La parapsicologia è quella disciplina che vuole
spiegare con metodi scientifici tre categorie di fenomeni anomali ( poteri
psichici, interazione tra mente e materia, sopravvivenza alla morte),
occupandosi normalmente delle dimensioni e dei fenomeni “estranei alle comuni e
note leggi fisiche ed alle esperienze sensoriali, ma comunque attribuibili alla
psiche dell’uomo”. Mi sembra questa la sua definizione meno approssimativa.
Viene definita pseudoscienza perché è oggettivamente difficile
provare la esistenza dei fenomeni paranormali e ancor di più accettare i
risultati delle molte ricerche svolte
nell’ambito anche da scienziati, vista la difficoltà di applicare a questa materia il
metodo sperimentale.
Perché occuparsi di parapsicologia
Intanto per il fascino che desta in molti l’inesplorato e
personalmente ci aggiungo l’esigenza di dare una spiegazione alle tante “coincidenze
significative” occorsemi nell’arco della vita, coincidenze a volte angustianti,
a volte imbarazzanti, a volte divertenti,
che però restano inspiegate ed
inspiegabili, la curiosità a questo punto è d’obbligo mi pare, e un tentativo di approfondimento ci sta tutto. Per essere chiari : non ho pretese di fare niente altro che riunire quel che nel tempo ho leggiucchiato oppure ho ascoltato da chi ne sapeva molto più di me, armata solo della mia curiosità.
L’idea mi nasce soprattutto da una serie di episodi
riguardanti “incontri-non incontri,” chiamiamoli così, il primo dei quali ho
cercato di raccontare al link qui sotto:
https://www.maristaurru.com/index.php?option=com_content&task=view&id=630&Itemid=62
E’ da dire che dopo questo episodio, mi sono preoccupata,
infatti finché determinati “incontri” restavano relegati
nella sfera dei ricordi di una bambina
che se li era sempre sentiti giustamente minimizzare con la
solita frase: ”ha molta fantasia” oppure, “lo hai sognato, non può essere”,
potevo dimenticarmene serenamente, ma quando certi fenomeni si sono manifestati dopo
tanto tempo a me ormai adulta e razionale, quale amavo percepirmi e
descrivermi, ed oltretutto indaffarata e piena di problemi come era al
momento in cui avvenne l’episodio
raccontato, mi preoccupava , visto che metteva a mio vedere seriamente in dubbio la mia
salute mentale.
Corsi quindi appena possibile dal mio medico, in cui
nutrivo fiducia anche perché professionista di notevole e riconosciuta
serietà, ed io avevo la
necessità di essere rassicurata e
tranquillizzata da persona fiducia e professionalmente credibile.
Inutile farvi la storia delle ricerche, sta di
fatto che risultai sana fisicamente e
psichicamente solida, unico particolare emerso che mi assicurarono non aver
nessuna rilevanza pratica, fu che si era riscontrata una forte attività di onde
“Alfa”, cosa niente affatto inusuale che non doveva preoccuparmi.
Tranquillizzata, rimasi stranita solo della reazione di una giovane
studentessa aiutante nel laboratorio credo, e che stava preparando la tesi. La ragazza, dopo aver letto i risultati degli ultimi esamo, elettroencefalogramma compreso, mentre
attendevo che si sbrigassero delle pratiche burocratiche, prese a raccontarmi
dei suoi problemi personali, e ad insistere perché io le dessi precise
indicazioni su come in pratica dovesse comportarsi al riguardo, mi venne spontaneo alla
fine, stanca e stufa di tutto il suo racconto, osservare che sarebbe stato
meglio fosse andata da una indovina.
Solitamente sono portata ad ascoltare e ad aiutare i giovani che me lo chiedono, non sono vecchissima , ma con me evidentemente sentono l'effetto nonna, da quando ero ancora giovane, destini, questa volta ero stanca, ma poichè mi parve
esserci rimasta molto male, pentita della mia acidità, le diedi dei consigli di spicciolo buon senso ed un po’ a casaccio, visto che le
sue faccende erano assai ingarbugliate e ci avevo capito poco assai, azzardai a consigliarle, con poca serietà lo ammetto, una “giusta” linea di comportamento.
La cosa più strana è che poco tempo dopo la incontrai vicino
all’Ospedale e mi venne incontro sorridente e felice, sosteneva che grazie a me
aveva superato i suoi problemi.
Cosa provai? Nell’ordine: incredulità, piacere per lei, e infine
apprensione per me, mi dissi che le cose potevano per lei cambiare ed io sarei stata
nella sua mente irrazionale, la responsabile dei suoi fallimenti; pregai Dio
che mai più una simile “significativa coincidenza” si ripetesse. Debbo dire che imparai ad esser un po’ più
prudente e riservata per parte mia, e mi
è andata bene, nessun altro simile imbarazzante episodio mi è più accaduto.
Anche se pensandoci col senno di poi una spiegazione semplicissima, e quindi probabilmente vicina al vero è che la studentessa, sentendosi in qualche modo appoggiata e consigliata , abbia lei stessa cambiato atteggiamento verso persone e fatti, aiutando la risoluzione dei problemi prodottisi .
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