Salve Marista,
Sono anni, decenni
ormai che se ne parla, dopo tante ricerche speranze ed esperimenti,
ora sembra che unendo tante Patenti e Brevetti e assemblando il
tutto insieme, un gruppo di Ingegneri sia riuscito a costruire una
vera e propria nave commerciale per lo sfruttamento delle risorse
minerarie sul fondo degli oceani.
Sto parlando del
gruppo IHC Merwede, e della loro più recente costruzione navale, un
Crowler ( foto ) che può lavorare fino a 2000 metri di profondità (
prefiggendosi di perfezionare le tecniche ed arrivare ai 3000 metri
) e raccogliere minerali come Mangano e l’Idro - metano, e in
Sudafrica anche diamanti, dal fondo marino.
Un Crowler non è
altro che una pala meccanica cingolata che viene calata dalla nave
sul fondo del mare e teleguidato, quello comincia a scavare e a
caricarsi, una volta completato il carico viene tirato in
superficie, svuotato e lo rimandano giù a caricarsi di nuovo.
Questa è la prima
Società al mondo che si imbatte su vasta scala, con grandi
investimenti finanziari, in un simile progetto, e i presupposti e i
prognostici ,a detta degli esperti, sono ottimi.
Fino a pochi anni
fa in Europa la Germania era l’unica nazione ad eseguire intensive
ricerche marine con diverse navi scientifiche (5 o 6 non mi ricordo)
su larga scala, sia nel campo della biologia riguardante la Flora e
la Fauna, che nel campo della ricerca Mineraria sui fondali oceanici
ma anche nello studio meteorologico e delle correnti marine.
Un paio di anni fa
gli scienziati dell’Istituto di Ricerca Marina Albert Wegener di
Bremerhaven, fecero una sensazionale scoperta, scoprirono che
esisteva una piccolissima alga che si nutriva esclusivamente di C02,
al secolo di Anidride Carbonica.
I baldi alchimisti
dal camice bianco si misero subito all’opera per salvare l’Umanità
e il Pianeta da morte sicura, e cominciarono a allevarla nei loro
laboratori e acquari sparsi in giro pel mondo e a immetterla
nell’oceano Pacifico.
Scalogna fu, che
certi gamberetti microscopici pure loro, appunto il krill , sono
ghiotti proprio di quelle alghe, le quali a loro volta quasi per
vendetta di vedersi mangiucchiare, producevano nei gamberetti degli
effetti intestinali piuttosto controproducenti, difatti i dotti
pasticcioni che volevano giocare al far il Padreterno, ben presto si
accorsero che in quei tratti di mare il contenuto di CO2 nell’aria
invece che diminuire era drasticamente in aumento e che questa volta
erano i Gamberetti a produrre il CO2 per via di certi problemi eolici
che le alghe producevano nei loro microscopici intestini.
La produzione di CO2
negli oceani salì vertiginosamente quando le Balene, ghiotte di
krill, cominciarono ad avere problemi intestinali pure loro, si
insomma Marista, tra un microscopico krill e una Balena c’è una
differenza volumetrica non indifferente, non ti pare?
Studiando e
approfondendo bene la questione, gli studiosi si accorsero pure che
i gamberetti vedendo tutto quel ben di Dio cominciarono a
moltiplicarsi come conigli e fu così che i satelliti rilevarono
immani banchi di gamberetti che scorreggiando e flatulando a più non
posso, vagavano per l’oceano Pacifico inseguendo le prelibate
alghe, a loro volta inseguiti dalle Balene che avevano fiutato la
grande abbondanza di Krill.
Le alghe dal canto
loro, vista l’abbondanza di CO2 cominciarono pure loro a
moltiplicarsi da maledetti e il tutto rischiava, sempre stando ai
prelievi e rivelazioni satellitari, di scappare via di mano e
accoppare per asfissia l’intera Umanità, la stessa cioè che i
moderni alchimisti volevano salvare in prima linea giocando a fare
il Padreterno, sicuri di conoscere bene la logica della natura.
L’esperimento fu
subito interrotto e in pochi mesi, tutto, il CO2, le alghe, i
gamberetti e le balene, ritornarono ai livelli di sempre.
