Dobbiamo partire, se
vogliamo parlare della pirateria navale somala, dai prosperi banchi di pesce
che fino a diversi anni fa popolavano le acque territoriali Somale,
e considerare come pescherecci di mezzo mondo si dedicarono in
quelle acque alla pesca di frodo. Questo fatto fondamentale non lo
si deve mai perder d'occhio, mai, quando si parla di pirateria navale
che iniziò dapprima dalla costa somala per poi estendersi su una
gran fetta dell’oceano Indiano, fino a ben oltre 800 miglia dalla
Somalia.
Per capire la logica
dei pirati somali, ti devi immaginare i
bagliori della mafia sicula contro gli stranieri, paragonala pure ai
Carbonari nostrani, oppure ai Vietcong, solo che la pirateria somala
non nacque per combattere oppressori stranieri.
La Pirateria Somala
non è paragonabile a un’associazione per la Libertà, come la
Giovane Italia del Mazzini, tanto per dirne una per quanto il Mazzini
non fosse certo né Santo né un eroe, la pirateria non ha statuto o
codice d’onore, né tanto meno è stata studiata a tavolino da
qualche irredento o soggiogato da Forza straniera .
Furono invece la
miseria più nera e la fame, che spinsero i pescatori somali a
unirsi per dar la caccia ai pescherecci delle Flotte mondiali che
stavano distruggendo i loro banchi di pesca e loro unica fonte di
vita sicura.
Dalla pesca di
frodo, da lì, nacque la pirateria navale Somala, è giusto
ricordare quei fatti com’è giusto, e sopratutto doveroso,
parlarne con serenità.
Si calcola che la
quantità di pesce pescato abusivamente nelle acque territoriali
somale ammontasse nei Mesi di punta a oltre 30 milioni di Euro
mensili.
Tutto questo scempio
era possibile solo perchè la Somalia travagliata da guerre interne,
non aveva nessuna struttura marinara e nemmeno l’ombra di una
Guardia Costiera che potesse tener testa ai Pescherecci d’altura di
mezzo mondo.
Pure diversi
pescherecci italiani, davanti alle spiagge somale, non curanti degli
accordi internazionali che vietano la Pesca da parte di unità navali
straniere nelle acque territoriali di una Nazione, pescavano
praticamente di frodo ai danni dei piccoli pescatori somali. Prova ora
a pensare cosa succederebbe se un peschereccio giapponese pescasse il
tonno nello Stretto di Messina e guarda cosa gli capiterebbe.
Pertanto, mentre in
quegli anni i somali dalle loro spiagge vedevano le Navi Fabbrica di
mezzo mondo rubare loro i pesci, rendendo la loro uscita in mare con
le loro barchette e scialuppe da pesca, in mezzo a quei mastodonti
del mare, vana e altamente pericolosa, le loro famiglie pativano la
fame. Allora i pescatori
somali si armarono, cominciarono a giocare a fare Robin Hood e
andarono in mare a prendersi il pesce che i pescherecci stranieri
stavano loro rubando.
Senza che nessuno lo
avesse mai neanche lontanamente previsto, così, alla chetichella, e
solo per fame e disperazione, nacque la Pirateria navale Somala, che
oggi guadagna milioni di dollari e dà filo da torcere, su barchette
e carrette marine, a una flotta agguerrita e ultramoderna come quella
impiegata nell’Operazione Navale NATO, soprannominata, Atalanta.
Roba da matt, perché
vedi, dal punto di vista marinaro, io quei Pirati la li ammiro, anche
se li prenderei volentieri a cannonate, nix più und nix meno che
questo, li ammiro per il loro coraggio marinaro. Tanto di chapeau
a quei disgraziati.
Ora però mettiti
nei panni di un Armatore che ha una sua nave con un carico di diverse
decine se non centinaia di milioni di dollari a bordo e quella viene
abbordata dai pirati e presa in ostaggio. A dir poco una nave
del genere è noleggiata, diciamo per un minimo di 35 mila dollari il
giorno e senza contare le perdite per l’industria mondiale che
senz’altro sono molto elevate, il volume di soldi che girano è
pazzesco, se poi a quei soldi ci aggiungiamo i costi dell’operazione
di protezione Navale NATO Atalanta, il tutto diventa quasi
incalcolabile e imprevedibile.
