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Associazione Nazionale per la
Tutela del Patrimonio Storico, Artistico e
Naturale 00192 -
sezione Roma
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Comunicato stampa
Roma, 12.12.08
ROMA E’ ORMAI UNA CITTA’ A GRAVISSIMO
RISCHIO IDROGEOLOGICO PER IL SUO DISSENNATO SVILUPPO URBANISTICO.
LE FOGLIE E LA MANCANZA DI MANUTENZIONE
CONTRIBUISCONO, MA NON SONO CERTO LE VERE CAUSE DEI NUMEROSI ALLAGAMENTI.
ITALIA NOSTRA RINNOVA AL SINDACO
ALEMANNO LA RICHIESTA DI RIVEDERE SUBITO LE SCELTE DEL NUOVO PIANO REGOLATORE A
COMINCIARE DA QUELLA FATTA SULLA RETE ECOLOGICA CHE NON TUTELA LE AREE GOLENALI
E LE AREE DI ESONDAZIONE DEL TEVERE E DELL’ANIENE E DI TUTTI I FOSSI RIMASTI.
Quanto è accaduto e sta accadendo a Roma è un
disastro annunciato da anni dalle associazioni ed in particolare da ITALIA
NOSTRA.
-Si sono
condonate intere zone costruite abusivamente ad alto rischio di inondazione come
quelle alla foce del Tevere o nelle aree di esondazione dell’Aniene.
-Nelle stesse
aree di esondazione, una volta tutelate da vincoli di inedificabilità le varie
Autorità di Bacino hanno man mano permesso di edificare “legalmente” con la
ridicola prescrizione di
alzare, con terra di riporto, l’impostazione degli edifici ( un esempio
denunciato senza alcun risultato è quello del Piano di zona 167 “Rebibbia” a via
Beningni o quello delle strutture industriali al Tiburtino tra S. Basilio e il
GRA ( oggi sommerse dall’acqua ) che hanno ottenuto di costruire lungo le aree
golenali dell’Aniene e del Fosso di Pratolungo.
-Si è permesso
di costruire e di densificare anche nei quartieri consolidati senza tener conto
che le fognature erano state realizzate per cubature minori e pertanto in molti
quartieri le caditoie nei
periodi grande piovosità non raccolgono più l’acqua piovana, ma anzi funzionano
da emittrici d’acqua – L’esempio di questi giorni è il parco di Villa Doria
Pamphili che sta funzionando come”area di esondazione” di tutto il vecchio
sistema fognante dei quartieri limitrofi dove si è continuato ad aumentare le
cubature e dove man mano si stanno cancellando le aree verdi ( come in tutta
Roma ) con i tanto odiati PUP ( parcheggi interrati privati ).
ITALIA NOSTRA aveva chiesto che con
il nuovo Piano regolatore fosse resa prescrittiva la residua rete ecologica
della città ( recupero e messa in sicurezza dei fossi, tutela assoluta delle
aree golenali e delle aree di esondazione dei due fiumi e dei fossi, di non
permettere la cementificazione dei parchi sia pubblici che privati, dando un
limite (in particolare nelle zone già a rischio) tra zone coperte dal cemento e
zone da non impermeabilizzare. Questo non è stato accettato e ancora oggi si
continuano a dare permessi di costruire senza alcuna di queste regole visto che
la “rete”del nuovo piano permette quasi tutto e comunque ci sono sempre le
“deroghe” della Regione Lazio.
ITALIA NOSTRA rinnova con
più forza la sua richiesta al Sindaco Alemanno
di rivedere subito le scelte più gravi del nuovo
piano a cominciare proprio da quella della rete ecologica
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