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Nonna Ada in cucina. Marista vi racconta la cucina romanesca: minestre come le faccio io
Scritto da Marista Urru
venerdì 08 gennaio 2010
Trattorie di Roma,
che dire, per me restano inarrivabili, anche il piatto in apparenza
più semplice, diviene poesia, e poesia sono le minestre romane
completate con un tocco da re, olio extravergine di oliva, ma di quello
"bbono", meglio se "casareccio, del contadino
che tira su i suoi olivi come dio comanda, e ce ne son parecchi
ancora di questi sognatori.
La ricetta tradizionale voleva il battuto col lardo. Lo
ricordo bene , nella grande cucina del tempo che fu, si preparava dal mattino,
presa la battilonta dal gancio al quale
era appesa, gli "odori" venivano battuti con energia : colpi secchi di lama di
un coltello adatto all'uso, sempre quello ben riposto nella coltelliera di
legno vicino alla battilonta, con la
aggiunta di una bella striscia di lardo profumato, riducevano verdure e lardo
ad una pasta cremosa che veniva versata nel tegame per il sugo, un soffritto
vero che ormai fa parte dei ricordi, allora il lardo non faceva male e non ci
faceva ingrassare, ora è tutta una altra storia. Comunque possiamo ammodernare,
mantenendo gran parte del gusto, sull'onda dei ricordi.
Minestra di broccolo ed arzilla:
Voglio cominciare da questa semplice ed ottima ricetta, che
mi sembra sia caduta in disuso, ma che vi assicuro è un piccolo capolavoro del gusto.
Intanto parliamo dell'arzilla: altro non è che la razza e ce ne sono di due specie, quella detta liscia,
senza pietruzze , e quella chiodata,questa è più saporita anche se è più impegnativa da pulire. Ricordo che in casa lo facevano facendo scorrere molta acqua corrente mentre
la spazzolavano con una specie di spazzola rigida, poi la mettevano nella
pentola, dopo averla eviscerata e lavata, con acqua fredda in cui avevano aggiunto il
mazzetto degli odori: sedano (immancabile), cipolla, carota e prezzemolo.. Bollirà
per circa 20/25 minuti, poi toglietela dal brodo. Pulite la arzilla, togliete pelle e
cartilagini e testa; cartilagini e testa, vengono rimesse nel brodo a bollire per almeno altri
20 minuti, poi il brodo, datemi retta, passatelo al colino fitto.
Fate un bel soffritto con olio, aglio e filetti di alici
sottosale ben lavate, vi verserete le cimette
di broccolo romano, che vanno cotte e saltate per qualche minuto a fuoco vivo (
io qui mi scosto dalla ricetta ed il
broccolo lo metto a soffriggere dopo averlo lessato al dente, in modo che le
cimette non si "spappolino", insaporisco con sale e peperoncino e fumo una mezza
bicchierata di vino bianco a fuoco vivo, a questo punto aggiungo una mezza
tazza di pomodori pelati , poi dopo
qualche minuto verso il brodo di pesce passato nel soffritto e quando bolle, butto la pasta. La arzilla lessa
la condisco a parte con olio limone e prezzemolo.
Pasta e patate
Lo so già, molte si diranno: " e che, questa viene a
raccontarci la pasta e patate?"
Si, perché i piatti semplici , di uso comune , son quelli
che si prestano meglio a mille piccole modifiche: provate una pasta e patate a
casa mia, poi andate a casa della sora Giovanna, poi che so dalla sora Peppa,
ed avrete tre minestre ottime, ma diverse, se poi potesse esser qui la "sora
Lella", o qualche altro trattore ormai in paradiso, assaggereste, non una pasta
e patate, ma un capolavoro.
Cannolicchi ,
olio, cipolla, prezzemolo, costa interna
di sedano, carota, uno o due pomodoretti, meglio se spellati, o comunque una punta di passata di pomodoro,
pepe e sale, patate , ameno una media patata a persona
Fate un battuto,
magari usate del buon guanciale, e se avete necessità di sgrassarlo, fatelo
bollire pochi minuti, a me bastano 1 o due credo, non ho mai controllato, poi
unitelo alle verdure: sedano poco, carota, prezzemolo e cipolla.
Ho un ricordo preciso: il
battuto del lardo( e noi useremo il
guanciale), avveniva insieme al
prezzemolo ed a foglie di sedano, e si
metteva in pentola per primo, allora noi metteremo in pentola una goccia di
olio di oliva, i pomodoretti spellati e vi faremo soffriggere guanciale e verdure, poi dopo poco
aggiungeremo la cipolla tritata sottile, poi ancora poca carota a pezzi piccolissimi, giriamo, attenti a non asciugare il fondo, se mai
aggiungiamo poco brodo vegetale, ci
versiamo le patate a pezzi. Per una buona minestra regolatevi così: tagliatene
almeno una in pezzi piccolissimi, che nella cottura si "squaglieranno" dando la
giusta cremosità, il resto in pezzi
normali poi cercate di mettere qualche
pezzo di patata più consistente, senza esagerare, sale e pepe, aggiungete acqua o brodo vegetale, evitando il dado che vi copre il gusto!
Quando le patate sono cotte ( ricordatevi che dovete girarle
qualche volta ), buttate la pasta, magari prima se serve aggiustate di brodo,
regolatevi, deve venire un po' fitta, e
questa dose di brodo ve la dovete trovare da soli, dipende tutto da
assorbimento di patate più o meno farinose, da tipo di pentola, di fuoco.
Piccole attenzioni, dalle quali deriva un gusto eccezionale.
Quando è scodellata, potete aggiungere un filo di olio se vi piace e ci vorrebbe una buona grattata di vero
pecorino. Provate .
Pasta e ceci
Alcune di voi , più
brave di me, metteranno i ceci a a bagno dalla sera prima con una punta di
bicarbonato, oppure se ancora li vendono li compereranno ammollati, anche se a
Roma li ammollano col baccalà e non a tutti piace mangiare per forza ceci che
sanno di baccalà.
Comunque sia, avuti i ceci, magari aprendo un paio di scatole di buona qualità o di barattoli di vetro, che sarebbe meglio,
mettete a soffriggere olio oliva, almeno tre spicchi di aglio ancora
"vestito" ( con la buccia) e schiacciato , poi aggiungete i ceci, sale
pepe, rosmarino fresco
Acqua a coprire.
A parte fate il soffritto: aglio, pomodoro pelato a
pezzetti, acciughe dissalate e tritate. Quando i ceci sono cotti versate il
soffritto e fate insaporire il tutto,
buttate giù i cannolicchi a minestra impiattata, tolto il rosmarino e gli agli,
olio oliva e pepe.
Comunque anche in questo tipo di minestra un piccolo
accorgimento è quello di schiacciare un parte dei ceci perché la minestra
"riempia la bocca" lasciandosi ben assaporare.
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