, prendendone coscienza, riusciremo a migliorarci?
Marista
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