Lo stress fisico e
mentale degli equipaggi poi, non certo addestrati a far fronte
psichicamente a questo tipo di angustie, è senz’altro tremendo, e
sta più che sicura che la gran parte di loro entra in uno stato di
apatia mentale e torpore corporeo, dove il cervello scollega tutti i
sensi e li lascia solo vegetare schermandoli, come un condannato a
Morte sul Patibolo, dalla realtà del presente.
Le paure per gli
equipaggi arriveranno dopo, a casa o su di un'altra Nave in
situazioni analoghe, non sul momento.
A prescindere da
tutto questo, è chiaro che un Armatore, nella fredda realtà dei
suoi uffici, che lo separa dalla realtà a bordo delle sue navi e lo
rendono refrattario alla coscienza dei danni che sta arrecando al
suo Popolo e alla sua Nazione navigando sotto Bandiera Ombra, anche
se a malincuore, paga subito, e cerca di guadagnarci pure sopra, visto
che le spese dal momento del dirottamento a quello di ripresa della
traversata, le pagano i P&I e indirettamente tutti noi. Per
spiegarti: una nave tedesca rapita presentava 14 membri d’equipaggio,
il Comandante indonesiano e tredici filippini, (eccoti spiegato il
“malincuore”)
Sarebbe davvero interessante scoprire,
dato che tutti gli armatori piangono sempre il Morto, e i loro Libri
Mastri sono in perenne rosso, da dove vengono i soldi per il
riscatto.
Degli equipaggi,
diciamolo pure, agli Armatori interessa ben poco, loro rivogliono la
nave perché i noleggiatori vogliono la loro merce e la vogliono
subito, le Assicurazioni i P&I (Protection and Indemnity)
vogliono risolvere la questione al più presto e l’Armatore paga,
in contanti, sul luogo, e non attraverso le Banche.
L’organizzazione
per pagare il riscatto è perfetta, i soldi vengono gettati con
paracadute in mare in un punto prestabilito dagli emissari dei
pirati, che per scopi “umanitari” fanno da tramite, tra i somali
e gli Armatori.
Gli involucri stagni
contenti il riscatto, sono raccolti in mare dall’equipaggio di una
scialuppa che li porta a Terra, in questo preciso momento comincia
l’odio verso i Pirati, che nasce dal semplice fatto che ormai con
tutti i milioni di Dollari in riscatto, già pagati ai somali, la
fame e la miseria, le malattie e l’analfabetismo in Somalia
dovrebbero essere già spariti da un pezzo e invece ci sono ancora.
La spiegazione è semplice: ora la Pirateria Somala è sfuggita di
mano ai pescatori affamati di decenni fa, sono diventati la
manovalanza di un’organizzazione criminale internazionale, con
ramificazioni nelle Banche dell’aerea mussulmana e africana.
I Pirati non hanno
una logistica marittima propria che li porta in un determinato punto
ad attendere una determinata Nave, quelli escono in mare, scelgono la
preda, come leoni nella savana e cercano di abbordare, se non ci
riescono, abbandonano la preda, la lasciano andare e se ne cercano
un'altra, si comportano insomma proprio come i predatori delle Savana
ai quali non importa se predano una Zebra o un Bufalo o una Gazzella,
anche per loro vige il detto: basta che se magni, non ti pare?
A tutto Dicembre
2010 sono 26 le navi rapite con un totale di 617 persone
d’equipaggio che sono ancora in mano ai Pirati. L’Anno scorso le
navi rapite furono 47, i rapimenti tentati e sventati. riportati e
schedati furono 218.
Negli anni, nel
complesso è stato pagato un riscatto per oltre 300 navi, ora
calcola, circa 10 milioni di media per nave, arrivi a tre miliardi di
dollari, se invece diamo credo ad altre fonti, parliamo di un
totale di 500 Navi e si arriva a 5 miliardi, e in Somalia continuano
a morire di fame.
Di fame non muoiono
invece i veri pirati, cioè gli aguzzini dei pescatori corsari, che
siedono alle Nazioni Unite, e che maneggiano da dietro le quinte
questo turpe business internazionale, inaspettata pioggia di dollari.
