La violenza, il male
si “contagiano”? Si e ce ne parla Renè Girard in un bellissimo libro che consiglio di leggere:Portando Clausewitz all'estremo
Viviamo in tempi di grandi violenze, guerre e terrorismi, ma
anche di violenza spicciola, la vita delle nostre città e non solo è funestata da microcriminalità,
bullismo, bande ed anche da tanta arroganza e sopraffazione, sembra che si
tenda ad instaurare la legge del più forte.
Credo sia necessario interrogarsi per non lasciarsi ancora una
volta cogliere alla sprovvista : cadono i vecchi valori, cadono molti divieti e
se non si possiede una forte base culturale, la frittata è fatta.
In Italia abbiamo una forte base culturale? Non sembra. Ma a quanto pare, sia pure in misura
diversa, il problema si allarga alla Europa: puro aggregato virtuale di banchieri ed affaristi.
Davvero stiamo correndo il rischio che sotto i nostri occhi
sonnacchiosi e distratti la società si imbarbarisca sempre più, che
l’indifferenza, già a buon punto, aumenti. Gli animi sempre più duri, la
solidarietà sempre più di maniera, sempre più
ridotta a semplice enunciato a
scopo politico, ma senza effettiva consapevolezza del valore della persona,
dell’uomo, ridotto a puro numero utile per lotte di potere , una conflittualità
sempre più diffusa ad arte ed a ogni livello per meglio imporre scelte
strategiche volte a favorire certi
interessi di potere e di danaro.
Questa stessa barbarie incipiente sembra avvolgere anche i
rapporti degli Stati, e le guerre ed il terrorismo stanno lì a dimostrare che
tanto lontana dal vero non sono.
E arriviamo al
bellissimo libro di cui al titolo: antropologo, filosofo , Renè Girard mette in risalto come la storia
dell’uomo altro non sia che una storia
di lotte e di guerre, l’uomo è un animale sostanzialmente violento, e riandando
indietro nel tempo si sofferma ad un episodio illuminante, Clausewitz
arrivò nel periodo delle guerre
napoleoniche , a teorizzare la necessità di perfezionare l’arte della guerra
introducendo il concetto della “resistenza ad oltranza” contro l’invasore, nel
senso che la resistenza legittima contro l’invasore legittima in un certo senso
l’abbandono delle normali regole di guerra, dei codici di comportamento
codificati e comunemente accettati.
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