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Parabole di Gesù: l'incontro con l'emorroissa PDF Stampa E-mail

Scritto da Marista Urru   
domenica 20 dicembre 2009
gesù guarisce l'emorroissaMosaico della cattedrale di Monreale , Palermo  XII secolo.

Ora una donna, che da dodici anni soffriva di emorragia, e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza nessun vantaggio, anzi peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla, alle sue spalle, e gli toccò il mantello

Diceva infatti: "Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita".
E subito le si fermò il flusso di sangue, e sentì nel suo corpo che era guarita da quel male.
Ma subito Gesù, avvertita la potenza ch'era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: "Chi mi ha toccato il mantello?".
I discepoli gli dissero: "Tu vedi la folla che ti stringe attorno e dici: Chi mi ha toccato?".
Egli intanto guardava intorno, per vedere colei che aveva fatto questo.
E la donna impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità.
Gesù rispose: "Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va' in pace e sii guarita dal tuo male".


 In breve, c'è una donna esclusa, umiliata per la sua condizione di emorragia cronica, che per le prescrizioni religiose del suo tempo, è considerata impura, le donne infatti durante il ciclo mensile dovevano avvertire il marito del loro stato e ognuno doveva evitare qualsiasi oggetto da loro toccato, questa era la legge ebraica. Immaginiamo una che da dodici anni era in questa condizione.. una povera disgraziata! La donna al cospetto di Gesù non chiede nulla, ma si dice che solo se toccherà il suo mantello sarà guarita.  Una novità rispetto ad altri episodi del Vangelo, l'emerroissa non chiede, ma sente in sé la forza divina di Cristo e sente che solo toccando le frange della sua veste guarirà E così fa , essa ha un ruolo attivo, lei determina col suo toccare il miracolo,  e "sente" immediatamente che è  avvenuto;suggestione? Superstizione? Molti ne hanno discusso.

 Certo è che la parabola ci evidenzia la  forza della preghiera, o meglio la forza della fede , ed è grazie a questa che la donna da impura diviene pura .  Gesù  percepisce che qualcuno ha toccato il suo mantello e chiede  di chi si tratti , "allora la donna, vedendo che non poteva rimanere nascosta, si fece avanti tremando e, gettatasi ai suoi piedi, dichiarò davanti a tutto il popolo il motivo per cui l'aveva toccato, e come era stata subito guarita. Egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata, và in pace!».

 

Ho riletto questa parabola per caso e cercando conferme sulla spiegazione, ho trovato  sul sito 30giorni.it un breve commento di  Riccardo Di Segni rabbino capo di Roma che così commenta la guarigione della emorroissa:

 


"Vedo che 30Giorni ha corredato questo studio sulle traduzioni con un'immagine della guarigione dell'emorroissa. Ciò mi interessa molto. La vicenda del miracolo operato da Gesù è impressionante, perché nelle sue premesse è interamente ricompreso nell'ambito ebraico (a parte, ovviamente, la potenza miracolosa attribuita a Gesù). Questa donna aveva continue perdite di sangue e quindi non poteva avere alcun rapporto con un uomo perché era considerata impura. Se Gesù avesse voluto rompere con la tradizione avrebbe detto alla donna che la norma era superata e quindi non aveva alcuna importanza il suo stato. Ma lui non fa così, la guarisce. Siamo ancora completamente nel sistema ebraico. Ed è importante, facendo una comparazione tra i Sinottici che raccontano l'episodio, vedere che cosa tocca infatti la donna. Il lembo del mantello? No. C'è una differenza fondamentale: lei tocca la frangia del mantello. La frangia che ogni ebreo osservante portava e continua a portare. Siamo completamente in ambito ebraico. Il paradosso è che chi oggi vede l'immagine dell'emorroissa, che voi avete ripreso dalle catacombe cristiane, non capisce che cosa stia avvenendo, e cioè che la donna sta toccando lo "tzitzit" ("frangia" in ebraico). Infatti, facendo un confronto tra le versioni sinottiche, si trova che in alcune non esiste più questo dettaglio, perché evidentemente non si sapeva più come e a chi spiegarlo. Cioè, alcune versioni nascono in ambito ebraico e altre in un ambito già differente. Per questo il dettaglio della frangia si era perduto. Ma nell'affresco che voi pubblicate questo dettaglio c'è. E chi ha realizzato l'affresco aveva di fronte l'immagine di un ebreo vestito da ebreo. Per me è interessante non solo il racconto evangelico, ma anche questo dipinto.
      Quale era il significato simbolico del toccare la frangia? C'è un obbligo nella Bibbia (Numeri 15, dal verso 38) che noi ripetiamo ogni giorno nella preghiera - fa parte dei tre brani dello shemà -, che afferma che sui quattro angoli della veste occorre portare delle frange, di cui un filo sia di colore celeste, colorato con un pigmento speciale derivato da un mollusco. Successivamente questa tradizione si è perduta, ed ecco perché le frange oggi sono bianche, anche se recentemente in Israele si è ripreso a produrre questo colorante. Il segno esisteva per dire a ogni ebreo: «Ricorda, anche nell'abito che indossi, che esiste Dio ai quattro angoli». Sono frange sulle quali si fanno dei nodi, che seguono una tradizione numerica particolare e simbolicamente rappresentano il nome di Dio. Come tali quindi queste frange rappresentano la parte sacra dell'abito. Ciascun ebreo osservante indossava questo abito e continua a farlo oggi. Non era una veste solo sacerdotale. Anche oggi, quando si prega, si indossa il talled, un panno che vale in quanto ha queste frange sui suoi quattro angoli.
      L'emorroissa toccava perciò la parte sacra dell'abito, toccava quei nodi che rappresentavano il nome di Dio. Perciò, se si guarda l'immagine e non la si spiega, si perde immediatamente un legame sostanziale con l'ebraismo.
      Per ancorarci al tema iniziale, potremmo dire che l'emorroissa chiedeva una grazia, come atto di bontà nei suoi confronti, hesed.
      Nell'immagine della guarigione dell'emorroissa, Gesù è raffigurato con i capelli corti. E ci dice che a Roma gli ebrei, pur vestendo come i romani, continuavano la tradizione di portare le frange. E ci fa capire che il pittore comunque debba essere stato almeno una volta testimone oculare delle preghiere in una sinagoga o abbia conosciuto ebrei che portavano quel segno. Sapeva ciò che aveva dipinto."

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