Insomma, sono un
poco seccata, si fa un gran parlare di ratatouille “ricetta francese a base di
verdure”, anche perché un prestigioso regista americano (John Lasseter) ha
avuto l’idea di girare un film che narra
la storia di un topo francese che vuole diventare chef, quindi infilarci il nome della ricetta che contiene
la parola inglese rat, è stata una buona idea.
Fin qui, niente da
dire, il film pare sia anche molto
divertente.
Solo che vedere su un noto settimanale una paginata dedicata alla ricetta francese, in cui il mitico “chef Italiano”, perché poi
non usare la parola Cuoco, magari di alta cucina, Gualtiero Marchesi (doppiatore di un personaggio del film), oltre a darci la “autentica” ricetta
francese, svelerebbe per sorrisi “un segreto per rendere la ricetta originale
ed unica”, cioè in sostanza aggiungendo alle verdure un paio di filetti di nasello,
sdraiandoli sulle verdure già cotte, e
infilando il tutto poi in forno.
Veniamo al punto: mi indigna l’ennesimo
episodio di “star “ Italiana, in questo caso una star del gusto che,
diversamente da come usano gli omologhi colleghi di oltre Alpe, non sente il
bisogno di vantare le origini e le meraviglie della cucina del proprio paese, ma si inginocchia, almeno così parrebbe, al solito alle tradizioni “estere”.
Mi scuso con Marchesi, anche se so con
certezza che le mie parole resteranno
tra pochi affezionati lettori, mi scuso
lo stesso (obtorto collo e solo per
educazione), ma ancora una volta, anche in una
cosa apparentemente futile, con i loro personalismi, con la mancanza di
considerazioni per cultura e tradizioni del proprio paese, le nostre “star” ci
penalizzano.
Altri cittadini di altri paesi, portano alta
la bandiera delle tradizioni e della cultura, onorati di essere : francesi,
inglesi, spagnoli… noi invece sempre provincialotti
e ignorantelli, preferiamo bearci di esterofilie spesso irrazionali e
immotivate.
Nello specifico , mi piacerebbe che i cuochi
Italiani portassero la cucina Italiana nel mondo,senza contaminazioni esterofile e fossero orgogliosi di essere CUOCHI, senza invece portarci e imporci
pastrocchiate e improbabili ricette di
nouvelle cuisine, piatti improbabili per nuovi e vecchi ricchi e cafoni, che riempiono le nostre riviste,
spesso un po’ vecchiotte, un po’
datate..
Sembrano
piccolezze, e invece atteggiamenti
simili fanno la differenza tra un paese ed un altro: anche queste cose
determinano il rispetto per un Paese e per i suoi abitanti.
Invece vediamo, nell’arte culinaria, nella
moda, nelle perniciose politiche agricole dei vari governicchi Italiani, nelle arti, nel cinema, ovunque la rivelazione di quel che siamo: piccoli opportunisti ed individualisti provincialotti,
senza amore e rispetto per il nostro Paese, per le nostre tradizioni, per la nostra cultura, anzi spesso tali comportamenti fanno
si che Paesi meno sprovveduti si approprino di prodotti, gusti , sapori, delle
nostre tradizioni, spesso imbarbarendole e contaminandole. Ma rivendendo il
tutto a caro prezzo.
Dopo questo sfogo mi sento meglio e vi riporto la ricetta della Ratatouille, curata dallo chef Gualtiero Marchesi:
1. peperone giallo
1. peperone rosso
1. melanzana
2. zucchine
2. pomodori
4. cucchiai olio di oliva
Tagliate le verdure
a quadratini, salatele leggermente.
Fatele saltare in
padella separatamente e a fuoco vivo, i pomodori vanno scottati per pochi
secondi. Se non avete intolleranze, raccomanda lo chef, fate saltare a parte
della cipolla che unirete poi alle verdure al momento finale : legherà e
ammorbidirà il gusto finale.
Tocco del maestro
per i lettori…
Il “segreto”
è quello di prendere un paio di filetti
di nasello, tagliarli a tocchetti, stenderli sulla ratatouille che avete steso
sulla placca del forno, spargere i tocchetti di pesce, e infornare.
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Ora per mia
personale soddisfazione, voglio riportare la ricetta del CIAMBOTTO di verdure ,
una meraviglia della cucina Pugliese, che in casa mia nonna Ada cucinava in maniera mirabile. Non
so se la ricetta è quella originale, così la ricordo io, il risultato è ottimo.
Ingredienti
1 cipollotto; 1
peperone giallo, 1 peperone rosso, 1 costa di sedano, 1 melanzana, 2 zucchine,
2 carote, 2 patate, 3 o 4 pomodori, tipo Casalino, peperoncino , sale e olio.
Fate soffriggere a
fuoco basso : sedano tritato, cipollotto tagliato sottile, carota tagliata a
dadini piccolissimi, aggiungete un peperoncino o due, di quelli piccoli (un po
più dolci e aromatici)
Mentre il soffritto
va, tagliate a tocchettini le verdure, tenetele separate, cominciate a mettere i pezzettini di pomodoro, rosolate le
patate, poi di seguito aggiungete , i peperoni,
le melanzane, per ultime le zucchine. Con le padelle antiaderenti questo lavoro
viene agevole e si può impiegare pochissimo olio. Finito di rosolare le
verdure, bagnate con acqua, in modo che le patate siano coperte, e a fuoco
basso fate cuocere, almeno tre quarti d’ora a coperchio chiuso, senza girare ,
per evitare che le verdure si rompano troppo. Se alla fine risultano brodose,
una passata di fiamma alta per fare asciugare.
Ottimo piatto regionale
italiano, e credo che il grande chef lo sappia benissimo. Ma la parola
Ratatouille suona “chic”, fa più “chef”
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