Ho esitato molto prima di metter per iscritto in incontro
con quello che considero un amico e
che non è una persona nel senso comune
del termine, ma che debbo evidentemente considerare come una proiezione creata
dalla mia mente.
E’ accaduto diversi anni fa: era un caldo ed afoso tardo pomeriggio di inizio estate, ero qui nella casa al mare, si era di
giugno e l’aria era pesante tanto da far fatica a respirare. Rimuginavo i miei
problemi e l’irritazione cresceva, quindi decisi di uscire dall’ozio intriso di
pensieri penosi e mi apprestai a
preparare una buca dove piantare una rinsecchita talea di rosmarino. Ero molto
concentrata nel mio lavoro, reso particolarmente difficile dalla natura arida e
dura del mio terreno, quando ebbi la improvvisa percezione di una presenza .
Alzai
lo sguardo: ero inginocchiata sul terreno, e percepii una macchia azzurrastra a circa 1 metro da me, alzarsi dal
terreno per materializzarsi in una
tutina azzurra e poi man mano
“arricchirsi “ di braccia e testa. Debbo
dire che incredibilmente non provavo né
meraviglia né paura, mi dissi invece con
fredda lucidità che poteva forse essere un sogno, mi toccai il braccio, mi
guardai le mani sporche di terra.. non sembrava di star sognando, arrivai a
darmi un pizzicotto sul braccio, quindi mi arresi e guardai con curiosità l’inaspettato visitatore: era piccolo e un
po’ scuro di pelle, “un bambino con lo
sguardo da adulto”, pensai e notai che
era accigliato, guardava oltre le mie spalle e pareva preoccupato ed anche triste. Poi d’improvviso mi fornii la
spiegazione che al momento mi parve
logica : “ho davanti a me uno gnomo..”, mi sentii eccitata, e fu a quel momento
che volse lo sguardo corrucciato verso
di me e a modo suo comunicò con me, nel senso che sentii, o meglio credetti
di percepire il suo pensiero, mi invitava a piantare il rosmarino poco più in
là, tra due sassi.
Mi venne da ridere: che razza di giardiniere! Lo osservai bene cercando di imprimermelo nella
memoria e con disappunto vidi le sue gambette diradarsi.. sparire come anni
dopo vidi nei film fare agli ologrammi, o meglio come il gatto di Alice .. una
sensazione stranissima, un leggero senso di panico mi prese a veder alla fine restare
un abbozzo di viso sovrastato da due occhi severi mentre nella mente un pensiero come lontano mi rassicurava che
sarebbe tornato, come poi in effetti accadde diverse volte.
Esaurito il fenomeno, mi affrettai a piantare alla bella e meglio la
pianticella fra i due sassi, sicura che
non sarebbe sopravvissuta, era l’anno
1983 ed è ancora la, e spesso mi chiedo come ce la faccia a campare. Comunque,
rimasta sola, ebbi paura per il mio equilibrio mentale, infatti corsi presto da
un medico, come racconto nella sezione di parapsicologia, lì fui rassicurata sulle mie
facoltà mentali ed invitata a non pensarci più, cosa che regolarmente feci fino
al nuovo incontro.
Cosa mi rimase al momento da questa strana visita? Molto,
molto più di quanto credessi da subito.
Pian piano mi tornarono alla mente ricordi dell’infanzia, di bambini visti solo
da me, l’amore e l’empatia, non so come altro chiamarla, che ragazzina
provavo per le piante oltre che per gli animali del giardino; in realtà niente
che non potesse razionalmente spiegarsi con l’effetto dell’esser una figlia unica molto sola,
dotata di fantasia ed amante della natura come lo può esser una bambina cui è
stato insegnato il rispetto per piante, animali e persone fin da piccolissima.
Accantonai presto il tutto, presa dalla fatica del vivere. Ma proprio poco
prima che la fatica del vivere diventasse un pondo davvero grosso, il mio amico
tornò, solo che questa volta ero nella casa di Roma. Ma questo sarà oggetto se
mai di un altro post.
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