E' buono il sole di autunno, scalda e
non brucia, va d'accordo con i venti che oggi giocano leggeri con le
foglie morenti, come con i capelli di Marista, delicatamente.
Un
calabrone cade sul prato, probabilmente stordito dal fresco della
notte, è stato sbattuto da una folata di vento sul tronco
dell'alloro, da lì è atterrato nell'erba ancora semibruciata
dallo scirocco di fine estate.
La sua sorte è segnata, è un
maschio o una operaia, non sopravviverà al freddo quella povera
vespa, anche se ora si è, a fatica, trascinata su di una roccia
che spunta dall' erba e se ne sta immobile, scaldata dal sole in
cerca di energia, di vita.
Marista considera fra sè e sè che il
sole d'autunno sta regalando una illusione di vita a questo povero
insetto, quello infatti già si pulisce con vigore le zampette esili
e le ali. Le viene da sorridere di se stessa se pensa a quante volte
nella vita capita anche a noi umani di provarla l'illusione di poter
ricominciare dopo una batosta, come se nulla fosse, e poi in qualche
modo arriva il conto, sempre.
La grande vespa sta lì inconsapevole
ed allegra. Può una vespa essere allegra? Non credo, pure è quella
l'impressione che da' ora che si è potuta scaldare, una vespa
allegra in quanto inconsapevole, una situazione pur sempre
invidiabile, viene da pensare. Marista ora vorrebbe proprio essere
una bella , lucida vespa che si gode appieno il sole d'autunno senza
tanti problemi.
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