(Il silenzio dell'Uomo si accosta alla Verità più della Parola)
Sul lungomare un venticello frizzante accompagnato da un piacevole profumo di salmastro, spirava fra i tavoli dei bar che, ben allineati e coperti di colorate tovaglie svolazzanti, rendevano invitante la ampia terrazza ai rari turisti di fine stagione. Quell'anno era arrivato, come un dono da cielo, un settembre mite che rasserenava gli abitanti della piccola cittadina in riva al mare,visto che permetteva il prolungarsi della stagione turistica, ed anche se la stanchezza si faceva ormai sentire, camerieri e titolari andavano avanti per inerzia con la mente fissa ai lavori per il prossimo inverno: la legna da accatastare, il vino novello, le potature, un piccolo gruzzolo da ritagliarsi per i mesi più duri.
Quasi tutti i piccoli esercenti del paesino avevano un terrenuccio, un orto, un giardino, e già la mente correva ai lavori con cui riempire la stagione morta, anche se l'aria tiepida e leggera, unita alla stanchezza accumulata nei mesi estivi, invitava ad una pigra sonnolenza.
Lei era arrivata in quel paesino per caso, gironzolava alla cieca con la sua auto in preda a pensieri cupi, e subito le piacque l'aspetto un po' demodé delle stradine strette , le villette liberty dai giardini che le parevano tradire una certa trasandatezza grazie a fitti di cespugli di rose antiche dalle corolle pesanti e quasi molli, che cadevano languide mentre i primi settembrini, con le loro pennellate di viola e azzurro, spiccavano dagli angoli in ombra, i loro sottili rami disordinati dal vento, davano all'insieme un che di romantico e scapigliato in un certo senso.
Lei notò quasi confortata che quei fiori regalavano all'insieme una atmosfera di languida tristezza che ben si accordava con il suo stato. Sono in consonanza con il luogo, facciamo pendant pensò sarcastica.
Pensieri oziosi in fondo, dei quali nulla traspariva sul viso un po' freddo e distante. Sedette al primo tavolo che le si presentò dinnanzi, ordinò un caffè, poi un altro e poi un altro, sempre apparentemente assorta. In realtà godeva il sole , immobile come una gatta che recupera le forze per chi sa che nuova avventura. Era bello essere una sconosciuta in un luogo sconosciuto,nessuno ti guarda, considerava tra sé , ma sbagliava, la guardavano eccome. Non che fosse propriamente bella e nemmeno giovanissima, era solo un po' diversa, distante, come se si fosse trscinata in quell'angolo di costa tirrenica una sua personale isola, grande come il suo tavolino, con su il cartello in evidenza " Non disturbate". Suo malgrado Lei si faceva quasi sempre notare: non era dozzinale, non era troppo elegante, non era malvestita, e Lui osservava questi particolari, che un poco lo confondevano,corrugò la fronte pensoso, non sapeva catalogarla, ebbe un moto di fastidio, lui le donne le valutava e le catalogava, alla prima occhiata,ma questa sfuggiva in qualche modo . Non perse troppo del suo tempo però a cercare di capire, un pensiero rapido e tornò ai suoi affari., al momento costituiti dal piccolo locale sul mare da mandare avanti, non vedeva l'ora finisse la stagione per dedicarsi ai tanti interessi, oltre i lavori invernali c'erano i quadri, e c'erano i due vecchi cavalli e poi un viaggio e poi.. e poi chi sa, era libero come il vento pensò con una punta di orgoglio .
La mattinata volò, cambiava il turno dei camerieri, ritardava il giovane del turno pomeridiano, Lui scese dalla sua postazione da dove poteva dominare il locale tutto fino alla terrazza, e si diede a riordinare meccanicamente i tavoli vuoti, arrivò dalla Tipa come ormai la chiamava tra sé, Lei meccanicamente ordino' un cappuccino. Non dimostrava un gran fantasia, si disse Lui mentre osservava che il vento aumentava e si preoccupava per le ultime semine, non era più un venticello, faceva fresco. La donna intanto riandava con la mente al motivo della sua corsa fuori città, alla profonda tristezza che la coglieva sempre più spesso, eppure proprio quella mattina aveva ricevuto una buona notizia, gli esami medici erano andati bene, gli ultimi controlli davano il suo male come completamente regredito, eppure non era contenta. Riesaminò i fatti della mattina, il ritorno a casa con gli ottimi referti, il compagno indaffarato per il prossimo convegno; " Mi intervisterà il primo canale"! Sembrava ringiovanito, la stizza la prese improvvisa : sembrava rinvigorito finalmente, ma per il suo compagno quello non era certo il primo , né il maggiore successo, e ne sembrava preso come un bambino, per lei poche parole di congratulazioni, come se vincere la lotta contro il tumore equivalesse ad una vincita mediocre al gratta e vinci, questa la amara considerazione mentre porgeva la guancia ad un bacio distratto, il solito. Poi il taxi che aspettava giù. La casa le fu subito stretta, nemmeno una parola sulla sua salute riacquistata, una attenzione.
Ripensandoci era stato questo che la aveva spinta alla corsa verso il mare , senza neppure pensarci troppo , seguendo d'impulso il desiderio di uscire, di togliersi da quelle mura , ed in un attimo era in macchina.
Solo ora cominciava a realizzare i tanti silenzi, il vuoto che si era creato, il nulla di una stanca abitudine. Non voglio pensarci si disse, mentre rabbrividiva al vento che ora veniva dal mare, poi, poi vedrò. Ora pioveva, raccolse le sue cose ed entrò nel locale, mentre frugava in cerca del portafoglio, udì una voce calda che le diceva qualcosa, a fatica pose attenzione, si sentiva stanca. Qualcuno le stava chiedendo se avesse freddo, se volesse qualcosa per coprirsi, " E' un poco pallida, beva questo, è vino novello!", e Lui le porse deciso un assurdo enorme bicchierone di vino rosso rubino. E' di quelli che taglia il bicchiere, pensò un po' preoccupata, ma non si sentì di rifiutarlo: beve, era buono forte e schietto, la scaldò immediatamente , sorrise alzando gli occhi, e il viso le si illuminò tutto mentre lo ringraziava. Lui rispose semplicemente "è' della mia vigna", e c'era orgoglio nella voce, ma intanto pensava: "caspita, ma è bella ". Anche a lei piacque quel viso aperto e sereno, e forse per il vino, o per la stanchezza, lei un po' stralunata, le guance arrossate, mentre pronunciava frasi di cortesia su vino e vigna, ebbe un pensiero alquanto irrazionale: " Lui mi guarda e mi vede "
Così, come fu e come non fu, in un attimo Lui non fu più libero e Lei non fu più sola.
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1. La forza della sinceritā Scritto da
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, il 26-09-2010 23:54 Salve Marista. Bel racconto, ed č l'ennesima prova che basta essere sinceri e schietti per trovare buoni amici. Ciao.
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