Benvenuto su questo spazio. Molti sono gli argomenti: troverai attualità, schede di giardinaggio, ricette di cucina, articoli sulla natura, parapsicologia, mitologia, favole, poesie, letteratura, la Roma del tempo che fu. Spero che trascorrerai attimi piacevoli e sereni e, se vorrai intervenire o contattarmi, ne sarò felice.
Giardini , ville di Romaun tempo ricche di piante preziose e anche rare, sono all'abbandono, sporco in terra, gente che fa pipi avanti a tutti, fiori strappati, alberi che soffrono con tutta evidenza... la barbarie impera, mentre turisti ed immigrati si lavano nelle fontane monumentali..una totale mancanza di rispetto e civiltà diffuse. Questo è diventata Roma: una cloaca puzzolente.
E' una realtà dolorosa che ti prende alla gola in tutta la sua oscena evidenza se torni a Roma, e ti stringe il cuore: Roma muore.
Muore di inciviltà, muore di sporco diffuso , di indifferenza allo sporco ed alla inciviltà. Muore di mancanza di amore da tanto tempo ed ora sta crollando: malavita, povertà, cemento, caos.
Parliamo del crollo dell'Impero Romano la Storia si ripete .. capisci ‘a mme!
Scritto da Marista Urru
mercoledì 26 maggio 2010
Dal film Quo Vadis? La fine di Nerone ( Peter Ustinov)
G.B Vico lo intuì con lucidità: "Historia se
repetit" ("la storia si ripete"). L'uomo è si artefice
del proprio destino, realizza quindi le
sue proprie idee, ma lo farà seguendo
determinate fasi, perchè secondo Vico, c'è una legge che governa la storia e che si
ripete eternamente,
ad infinitum, solo che l'effetto delle sue azioni va sempre oltre i suoi
propositi.
Grazie a questo, l'uomo
realizza qualcosa in più rispetto al suo
volere, questo di più altro non è se non il
ripetersi delle realtà storiche del passato.
Qualcuno ha notato che in
questo
caso si avrebbe un andamento a spirale della Storia.
Parliamo allora in breve del crollo dell'Impero Romano, così alla
buona come posso, ripercorriamo la sua fine e cerchiamo le similitudini
col
presente, vediamo che ne vien fuori.
A Roma una fontana dalle acque magiche potenti rimedio contro il malocchio
Scritto da Marista Urru
sabato 16 gennaio 2010
Questa fontana si trova a ridosso dell’obelisco lateranense, innalzato nella piazza da Domenico Fontana nel 1588,.
Abbiamo spesso scherzato da giovani sulla fontana contro il malocchio, sapevamo della leggenda che vuole che se nella notte di San Giovanni ti bagni le mani nella acqua della bella fontana ai piedi del grande obelisco , terrai lontano da te i malefici delle streghe e il malocchio. Era quindi abbastanza diffuso l'uso di fare una tappa, per propiziare i prossimi esami della sessione estiva, o per tovare il giusto fidanzato in barba al malocchio gettato dalla vicina invidiosa o dalla amica gelosa, alla fontana di Piazza San Giovanni la notte tra il 23 ed il 24 giugno .
La leggenda dello splendente uccello di fuoco, mitico animale che
risorge dalle proprie ceneri, attrae ed affascina da sempre l'uomo.
Ha
origini sciamaniche, deriva dalla tradizione mongolo-siberiana in cui
il re - sacerdote sciamano in sogno o durante la danza rituale
ascendeva lungo il tronco dell'albero cosmico su fino al sole per
tornare sulla terra, diventando così uomo - luce, che poi altro non
sta a simboleggiare che la trasformazione spirituale dello sciamano
che , passato attraverso i molteplici livelli dell'essere, diventa
spiritualmente immortale.
Re Mida e le Banche, ci sono similitudini, ma ora basta: si tornerebbe alle regole
Scritto da Marista Urru
martedì 12 maggio 2009
Tremonti ha accennato al fatto che le Banche somigliano a Re
Mida e che sarà necessario mettere uno
stop e tornare alle buone vecchie regole.
Speriamo bene, perché
se posso immaginare che il Governo sia animato da ottime intenzioni, non mi
sento di giurare sulla assennatezza di organizzazioni che , nonostante gli enormi privilegi di cui godono,
parrebbero esser riuscite per loro
insita avidità ad impoverire noi tanto, da rischiare di fare loro la fine di re
Mida, vittima della propria avidità, visto che la tanto disprezzata economia
reale agonizza più di quanto si voglia ammettere, mettendo molti spocchiosi
soggetti in difficoltà.
Lasciamo Banche e
politici nella loro broda e andiamo a raccontare la storia del Re avido quanto
un banchiere.
Intanto diciamo che Re Mida, esistette davvero, era un re di Frigia che ebbe la ventura di incontrare in
un bosco Sileno, giocondo precettore di
Bacco il giorno in cui il buon Sileno che aveva preso come di consueto una solenne sbornia
e si era addormentato tra l'erba, fu legato come un salame per burla da alcuni
contadini . Mida lo aiutò, lo liberò e lo ospito, Sileno grato
promise di soddisfargli un desiderio. Il
Re espresse il desiderio che ogni cosa lui avesse toccato si
sarebbe trasformata in oro. Fu esaudito e rischiò di morire di fame,
visto che anche il cibo si trasformava
nel giallo metallo. Fu ancora una volta
fortunato : Bacco si impietosì e lo mandò a lavarsi nel fiume che da allora
trasportò pagliuzze d'oro, mentre Mida tornò normale.
Le orecchie d'asino di Mida
Mida era destinato a non aver pace: dopo l'avventura con il precettore di Bacco, ebbe la sventura di trovarsi, quale re di Frigia, a
dover giudicare di una sfida che l'imprudente
Sileno Marsia, aveva senza volere lanciato al pericoloso Apollo, questi infatti
, saputo che il Sileno aveva osato dire che nemmeno Apollo sapeva suonare il
flauto bene come lui, apparve a Marsia in tutto il suo fulgore, coronato di alloro,
portando la sua cetra di oro e avorio: " Accetto la sfida, giudici saranno le
Muse e Mida, il re di queste terre".
Piazza di Santa Maria sopra Minerva è un gioiello, chi ne avesse tempo potrebbe trascorrervi giornate intere e ammirandola pezzo a pezzo le tante sono le bellezze artistiche racchiuse nella Chiesa.
Ma per chi volesse visitare a fondo questa città è utile anche la conoscenza di
tutta una serie di aneddoti e storie
curiose di Roma, che aggiungono sale e aroma alla bellezza della città eterna,
la cui particolarità è non solo nei monumenti, ma anche nel ricordo di quel particolare mondo che espresse
queste bellezze e nella impronta che ancora resta di modo che perdino i monumenti e le bellezze della città , si impreziosiscono non solo dei colori e del famoso venticello di Roma, ma anche delle tracce, dello spirito di un popolo timorato e dissacratore al tempo stesso,
tenero e a volte soprendentemente violento, poeta e sognatore,ma disincantato, un unicum assolutamente non riproducibile ed affascinante.
Scrivo della Chiesa che sorge alle spalle del Panteon
edificata appunto sui resti di un tempio dedicato a Minerva.
Per esempio, vi siete mai chiesti come mai il popolo
romano sia potuto arrivare a chiamare l'elefantino che fa mostra di sé al
centro della piazza, il "pulcino della Minerva"?
E' una storia divertente , e vi è compresa una delle piccole vendette del grande Bernini.