Racconti
Marista e le piccole cose: I mercati di quartiere del tempo che fu |
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Scritto da Marista Urru
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sabato 05 novembre 2011 |
I mercati di quartiere oggigiorno conservano poco dell'antica allegria. Credo che questo sia dovuto anche al fatto che la
spontaneità l'è morta.
Come molti, amo, quando vien da sè, dialogare con le persone che incontro durante le mie rare escursioni fuori dal mio eremo e da tempo ne ho tratto la convinzione che gli italiani sono sempre più spesso a disagio;
parlando con la così detta gente comune ti rendi conto che questa si sente oppressa, limitata come le fosse stata
imposta una camicia di forza.
Ne sono immuni forse solo quelli che
vivono al di fuori del sistema perchè disposti a delinquere, che poi vuol dire anche affrancarsi da un qualcosa che si sente estraneo. E ne sono immuni evidentemente anche quelli che vivono al di sopra del sistema del quale sono in vario
modo garanti o guardiani.
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Marista e le piccole cose: Buono è il sole d'autunno |
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Scritto da Marista Urru
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domenica 30 ottobre 2011 |
E' buono il sole di autunno, scalda e
non brucia, va d'accordo con i venti che oggi giocano leggeri con le
foglie morenti, come con i capelli di Marista, delicatamente.
Un
calabrone cade sul prato, probabilmente stordito dal fresco della
notte, è stato sbattuto da una folata di vento sul tronco
dell'alloro, da lì è atterrato nell'erba ancora semibruciata
dallo scirocco di fine estate.
La sua sorte è segnata, è un
maschio o una operaia, non sopravviverà al freddo quella povera
vespa, anche se ora si è, a fatica, trascinata su di una roccia
che spunta dall' erba e se ne sta immobile, scaldata dal sole in
cerca di energia, di vita.
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Marista e le piccole cose: Incanto di un mondo altro |
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Scritto da Marista Urru
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martedì 15 febbraio 2011 |
Marista, un regalo dell'età avanzata,
di notte spesso non dorme. Questa notte se ne è andata a zonzo per
la casa addormentata fino a che da una vetrata ha sbirciato fuori, ed
è entrata in un universo sconociuto.
Il giardino, sospeso ed addormentato,
era immerso in una dimensione altra , il silenzio era morbido ed
avvolgente, mentre uno spettacolo antico , eternamente replicato,
colmava i suoi occhi: la luce della della vecchia luna si era
riversata, quasi improvvisa, sui prati e sulle colline lontane, e
silenziosa , inarrestabile, scivolava sul poggio avanti a lei, fra
scuri anemoni emergenti a fatica dall'erba non tagliata e narcisi
infreddoliti,
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Galeotto fu il vino novello. Raccontino domenicale |
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Scritto da Marista Urru
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domenica 26 settembre 2010 |
(Il silenzio dell'Uomo si accosta alla Verità più della Parola)
Sul lungomare un venticello frizzante accompagnato da un piacevole profumo di salmastro, spirava fra i tavoli dei bar che, ben allineati e coperti di colorate tovaglie svolazzanti, rendevano invitante la ampia terrazza ai rari turisti di fine stagione. Quell'anno era arrivato, come un dono da cielo, un settembre mite che rasserenava gli abitanti della piccola cittadina in riva al mare,visto che permetteva il prolungarsi della stagione turistica, ed anche se la stanchezza si faceva ormai sentire, camerieri e titolari andavano avanti per inerzia con la mente fissa ai lavori per il prossimo inverno: la legna da accatastare, il vino novello, le potature, un piccolo gruzzolo da ritagliarsi per i mesi più duri.
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Parabole di Gesù: l'incontro con l'emorroissa |
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Scritto da Marista Urru
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domenica 20 dicembre 2009 |
Mosaico della cattedrale di Monreale , Palermo XII secolo.
Ora una donna, che da dodici anni soffriva di emorragia, e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza nessun vantaggio, anzi peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla, alle sue spalle, e gli toccò il mantello
Diceva infatti: "Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita".
E subito le si fermò il flusso di sangue, e sentì nel suo corpo che era guarita da quel male.
Ma subito Gesù, avvertita la potenza ch'era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: "Chi mi ha toccato il mantello?".
I discepoli gli dissero: "Tu vedi la folla che ti stringe attorno e dici: Chi mi ha toccato?".
Egli intanto guardava intorno, per vedere colei che aveva fatto questo.
E la donna impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità.
Gesù rispose: "Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va' in pace e sii guarita dal tuo male".
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La Giraffa , la Lepre ed il Leopardo da una favola keniota |
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Scritto da Marista Urru
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martedì 24 novembre 2009 |
Da una favola keniota la storia del Leopardo ingrato, la Giraffa generosa e la Lepre furba
Un tempo gli animali
convivevano nella foresta in armonia, ed
era un gran bel vivere , infatti poteva accadere che un leopardo fosse di casa
vicino ad una giraffa, senza che questo portasse problemi.
Ma un giorno accadde che
proprio un giovane leopardo uscisse di casa affamatissimo in cerca di
cibo, ed intravedendo la giraffa sua
vicina che tranquilla si stava nutrendo
di foglie di acacia che riusciva
agevolmente a raggiungere grazie al suo lungo e flessuoso collo, geloso della
facilità con cui lei riusciva a nutrirsi, decise che la poveretta sarebbe stata il suo
pranzo.
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