Lo stesso, dicasi per i pirati
nigeriani sul delta del Fiume Niger, quelli del Camerun e quelli
veramente crudeli e assassini, gli asiatici dell’Indonesia e della
Malaysia.
Almeno la pirateria
del Corno d’Africa si potrebbe quasi eliminare, circumnavigando il
Continente africano, ma ciò costerebbe troppo e l’economia egizia
che dipende in gran parte dagli introiti del Canale di Suez, ne
risentirebbe, castigando così anche chi non ha nessuna colpa in
merito.
Questa è la realtà
della Pirateria Navale odierna Marista, tutto il resto è leggenda.
Per approfondire, dello stesso autore puoi leggere: I pirati del corno d'Africa e l''antipirateria
https://www.maristaurru.com/index.php/Scritti/Parpaiola-Lfg-n.-45-Pirati-nel-Corno-d-Africa-ed-antipirateria.html
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1. Roba da Matt. Scritto da
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, il 22-01-2011 14:08 Salve Marista. eccoti qual altre informazioni e un aggiormanento sduk frinte della pirateria fino a tutt'oggi (14.04/h ) Nel 2009 la Missione anti- pirateria dell’ UE stando a quanto afferma il Vive Ammiraglio Jan Thornqvist della MM Svedese distrusse 25 gruppi di azione pirata. Un gruppo di attacco pirata e normalmente composta da un Peschereccio con due lance veloci d’assalto e di arrembaggio al traino. I pirati somali nel 2009 assaltarono 166 Navi e ne rapirono 42. La presenza di Armi, di mezzi di comunicazione, di cime con uncini e scale di corda adatte ad abbordare una Nave e l’assoluta mancanza di reti da pesca e di pesci, indica che gli Uomini a bordo sono pirati e non pescatori. Nella prima metà del 2010 i pirati hanno attaccato 132 Novi e prese 19 in ostaggio. Quelle per la seconda metà del 2010 sono molto più grandi e devono essere ancora elaborate. Le ho già ma sarebbe un lavoraccio spulciare e selezionare tutti i dispacci, roba da mettersi le Mani nei Capelli. In tutto l’Anno scorso ci furono 876 morti in vari incidenti navali, L’Operazione Atalanta nacque nel 2008 e comincio a essere operativa con 6 Unita militari a Dicembre dello stesso Anno. In tandem con la Flotta antipirata della NATO e altre Navi Militari che operano indipendenti come quelle della MM della Russia, Cina, India, Giappone e della Malesia ci sono 32 Navi da Guerra con una decina di elicotteri, ingaggiate nella lotta alla pirateria somala nelle acque del Corno d’Africa. Nella buona stagione gli attacchi succedono fino a 500 miglia marine (Mm=1852 metri) dalle coste somale nell’oceano Indiano, e si concentrano nelle relative tranquille acque del Golf di Aden durante la stagione dei monsoni. I Pirati operano dalla Somalia del Nord e non ci sono indicazioni l’al-Shabaab la milizia Islamita sia in qualche modo implicata nella pirateria Navale. Ho già in mano le cifre a tutt’oggi per questo mese eccole: Queste Motonavi: Eagle, Fort Warrior, Austria, Zim Asia, Maersk Pellican, China, e Sigloo Star erano sotto attacco questo Mese a tutt’oggi (13:34/h) Sembra, ma ancora non ci sono conferme ufficiali, che solo la MN EAGLE, IMO n° 8126408, sia stata rapita dai pirati dal 17/01/11 non si hanno più notizie. Le altre si sono disimpegnate aumentando velocità e facendo manovre evasive, oppure, come nel caso della Singloo Star, dove l’attacco fu respinto da un elicottero Militare. L’equipaggio della MN China respinse l’attacco de i Pirati da solo, sembra, ma non ci sono ancora conferme ufficiali, che due granate furono esplose a Bordo senza causare vittime. Due pescherecci furono rapiti a sud di Mogadiscio e uno nelle acque del Madagascar. Purtroppo per Gennaio solamente a tutt’oggi si deve già lamentare la perdita di 58 vite Umane in vari incidenti Navali successi un po’ dappertutto nei Mari del Mondo. Ciao e bun fine Settimana.
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