Mozzarelle blu e cagliate refrigerate ma che ci fanno mangiare? |
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Scritto da Marista Urru
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sabato 03 luglio 2010 |
Grazie alla
nuova tecnologia , in questo caso alla TAC si è potuto constatare senza ombra di dubbio che da oltre alpe ci vengono anche prodotti scadenti spacciati per Italiani.
Lo sapevamo dirà qualcuno. Si ma ora con la prova provata avremo uno strumento concreto per difendere gli
allevatori italiani sottoposti a concorrenza sleale e i consumatori dall'acquisto di prodotti scadenti, ma la Tac sarà anche un utile supporto tecnologico al progetto
della Coldiretti per "Una filiera agricola tutta italiana" che ha
l'obiettivo di portare sul mercato prodotti al 100% italiani firmati
dagli stessi agricoltori.
N.487 - 2 luglio 2010
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MOZZARELLA BLU: COLDIRETTI,
SCANDALOSO MANCATO STOP A PRODUZIONE
ALLA PROVA TAC LA META' DELLE MOZZARELLE
E' RISULTATA SENZA LATTE
E' scandaloso il mancato stop allo stabilimento tedesco di
produzione delle cosiddette "mozzarelle blu" annunciato dall'Unione
Europea, ma smentito dall'azienda "Milck Wercjager" che ha provocato un
allarme in tutta Europa con un calo dei consumi del 20 per cento in
Italia nei giorni immediatamente successivi.. E' quanto afferma la
Coldiretti in riferimento alle dichiarazioni contrastanti della
Commissione europea e dell'azienda tedesca che fanno temere il rischio
che mozzarelle contaminate dal batterio Pseudomonas fluorescens, possano
tornare in commercio. Una situazione che conferma la necessità di
accelerare sull'obbligo di indicare in etichetta la provenienza del
latte utilizzato per difendere consumatori e produttori italiani ed
evitare effetti generalizzati provocati da specifici allarmi sanitari
provenienti. Dalle prove effettuate all'indomani dell'allarme
"mozzarella blu" dalla Coldiretti con la prima tac "salva mozzarella" è
risultato che su un totale di 13 campioni di mozzarelle provenienti da
diversi caseifici ben 6, e cioè quasi la metà (46 per cento), sono
risultate "positivet", ossia non ottenute esclusivamente con il latte
fresco. Il risultato è stato reso noto nel corso dell'assemblea
nazionale della Coldiretti dove, nell'ambito del "Salone
dell'innovazione nella tradizione" è stata presentata questa nuova
tecnologia che - ha spiegato la Coldiretti - si basa sulla
evidenziazione di un "marcatore" che si trova nelle mozzarelle non
prodotte con solo latte fresco ed è stata messa a punto con la
collaborazione della facoltà di Agraria della Università di Bari. Si
tratta del primo sistema di analisi che consente di rilevare se una
mozzarella vaccina è stata realmente prodotta con latte fresco o se,
invece, è realizzata utilizzando cagliate congelate o cagliate
refrigerate vecchie. Le cagliate congelate da impiegare nella produzione
di mozzarelle arrivano principalmente da Lituania, Ungheria, Polonia,
Germania, ma la loro presenza non viene indicata in etichetta perché non
è ancora obbligatoria l'indicazione di origine. Oltre ad ingannare i
consumatori, si tratta di una concorrenza sleale nei confronti dei
produttori che utilizzano esclusivamente latte fresco, perché per
produrre un kg di mozzarella "tarocca" occorrono 900 grammi di cagliata
dal costo di meno di 3 euro/kg, mentre il prezzo al pubblico di un kg di
mozzarella vaccina di qualità non può essere inferiore ai 6/7 euro/kg.
La metodica analitica presentata da Coldiretti e Aia potrebbe essere
utilizzata anche per formaggi diversi dalle mozzarelle, sempre nel
settore lattiero caseario. Il risultato delle analisi conferma i dati
statistici sulle importazioni dai quali si evidenzia che la metà delle
mozzarelle vendute in Italia è fatta con latte o addirittura cagliate
straniere. La rivoluzionaria macchina della verità fa definitivamente
chiarezza e aiuta finalmente a scoprire se i formaggi presenti sugli
scaffali sono realmente prodotti da latte fresco. In Italia
l'indicazione della reale origine per i prodotti lattiero caseari è
obbligatoria solo per il latte fresco, ma - spiega la Coldiretti - non
per quello a lunga conservazione, per lo yogurt, i latticini o i
formaggi. Per questo va sostenuta in Parlamento l'approvazione del
disegno di legge sull'etichettatura obbligatoria di origine degli
alimenti che al Senato e' già stato ampiamente condiviso sia in
commissione Agricoltura che in Aula. Un segnale incoraggiante è appena
arrivato dal Parlamento Europeo che, sotto il pressing della Coldiretti,
ha votato finalmente a favore dell'obbligo di indicare il luogo di
origine/provenienza per carne, ortofrutticoli freschi e appunto prodotti
lattiero caseari. Per l'Italia - continua la Coldiretti -
significa valorizzare il vero Made in Italy in una situazione in cui tre
cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia
sono stranieri mentre la metà delle mozzarelle in vendita sono fatte con
latte o addirittura cagliate provenienti dall'estero ma nessuno lo sa
perché non è obbligatorio indicarlo in etichetta
La nuova tecnologia è dunque uno strumento concreto per
difendere gli allevatori e i consumatori dall'acquisto di prodotti
scadenti spesso spacciati come italiani, ma anche un supporto
tecnologico al progetto della Coldiretti per "Una filiera agricola tutta
italiana" che ha l'obiettivo di portare sul mercato prodotti al 100%
italiani firmati dagli stessi agricoltori.
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COLDIRETTI
NEWS
da www.coldiretti.it
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