Lo sfruttamento
minerario naturalmente non porterà a questi estremi, forse magari a
qualche guerra locale, questo sì, ma non metterà in Pericolo il
Pianeta e l’Umanità intera come le microscopiche flatulenze al CO2
dei microscopici e famelici gamberetti e quelle ancora più
consistente delle Balene, dicono …
A chi appartiene
l’oceano Pacifico?
Agli Stati
confinanti direi, e andrebbe suddiviso tra loro in base ai loro
chilometri di costa sull’oceano come a suo tempo fecero gli Stati
interessati per lo sfruttamento petrolifero del Mare del Nord.
I primi giacimenti
di mangano furono scoperti nell’oceano Pacifico una quarantina di
anni fa, e nel 1994 ci fu la Convenzione UNCLOS al secolo United
Nation Convention on the Law of the Sea, che non è altro la
convenzione della Legge del Mare che regola anche lo sfruttamento
minerario del Fondo marino, Pesca inclusa.
Il tutto venne
coronato da un codice d’onore internazionale per il comportamento
dei vari ricercatori e industrie minerarie varie e della Pesca nel
2003.
Il Ministero delle
risorse minerarie in Germania si è già accaparrato un sostanziale
diritto minerario (Claim) nell’oceano Pacifico un po’ come i
cercatori d’oro in America, e ora gli scienziati stanno studiano le
possibilità di sfruttamento dei giacimenti su scala industriale.
Una raccolta su
vasta scala sembra sia ora poco redditizia, questo però non appena i
prezzi dei minerali come previsto, e per diverse ragioni saliranno
alle stelle, potrebbe cambiare da un giorno all’altro, un po’
come l’odierno prezzo dell’oro insomma.
Gli unici ad avere
la peggio in questo caso saranno gli Stati e i Governi Polinesiani
tutti, difatti pur essendo quelli i loro mari, e sapendo che quelle
ricchezze sono nelle loro acque territoriali e industriali, non hanno
i capitali e le tecnologie per sfruttarli e venderanno solo Licenze
di sfruttamento Minerario a terzi, con il sistema dell’una Tantum.
Ora parlano di
valori per miliardi virtuali, domani quelli saranno valori di mercato
reali e gli Stati delle Isole rimarranno all’asciutto e grazie a
regalini e mazzette varie da parte delle varie Industrie interessate,
solo i soliti governanti si arricchiranno.
Difatti non ti meravigliare se un
giorno, a causa di tutto ciò, sentirai parlare di proteste e
sommosse locali.
Il Primo Governo a rilasciare il
permesso di ricerca mineraria è stato quello della Papua Nuova
Guinea alla canadese NAUTILUS che a 20 miglia da quelle Coste
intende sfruttare i giacimenti di Rame e Oro che si trovano da quelle
parti.
Il Governo locale
prevede entrate per 143 milioni di Dollari che non andranno di certo
agli aborigeni della foresta che da millenni sono su questo Pianeta e
che dei soldi e degli ori e preziosi, non sanno proprio che farsene.
Altri Governi come quello della Samoa e
Timor Orientale intendono pure rilasciare permessi di ricerca e
estrazione di Minerali nelle loro acque.
Gli ambientalisti
però avvertono delle gravi conseguenze che tutto ciò avrebbe sulla
Vita Marina e dei danni ambientali a quelle fragili Isole.
Il Professor Heinz
Herzig Geologo e Direttore della Leibnitz
Institut für Meereswissenschatf IFM GEOMAR a Kiel, avverte pure che
la raccolta del Mangano dal fondo marino avrebbe terrificanti impatti
sulla biologia dell’oceano e porterebbe inevitabilmente pure alla
totale distruzione di diverse antiche civiltà locali.
In altre parole cara
Marista, l’homo sapiens sta distruggendo la Foresta Amazzonica e
sterminando le Popolazioni millenarie della Foresta, non contento,
ora ha preso di mira gli oceani, già moribondi per via della Pesca
indiscriminata e ora intende dar loro il colpo di grazia con lo
sfruttamento dei Minerali del fondo Marino.
Sto scemo di Homo
sapiens uccide il Pianeta e tutto quello
che gli interessa sono i valori di Borsa e mentre sta crepando,
farsela sotto se quella chiude in ribasso.
Pazzesco non è vero?
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