Mosaico della cattedrale di Monreale , Palermo XII secolo.
Ora una donna, che da dodici anni soffriva di emorragia, e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza nessun vantaggio, anzi peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla, alle sue spalle, e gli toccò il mantello
Diceva infatti: "Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita".
E subito le si fermò il flusso di sangue, e sentì nel suo corpo che era guarita da quel male.
Ma subito Gesù, avvertita la potenza ch'era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: "Chi mi ha toccato il mantello?".
I discepoli gli dissero: "Tu vedi la folla che ti stringe attorno e dici: Chi mi ha toccato?".
Egli intanto guardava intorno, per vedere colei che aveva fatto questo.
E la donna impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità.
Gesù rispose: "Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va' in pace e sii guarita dal tuo male".
In breve, c'è una
donna esclusa, umiliata per la sua condizione di emorragia cronica, che per le
prescrizioni religiose del suo tempo, è considerata impura, le donne infatti
durante il ciclo mensile dovevano avvertire il marito del loro stato e ognuno
doveva evitare qualsiasi oggetto da loro toccato, questa era la legge ebraica.
Immaginiamo una che da dodici anni era in questa condizione.. una povera
disgraziata! La donna al cospetto di Gesù non chiede nulla, ma si dice che solo
se toccherà il suo mantello sarà guarita. Una novità rispetto ad altri episodi del
Vangelo, l'emerroissa non chiede, ma sente in sé la forza divina di Cristo e
sente che solo toccando le frange della sua veste guarirà E così fa , essa ha
un ruolo attivo, lei determina col suo toccare il miracolo, e "sente" immediatamente che è avvenuto;suggestione? Superstizione? Molti ne
hanno discusso.
Certo è che la parabola ci evidenzia la forza della preghiera, o meglio la forza
della fede , ed è grazie a questa che la donna da impura diviene
pura . Gesù percepisce che qualcuno ha toccato il suo
mantello e chiede di chi si tratti ,
"allora la donna, vedendo che non poteva rimanere nascosta, si fece avanti
tremando e, gettatasi ai suoi piedi, dichiarò davanti a tutto il popolo il
motivo per cui l'aveva toccato, e come era stata subito guarita.
Egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata, và in pace!».
Ho riletto questa parabola per
caso e cercando conferme sulla spiegazione, ho trovato sul sito 30giorni.it un breve commento di Riccardo Di Segni rabbino capo di Roma che
così commenta la guarigione della emorroissa:
"Vedo
che 30Giorni ha corredato questo studio sulle traduzioni con
un'immagine della guarigione dell'emorroissa. Ciò mi interessa molto. La
vicenda del miracolo operato da Gesù è impressionante, perché nelle sue
premesse è interamente ricompreso nell'ambito ebraico (a parte, ovviamente, la
potenza miracolosa attribuita a Gesù). Questa donna aveva continue perdite di
sangue e quindi non poteva avere alcun rapporto con un uomo perché era
considerata impura. Se Gesù avesse voluto rompere con la tradizione avrebbe
detto alla donna che la norma era superata e quindi non aveva alcuna importanza
il suo stato. Ma lui non fa così, la guarisce. Siamo ancora completamente nel
sistema ebraico. Ed è importante, facendo una comparazione tra i Sinottici che
raccontano l'episodio, vedere che cosa tocca infatti la donna. Il lembo del
mantello? No. C'è una differenza fondamentale: lei tocca la frangia del
mantello. La frangia che ogni ebreo osservante portava e continua a portare.
Siamo completamente in ambito ebraico. Il paradosso è che chi oggi vede
l'immagine dell'emorroissa, che voi avete ripreso dalle catacombe cristiane,
non capisce che cosa stia avvenendo, e cioè che la donna sta toccando lo "tzitzit"
("frangia" in ebraico). Infatti, facendo un confronto tra le versioni
sinottiche, si trova che in alcune non esiste più questo dettaglio, perché
evidentemente non si sapeva più come e a chi spiegarlo. Cioè, alcune versioni
nascono in ambito ebraico e altre in un ambito già differente. Per questo il
dettaglio della frangia si era perduto. Ma nell'affresco che voi pubblicate
questo dettaglio c'è. E chi ha realizzato l'affresco aveva di fronte l'immagine
di un ebreo vestito da ebreo. Per me è interessante non solo il racconto
evangelico, ma anche questo dipinto.
Quale era
il significato simbolico del toccare la frangia? C'è un obbligo nella Bibbia
(Numeri 15, dal verso 38) che noi ripetiamo ogni giorno nella preghiera - fa
parte dei tre brani dello shemà -, che afferma che sui quattro angoli della veste occorre portare
delle frange, di cui un filo sia di colore celeste, colorato con un pigmento
speciale derivato da un mollusco. Successivamente questa tradizione si è
perduta, ed ecco perché le frange oggi sono bianche, anche se recentemente in
Israele si è ripreso a produrre questo colorante. Il segno esisteva per dire a
ogni ebreo: «Ricorda, anche nell'abito che indossi, che esiste Dio ai quattro
angoli». Sono frange sulle quali si fanno dei nodi, che seguono una tradizione
numerica particolare e simbolicamente rappresentano il nome di Dio. Come tali
quindi queste frange rappresentano la parte sacra dell'abito. Ciascun ebreo
osservante indossava questo abito e continua a farlo oggi. Non era una veste
solo sacerdotale. Anche oggi, quando si prega, si indossa il talled, un
panno che vale in quanto ha queste frange sui suoi quattro angoli.
L'emorroissa
toccava perciò la parte sacra dell'abito, toccava quei nodi che rappresentavano
il nome di Dio. Perciò, se si guarda l'immagine e non la si spiega, si perde
immediatamente un legame sostanziale con l'ebraismo.
Per
ancorarci al tema iniziale, potremmo dire che l'emorroissa chiedeva una grazia,
come atto di bontà nei suoi confronti, hesed.
Nell'immagine
della guarigione dell'emorroissa, Gesù è raffigurato con i capelli corti. E ci
dice che a Roma gli ebrei, pur vestendo come i romani, continuavano la
tradizione di portare le frange. E ci fa capire che il pittore comunque debba
essere stato almeno una volta testimone oculare delle preghiere in una sinagoga
o abbia conosciuto ebrei che portavano quel segno. Sapeva ciò che aveva dipinto."
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