Una notizia
incredibile: arrestato un vicepreside per tangenti sulle merendine.
Sono rimasta di sasso, il pizzo sulla rivendita delle merendine,
surreale, ma vero. E mentre leggevo mi è tornata in mente la mia
bidella di quinta elementare, un donnino piccolo e magro con su una
gran selva di riccioli rossi che spiccavano sul nero grembiule. E si,
ai miei tempi le bidelle portavano un nero grembiule, facevano le
faccende e vendevano le merendine, lei, la Rita , era sempre
allegra.
La ricordo quando lavava con uno spazzolone enorme i
corridoi, lucidandoli con una forza insospettabile, e cantava
incurante delle raccomandazioni della preside, donna tutta d'un pezzo
e dal cuore d'oro. Poi veniva l'ora della ricreazione e Rita
distribuiva le merendine comperate con i soldi versati da noi al
mattino, per lei restava molto poco, ma con caparbietà metteva da
parte quei soldini per la figlia, Lory, che doveva operare gli occhi.
Sapevamo tutto di Lory, dei suoi occhi malati, della sua costosa
operazione che aveva costretto Rita a fare la bidella. Venne da sé,
non so come, che mettemmo da parte anche noi i soldini per Lory, e
contribuì anche qualche genitore che poteva. Avvenne con
naturalezza, era una necessità e cercammo di renderci utili perchè
gli occhi di Lory venissero curati. E quando ciò finalmente si
realizzò ne fummo contenti come per una sorella . Ricordavo, dopo
aver letto la strabiliante notizia del pizzo persino sulle merendine,
questi semplici fatti: il sapore del ciambellone che portava a
volte Rita la bidella, e così che si mettevano i soldi da parte , e
maestre, Preside e il bidello portiere, mettevano del loro nel
grande salvadanaio. E facevo un raffronto con il mondo di oggi, con
i ragazzini che toccano il sedere alla maestra che se lo fa toccare o
che fanno di peggio. Ho provato amarezza per l'oggi troppo spesso
arido e squallido, e nostalgia di un mondo fatto di piccole grandi
cose, di rapporti umani, di simpatia ed empatia , ricco di
sentimenti, luci e colori, quando il presepe ci incantava e
conservavamo le carte dei cioccolatini durante tutto l'anno per
ricoprire pigne, mandarini e ghiande per ornare l'abete e se
ricevevamo molti giocattoli, ci veniva chiesto di sceglierne uno di
quelli nuovi da dare per la befana dei bambini meno fortunati, ci
avrebbe pensato don Antonio a distribuirli insieme ai dolci che le nostre madri preparavano . Anche
così rinasceva il Paese e si credeva in un comune futuro di
benessere per il quale valeva la pena di ben operare.
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